Il grande affresco del giardino della Casa dei Ceii è tornato a splendere nei suoi intensi colori, dopo il restauro. Un evento che segue di poco l’apertura, a fine gennaio, dell’Antiquarium di Pompei. Lo spazio museale, completamente rinnovato nell’allestimento, dedicato all’esposizione permanente dei reperti sulla storia di Pompei. Due eventi che vanno ad aggiungersi ai tanti ritrovamenti che questo magnifico parco archeologico regala al mondo. La città più antica del mondo vive nel presente e parla al futuro. Il clamoroso “effetto Pompei” ha portato il Parco Archeologico a raddoppiare i visitatori nel giro di pochi anni. Nel 2019 sfiorati i 4 milioni, frutto di uno dei più ambiziosi interventi mai visti in Italia.
La scoperta di Pompei nel 1748 porta a un’immagine nuova dell’Antico. Racconta gli aspetti della vita domestica e quotidiana. Goethe nel 1786, vinto dallo stupore per quella quotidianità ritrovata, esclama: “Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”.
Pompei offre per la prima volta la possibilità di trovarsi in una città media dell’Italia antica. Al suo interno le case hanno pareti decorate con affreschi che riproducevano semplici partizioni architettoniche; raccontare dei miti o tavoli in marmo dove il proprietario esponeva i propri oggetti più preziosi.
Affresco del giardino della Casa dei Ceii
La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II sec. a.C.). La proprietà è stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus, sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La domus era stata oggetto, nell’ambito del Grande progetto Pompei, di interventi di riqualificazione, regimentazione delle acque meteoriche e manutenzione delle coperture.
Come una pellicola sbiadita dal tempo e restaurata, così riprende vita, in tutto il suo fulgore e vividezza, la grande pittura che orna la parete di fondo del giardino della Casa dei Ceii. Si trovano affreschi di scene di caccia con animali selvatici, assieme a scene di paesaggi egittizzanti popolati di Pigmei e animali del Delta del Nilo.
Il restauro degli affreschi
Negli anni, la mancata manutenzione, ha prodotto un progressivo degrado dei dipinti e il danneggiamento degli affreschi, soprattutto nelle parti basse raggiunte l’umidità. L’intervento di restauro, molto complesso, ha impiegato nuove tecnologie. Si è pulita la pellicola pittorica anche mediante l’utilizzo del laser, che ha permesso di ripulire porzioni importanti del dipinto. In particolare nella parte relativa alla decorazione botanica dell’affresco. Le parti abrase del dipinto invece sono state recuperate attraverso un ritocco pittorico puntuale. Gli interventi, eseguiti con i fondi ordinari del Parco Archeologico di Pompei, sono stati curati da Stefania Giudice, Luana Toniolo, Raffaele Guarino.
Antiquarium di Pompei
Il 25 gennaio 2021 è stato riaperto al pubblico l’Antiquarium di Pompei. Lo spazio museale dedicato all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia di Pompei ha un nuovo allestimento. Attraverso i reperti più rilevanti è ripercorsa la storia di Pompei dall’età sannitica (IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 dopo Cristo. Particolare evidenza è data alla relazione con Roma. Nell’edificio sono esposti celebri testimonianze dell’immenso patrimonio pompeiano. Troviamo gli affreschi della Casa del Bracciale d’oro, gli argenti di Moregine o il triclinio della Casa del Menandro. Si trovano anche i rinvenimenti dei più recenti scavi condotti dal Parco Archeologico.
La travagliata storia dell’Antiquarium di Pompei
L’edificio fu soggetto a vicende alterne. Inaugurato da Giuseppe Fiorelli nel 1873 circa e ampliato da Amedeo Maiuri a partire dal 1926, nel 1943 subì i danni del bombardamento che portò alla distruzione di una intera sala e alla perdita di diversi reperti. Seguì un nuovo allestimento nel 1948. Ma ancora nel 1980, il terremoto ne determinò nuovamente la chiusura per ben 36 anni e solo nel 2016, è stato possibile riaprirlo con ambienti dedicati ad esposizioni temporanee.
Oggi si restituisce alla pubblica fruizione uno spazio, completamente rinnovato, che rimanda a quella che fu la prima concezione museale di Amedeo Maiuri e che costituirà un percorso di introduzione alla visita del sito a cielo aperto.
Info: Sito archeologico di Pompei