India Antica. Capolavori dal collezionismo svizzero è il titolo dell’esposizione che si visita a Mendrisio, al museo d’Arte, fino al 26 gennaio 2020. A circa 60 chilometri da Milano, in un museo ricavato da un antico convento, – il bellissimo chiostro risale al tredicesimo secolo -, la mostra getta uno sguardo fuori dall’Europa per presentare, attraverso opere di raccolte svizzere, un affascinante scorcio di arte indiana.
Sono presenti settantasette sculture, in pietra e bronzo, realizzate nell’arco di un lungo periodo, dal II avanti Cristo sino al XII dopo Cristo.
Le opere vengono da un territorio che oggi corrisponde non solo alla nazione indiana attuale, ma anche a Pakistan e Afghanistan. La scelta degli esemplari, è stato detto dagli organizzatori e da Christian Luczanits, curatore, è avvenuta in base a criteri di qualità e disponibilità.
India Antica, tre religioni
India Antica. Capolavori dal collezionismo svizzero non può essere vista come una rappresentazione completa dell’arte indiana, ma, come ha detto Simone Soldini, direttore del museo di Mendrisio, è “uno spaccato significativo che colpisce per la varietà, la molteplicità, la vitalità delle opere”.
È un’incursione in un periodo molto lungo e nei riti di tre religioni differenti: buddhismo, induismo e giainismo.
In mostra ci sono sculture che vengono dagli stūpa, gli edifici costruiti intorno alle reliquie del Buddha; statuette votive; immagini processionali, frammenti di templi e santuari. Più spesso in arenaria, terracotta, argilla o scisto, sono talora sculture in bronzo. Opere figurative, esempi raffinati a volte nei dettagli, a volte nella rappresentazione iconica, a volte nello studio del movimento, sono teste di Buddha, animali fantastici, divinità indù.
Il viaggio in India degli artisti europei
C’è qualcosa che stordisce, che affascina e al tempo stesso lascia spaesati, ha ammesso Simone Soldini, presentando la natura dell’arte indiana. È l’ambivalenza, la sensualità, la distanza dai codici estetici occidentali, che, tra l’altro, aveva notato lo scrittore Edward Morgan Forster nel romanzo “Passaggio in India”. Sarà, forse, questa peculiarità a richiamare l’attenzione degli artisti europei, che conobbero l’Estremo Oriente, spesso, proprio dalle opere delle collezioni. Tra fine Ottocento e Novecento la fascinazione per la cultura indiana ebbe la sua influenza in diversi artisti occidentali, da Gustave Moreau ad André Derain, ma anche in Ludwig Kirchner e in Alberto Giacometti.
Come in molte mostre realizzate da collezioni private, India Antica. Capolavori dal collezionismo svizzero racconta una storia nella storia: dà uno scenario sull’arte e la cultura orientale ed è una cartina al tornasole per leggere che cosa è passato negli occhi e negli interessi dei collezionisti e, infine, nelle culture europee.
Info: www.mendrisio.ch/museo
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