Ci sono le storie di due presidenti a segnare l’inizio e la fine della 36ª edizione del Torino Film Festival in programma dal 23 novembre al 1 dicembre. Gary Hart, il candidato democratico alle elezioni americane del 1987, che non divenne presidente a causa di uno scandalo sessuale, è il protagonista del film di apertura del festival: The front runner di Jason Reitman. Ricostruzione dei giorni che stroncarono la carriera del politico che piaceva ai giovani e ai progressisti e invece spianarono la strada all’elezione di George Bush senior.
L’altro presidente è Salvador Allende, presidente del Cile nel 1973 quando un colpo di stato portò al potere la giunta militare guidata dal generale Pinochet e alla morte dello stesso Allende. In Santiago, Italia, film di chiusura del festival, Nanni Moretti rievoca attraverso testimonianze e documenti d’epoca il ruolo dell’ambasciata italiana nel dare rifugio a centinaia di dissidenti e perseguitati politici che poi trovarono ospitalità in Italia.
Torino Film Festival: la giornata di Ermanno Olmi
Complessivamente nei nove giorni del festival verranno presentati 133 lungometraggi, 23 mediometraggi e 22 cortometraggi. Saranno 34 le anteprime mondiali, 23 le anteprime internazionali, 59 le anteprime italiane: un amplissimo lavoro di selezione tra più di 4000 film visionati condotto dalla squadra guidata da Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival (TFF).
Fra gli appuntamenti più interessanti c’è la giornata dedicata a Ermanno Olmi. Il 28 novembre si svilupperà un lungo racconto battezzato “Lunga vita a Ermanno Olmi” che indagherà attraverso proiezioni e testimonianze di amici, congiunti e collaboratori come Betta e Fabio Olmi, Mario Brenta, Giacomo Campiotti, Cecilia Valmarana, Federico Pontiggia la figura poliedrica del maestro da poco scomparso. Si avrà l’occasione di rivedere i primi cortometraggi industriali commissionati
da Edison, come Dialogo tra un venditore di almanacchi è un passeggiere, la serie per la Rai Nascita di una formazione partigiana, fino alla proiezione di uno dei capolavori, Il mestiere delle armi, ricostruzione delle ultime battaglie e degli ultimi giorni di vita di Giovanni dalle Bande Nere, dura requisitoria contro le guerre.
Torino Film Festival: un classico restaurato di Ettore Scola
Sarà anche curioso rivedere nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema, un classico di Ettore Scola. Quel Trevico-Torino scritto assieme a Diego Novelli, futuro sindaco della città piemontese, che ritrae la dura realtà operaia dei primi anni ’70 con gli occhi di un emigrante arrivato dalla Campania e approdato alla Fiat.
Sempre di ambiente torinese è il ritorno di Daniele Segre nel mondo del tifo juventino: Ragazzi di stadio, quarant’anni dopo racconta il mondo degli ultras. Un fenomeno sociale che il regista aveva descritto per primo con i suoi rituali e gerarchie ne Il potere dev’essere bianconero e, appunto, Ragazzi di stadio.
Torino Film Festival premio Jean-Pierre Léaud
Infine un appuntamento molto atteso dai cinefili: la consegna del Gran Premio Torino a Jean-Pierre Léaud, icona della Nouvelle Vague. L’attore francese è stato l’alter ego di François Truffaut a partire da I quattrocento colpi fino a L’amore fugge, ma anche il protagonista ribelle dei film di Godard. Come non ricordarlo in Il maschio e la femmina, La cinese, Weekend, La gaia scienza, Detective. Poi ha girato con Rivette, Skolimowski, Rocha, e in anni più recenti con Olivier Assayas, Aki Kaurismaki, fino all’interpretazione del Re Sole morente in La morte de Louis XIV. A Torino verrà premiato prima della proiezione di La maman et la putain film culto di Jean Eustache, “fratello minore” della Nouvelle Vague, anche lui agli onori di questa edizione del Torino Film Festival con una retrospettiva che comprende Numero zéro (1971) film inedito in Italia.
Info: www.torinofilmfest.org