Tremila e cinquecento visitatori nei primi giorni di apertura hanno testimoniato l’ottimo debutto della mostra “WO |MAN RAY. Le seduzioni della fotografia”. Un omaggio che CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia di Torino, dedica fino al 19 gennaio 2020 al grande maestro della camera oscura del XX secolo. Man Ray nasce a Philadelphia nel 1890.
Il direttore di CAMERA Walter Guadagnini e l’altro curatore Giangavino Pazzola hanno voluto analizzare il lavoro del fotografo concentrandosi su un preciso soggetto, la figura femminile. Un tema sempre al centro dell’ispirazione del maestro americano. Si parte dalle fotografie realizzate negli anni Venti a Parigi fino a quelle appena precedenti la morte, avvenuta nel 1976.
Man Ray, esposte oltre 200 foto
Fra le oltre 200 foto esposte ci sono alcuni capolavori della fotografia del XX secolo, come “Le Violon d’Ingres” (1924), “Noire et blanche” (1926), “La Prière” (1930). Immagini che sono diventate icone entrate nell’immaginario collettivo, sia che si tratti di immagini di nudo sia che ci si muova nell’ambito del ritratto.
Arrivato a Parigi nel 1921 Emmanuel Radnitzky, detto Man Ray, diviene il ritrattista preferito degli intellettuali surrealisti e dadaisti e anche del mondo della moda. Ma è la tecnica dei “rayographs e delle solarizzazioni che gli guadagna il riconoscimento delle avanguardie e lo fa entrare di diritto nella storia della tecnica fotografica. Tutto questo è documentato con ricchezza di immagini dalla mostra. Scorrendo le foto si riconoscono altri protagonisti di quel periodo fecondo di provocazioni, come Marcel Duchamp e Tristan Tzara. Ma sono soprattutto le protagoniste di quell’epoca a costituire il fil rouge del percorso espositivo.
Le tante donne nella vita dell’artista
Il titolo, “WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia” allude alle tante donne che hanno accompagnato la vita artistica del fotografo. Dall’americana Lee Miller, inizialmente modella, ma poi fotografa di talento negli anni Trenta e Quaranta; a Meret Oppenheim che presta il suo corpo nudo per una serie iconica come “Érotique-voilée” (1933). Fino a Dora Maar e Berenice Abbott, alla mitica Kiki de Montparnasse, a Nusch, compagna del poeta Paul Éluard, per finire con Juliet Browner, la moglie conosciuta a Hollywood nel 1940 e sposata sei anni dopo: a vario titolo artiste, modelle, amiche, compagne.
La mostra si conclude proprio nel corridoio di CAMERA con un nucleo importante nell’opera di Man Ray dedicato alla moglie: “The Fifty Faces of Juliet” (1941-1955): 50 immagini in bianco e nero, spesso ritoccate a mano con pastelli colorati o stampate con innovative tecniche fotografiche, con Juliet che si offre all’obbiettivo del marito dando vita a immagini di raffinata bellezza.
Info: www.camera.to