Le condizioni di salute del nostro pianeta vedono impegnati scienziati di tutto il mondo. Centri di ricerca di vari paesi tengono sotto osservazione la vita nei poli. La Marina Militare italiana ha partecipato al progetto “High North“. I risultati del triennio di attività (2017-2019) presentati a Roma nel corso di una conferenza stampa alla biblioteca di Palazzo Marina. Presenti il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e l’ambasciatrice in Italia del Regno di Norvegia signora Margit F. Tveiten.
Il programma di ricerca High North, prevedeva lo studio del settore marino delle isole Svalbard e dell’Oceano Artico in relazione ai cambiamenti climatici globali. Il lavoro svolto nel triennio 2017-2019 è servito da supporto alla comunità scientifica nazionale ed internazionale. Si tratta di un’attività resa possibile grazie al ruolo attivo svolto dalla Marina Militare attraverso il proprio Istituto Idrografico.
Il “National marine focal point for the Arctic research activities” vede la Marina Militare, presente su molteplici tavoli tecnici internazionali. L’istituto collabora con le autorità norvegesi e con istituzioni di altri paesi artici: Finlandia, Svezia, Russia.
“High North”: economia e cambiamenti climatici
L’area polare artica rappresenta, in un momento di forti cambiamenti climatici, un nodo cruciale per l’economia globale. Con la presenza nella ricerca scientifica l’Italia intende essere pronta, con la sua Marina, a garantire sicurezza, libero scambio e libero utilizzo. Il Capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe Cavo Dragone ha introdotto la conferenza rimarcando la cruciale importanza della conoscenza dell’Artico e dei risultati ottenuti durante i tre anni di attività.
La professoressa Roberta Ivaldi, docente di Geologia marina e coordinatrice scientifica di High North, ha sottolineato l’importanza del programma. La prof. Ivaldi, che ha preso parte alle tre Campagne High North, ha ripercorso gli inizi e i punti di forza del progetto. Fra questi, la sinergia sviluppatasi fra i partecipanti e la loro dedizione e professionalità. Fattori che hanno permesso a nave Alliance di portare a casa i numeri della missione: 189 Stazioni di misura effettuate; 21 siti campionamento di sedimento; 234 campioni per la caratterizzazione della massa d’acqua; 120 immagini satellitari radar e visibile;12 missioni di mezzi autonomi aerei e 10 subacquei. Per finire 6427 chilometri quadrati di fondali esplorati. Tutti i risultati raggiunti costituiscono oggi un punto di partenza per il prossimo triennio 2020-2022 di High North.
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