Se Roma è definita la “città eterna”, Gerusalemme è la “città santa” per i credenti delle religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo. La storia di Gerusalemme trae origini antichissime ed è caratterizzata da avvenimenti mutevoli e complicati, documentati dai resti di mura, chiese e monumenti. Gerusalemme, che per i cristiani rappresenta il luogo della Passione e della Crocifissione di Gesù Cristo, ha avuto pochi periodi di pace.
La città raggruppa siti religiosi che ricordano la vita di Gesù e altri che hanno determinato la storia biblica di questa terra. Pensiamo al Muro del Pianto, simbolo della fede ebraica e luogo di pellegrinaggio per gli ebrei di tutto il mondo. Numeroso è anche il patrimonio religioso e artistico con importanti musei. Di estremo interesse e grande phatos è il Museo dell’Olocausto a testimonianza delle sofferenze subite dal popolo ebraico nel secolo scorso durante la Shoah.
Museo dell’ Olocausto Yad Vashem
Il 27 gennaio 2020, sarà commemorata la Giornata della Memoria. Una ricorrenza riconosciuta dalle Nazioni Unite e celebrata in molti Stati. In Italia si commemora dal 2001, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, approvata dal Parlamento italiano. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberano il campo di sterminio di Auschwitz.
Il Museo dell’Olocausto Yad Vashem si trova a circa 800 metri sul versante occidentale del Monte Herzl, il più alto di Gerusalemme. Il museo è dedicato alla memoria di Theodor Herzl, fondatore del sionismo. Il Museo dell’Olocausto fu pensato e costruito nel 1953 con l’intento di riunire tutte le testimonianze e i reperti legati alle tristi vicende degli ebrei deportati. Nel 2005, alla presenza di autorità istituzionali israeliane e di capi di Stato di molte nazioni venne inaugurata la nuova struttura ampliata e costruita in cemento armato.
Il nuovo museo: sale, gallerie sotterranee, monumenti
Il nuovo Museo, che occupa una superficie di 4200 metri quadrati, è costituito da diversi edifici, da gallerie sotterranee, giardini, monumenti e targhe in memoria di quanti hanno sofferto o si sono prodigati a salvare vite umane. La complessa struttura si suddivide in: Sala della Memoria, Sala dei Nomi, Memoriale dei Bambini, Museo d’Arte dell’Olocausto, Giardino dei Giusti (dedicato a coloro che rischiarono la loro vita per salvare gli Ebrei), Valle delle Comunità, Istituto Internazionale di ricerca dell’Olocausto, Scuola Internazionale per gli Studi della Shoah e una biblioteca.
Nel visitare questo luogo non si può rimanere indifferenti di fronte alle fotografie dei deportati e ai documenti che riportano le liste con i nomi dei deceduti nelle camere a gas. Scioccante vedere i reperti di abiti, capelli, denti di quanti hanno perso la vita dopo anni di stenti, torture e umiliazioni. Tutto ciò che è esposto riporta alla memoria i patimenti degli internati nei campi di concentramento: ebrei, soldati italiani, handicappati, omosessuali, zingari e le sofferenze delle loro famiglie ignare sulla sorte dei loro congiunti.
Il Memoriale dei Bambini, un tonfo al cuore
Un luogo, più di ogni altro, fa rabbrividire e infonde una profonda tristezza: il Memoriale dei Bambini. Un luogo sotterraneo, buio. A illuminarlo solo la luce fioca delle candele che si riflettono sugli specchi creando al visitatore l’illusione di vedere migliaia di stelle. Uno speaker, con voce sommessa, pronuncia nome, cognome, età, paese d’origine di tutti i bimbi innocenti periti durante la persecuzione. Oltre ai nomi, in un’altra sala sono raccolte le foto dei bambini uccisi dai nazisti, circa un milione e cinquecentomila.
Nella Sala della Memoria, realizzata in cemento armato, sono riportati, sul pavimento di basalto nero, i nomi dei 22 campi di sterminio, concentramento e di transito nazisti. Alcune persone, nella convinzione delle loro idee, continuano a perseverare nel “negazionismo” della Shoah e delle leggi razziali perpetrate ai danni di classi sociali deboli.
Il Museo dell’Olocausto e il Giorno della Memoria servono proprio a rendere le genti più consapevoli a non commettere altri errori e orrori.
Info: www.yadvashem.org