In quello strano anno che è stato il 2020, negli ultimi giorni è caduto l’anniversario dei 75 anni dell’inizio di produzione della Volkswagen Maggiolino.
Era il 27 dicembre 1945 quando veniva ufficialmente dato il via all’assemblaggio, a Wolfsburg, dell’immortale modello che, prima della Golf, fu l’auto più venduta di sempre.
Volkswagen Maggiolino e i suoi tanti nomi
Maggiolino
è il nome (soprannome) dato il Italia, mentre in Germania venne soprannominata “Käfer”, ovvero “scarafaggio”. Tanti i suoi nomi. Nei paesi anglosassoni divenne “Beetle”; in Francia fu ribattezzata “Coccinelle”, cioè coccinella; nei mercati di lingua spagnola “Escarabajo”, scarabeo).
Un po’ come è accaduto in Italia alla “Topolino” che non era il nome di fabbrica della popolarissima utilitaria nazionale. Allo stesso modo in Germania “Käfer” non coincise con la denominazione ufficiale, che era “Typ 1”.
In realtà il primo nome scelto da Adolf Hitler era Kdf Wagen, dalle iniziali della Kraft-Durch-Freude. Tradotto: la “Forza Attraverso la Gioia” organizzazione assistenziale che organizzava le vacanze per i lavoratori.
Comunque la si chiami quest’auto è stata prodotta in 21.529.464 unità, quantitativo raggiunto nel 2003 nello stabilimento di Puebla in Messico dove è cessata la produzione. Di questi esemplari in Germania ne sono stati prodotti circa 15,8 milioni.
Volkswagen Maggiolino la nascita
L’origine della Volkswagen risale agli anni Trenta quando Hitler commissionò a Ferdinand Porsche la famosa “auto da mille marchi” per i lavoratori tedeschi. Un’auto che potesse trasportare cinque persone – o tre soldati e un mitragliatore – ad un prezzo non superiore ai 1000 Reichsmark. Si trattava della prima “Typ 1”, la “due vetrini”, che debuttò al Salone di Berlino del 1939 riscuotendo il dovuto successo. Lo scoppio della seconda guerra mondiale portò alla conversione militare della fabbrica di Wolfsburg, con appena 630 Typ 1 costruite.
Finita la guerra, il sito della fabbrica fu appannaggio degli Inglesi che decisero di riconvertirlo alla produzione civile. La supervisione dell’intera operazione fu affidata al maggiore Ivan Hirst, 29 anni. Le istruzioni furono semplici: “Si rechi a Wolfsburg, cerchi la fabbrica e se ne occupi”. Non mi avevano neanche detto che si trattava della Volkswagen”, disse Hirst.
Appassionato di auto, concreto e determinato, riuscì a trasformare, nel giro di pochi mesi, l’ex stabilimento bellico in una industria civile, per la produzione del “Maggiolino”. Nonostante le difficoltà dovute ai razionamenti e alla scarsità di materie prime. Le prime berline uscirono dalla linea di produzione poco dopo Natale, come un segno di rinascita ad appena otto mesi dal termine della guerra. Per la fine del 1945, le vetture assemblate furono 55.
Volkswagen Maggiolino la diffusione
Gli anni successivi vedono la produzione passare dalle poche migliaia di auto prodotte nel 1946 alle 19.000 nel 1948 e alle 46.000 nel 1949. Il Maggiolino, diventa l’oggetto del desiderio di tutti, la prima vera “auto del popolo”. Nell’estate del 1949 arriva sul mercato la cabriolet, una versione della Typ1 con scocca aperta e capote completamente apribile e ripiegabile con un posteriore curvo. Negli anni Cinquanta il Maggiolino conquista Europa e Stati Uniti con il milionesimo esemplare che esce dalla catena di montaggio nel 1955, color oro metallizzato, sedili in broccato e perline di vetro sulle cromature.
Soltanto nel 1968 l’auto fu definita ufficialmente in una brochure pubblicitaria “Der Käfer”, che in tedesco significa coleottero; il Maggiolino era riuscito a cambiare i canoni di pensiero dell’industria dell’auto. Nel 1959 per il lancio sul mercato americano fatto di auto enormi, pinne e cromature, l’agenzia Ddb di New York propone l’indimenticabile campagna pubblicitaria con una foto minuscola del Maggiolino all’interno di una pagina bianca e lo slogan Think Small, “Pensa in piccolo”.
La Maggiolino mania
Nonostante le diverse migliorie introdotte negli anni, come il tettuccio apribile in Pvc idrorepellente, gli pneumatici tubeless e la verniciatura acrilica, negli Anni Settanta le vendite iniziano a calare. Nel 1978 la produzione europea cessa per far posto alla Golf, mentre continua in Messico a Puebla fino al 2003 dove era sopranominato “vochito”.
Il Maggiolino è stato un fenomeno industriale e sociale prima ancora che un’automobile. Un design ed uno spirito capace di varcare i confini del mondo attraverso il Novecento e ad essere al centro di attenzioni e sorrisi con le sue tante personalizzazioni.
La Maggiolino-mania ha contagiato tutti i continenti e la Volkswagen aprì filiali in Brasile, Messico e Sud Africa. In particolare negli anni 60 gli Stati Uniti diventano il più importante mercato straniero con il record di esemplari venduti, oltre 560.000 nel 1968, pari al 40% della produzione totale.
Il mito nella filmografia…
Il suo anticonformismo lo trasforma in simbolo della cultura hippie, negli ingorghi di Woodstock, come in un mito del cinema con il debutto di “Herbie in The Love Bug” – Un Maggiolino tutto matto – prodotto dalla Disney, dove viene addirittura umanizzato.
Il successo continua con la serie: Herbie il Maggiolino sempre più matto (“Herbie Rides Again”); Herbie al rally di Montecarlo («Herbie Goes to Monte Carlo»); Herbie sbarca in Messico (“Herbie Goes Bananas”) e Herbie – Il super Maggiolino (“Herbie: Fully Loaded”).
È stato protagonista anche nei film della serie di Dudù il Maggiolino a tutto gas ed è comparso in altre pellicole tra cui I due Maggiolini più matti del mondo, Ardenne ’44, un inferno («Castle Keep») e Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà («On Her Majesty’s Secret Service»).
…e nei fumetti
Anche nei fumetti è apparso: Dylan Dog, il noto personaggio, guida un Maggiolino cabriolet bianco targato DYD666 ricevuto come pagamento del suo primo caso. Nella storia ll tramonto dei vivi morenti, Dylan guida un Maggiolino terza serie berlina. Il Maggiolino, in versione berlina, fu anche la prima automobile del creatore del personaggio, Tiziano Sclavi. Infine è apparso anche nella serie TV Provaci ancora prof!, con Veronica Pivetti alla guida di un Maggiolino cabriolet bianco. Oltre che in ambito cinematografico, televisivo e fumettistico, il Maggiolino compare in numerosi videogame.
Il Maggiolino prese parte a diverse competizioni sportive, quali l’East African Safari nel 1953, 1954, 1957, 1962, il Rally di Svezia, 1956, il Giro di Australia 1958 con ben 8 maggiolini nei primi 8 posti, e la Mille Miglia del 1954.
Il progetto di automobile con gli occhioni grandi e i parafanghi nato nel dopoguerra, è rimasto nel cuore di tutti e il Maggiolino in tutte le sue declinazioni rimarrà a lungo sulle strade del mondo con centinaia di migliaia di esemplari ancora circolanti.