Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Palazzo Maffei di Verona dopo il restauro è diventato Casa Museo

Sala I “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” (Foto Paolo Riolzi)

Lo storico edificio del 1600 che si affaccia su Piazza della Erbe a Verona racchiude opere che portano il visitatore in un viaggio alla scoperta di Verona e del Veneto. La Casa Museo di Palazzo Maffei raccoglie una collezione che abbraccia un arco temporale che va dal Trecento all’arte contemporanea.

Giovanni Boldini "Piazza delle Erbe"
Giovanni Boldini, “Mercato in Piazza delle Erbe a Verona” circa 1887-1890

In una delle piazze più suggestive di Verona, Piazze delle Erbe, a pochi passi dalla casa di Giulietta, si trova Palazzo Maffei. Uno storico edificio dalla facciata in stile barocco e tardo rinascimentale recentemente restaurato.

L’evento inaugurale è avvenuto il 14 febbraio 2020. Al pubblico presente è stato mostrato il risultato dell’opera di restauro dell’intero palazzo e il percorso espositivo della collezione privata dell’imprenditore veronese Luigi Carlon.

La pandemia da Covid-19, che tra febbraio e marzo 2020 ha coinvolto l’Italia, ha penalizzato le visite alla Casa Museo di Palazzo Maffei. Ancora oggi si dovrà attendere una nuova data per le aperture in presenza per il 2021.

“Verona allo specchio”: video racconti

Altichiero da Verona (cerchia) Cristo davanti a Caifa Tempera su tavola Palazzo Maffei Casa-Museo, Verona Collezione Luigi Carlon
Altichiero da Verona, “Cristo davanti a Caifa Tempera su tavola”, Palazzo Maffei Casa-Museo, Collezione Luigi Carlon

Come altri musei e luoghi di cultura sia in Italia che nel mondo, il Museo ha messo in atto una serie di iniziative on line. Sitratta di proposte virtuali e approfondimenti culturali proposte attraverso i canali social della Fondazione Luigi Carlon.

Per svelare quanto sapere scientifico si celi nella collezione Carlon è stata in questi mesi proposta la serie “La scienza nascosta nell’arte” in collaborazione con l’Università di Verona e il Teatro Nuovo. La serie mostra i legami spesso impensabili tra sapere scientifico e creatività, in capolavori della collezione come quelli di Balla, De Chirico, Gaspar Van Wittel, Lucio Fontana, ecc, e che proseguirà per tutto giugno.

Parte invece ora, parallelamente,  il progetto “Verona allo specchio” curato da Luca Scarlini. Un modo per fare luce sull’importate nucleo di opere “veronesi” della raccolta, legate all’amore del collezionista per la sua città e il territorio.
“Le opere diventano l’occasione di un viaggio alla scoperta di Verona e del Veneto, tra vedute, architetture, pittori e committenti” , dice Luca Scarlini, storico del teatro, saggista e giornalista fiorentino. La prima puntata, il 26 marzo, sarà dedicata all’annuncio del moderno nella visione di Altichiero da Verona. Artista a cavallo di due epoche, interprete del tempo antico, per il tramite del Petrarca e con riferimenti precisi a Giotto.

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Amore per l’arte

Particolare dell'ingresso (Foto Paolo Riolzi)
Particolare dell’ingresso (Foto Paolo Riolzi)

Si deve all’imprenditore Carlon, insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro nel 2012, l’idea di acquistare l’antico Palazzo Maffei. A sue spese ha provveduto al complesso restauro, collocando in tale sede la sua numerosa collezione di opere d’arte che meritava una location di ampio spazio. Forte del suo spirito imprenditoriale e supportato dalla passione per il bello che un’opera d’arte suscita, è riuscito nel doppio intento; coadiuvato per la parte di ricostruzione dallo studio Baldessari mentre il percorso espositivo da Gabriella Belli, nota storica dell’arte e già direttrice dei Musei Civici di Venezia.

Palazzo Maffei: percorso ‘eclettico’ in 18 stanze

Sala IX Salotto blu (Foto Paolo Riolzi)
Sala IX Salotto blu (Foto Paolo Riolzi)

Al piano nobile del Palazzo è esposta la collezione suddivisa per tematiche in 18 stanze su un’estensione di 1000-1100 metri quadrati.

Il percorso espositivo viene più volte definito eclettico. Si possono ammirare dipinti, sculture, mobili, preziosi oggetti d’arte applicata che sono stati collezionati in circa cinquant’anni di ricerche ed acquisizioni.

De Chirico, Il Saluto dell Amico Lontano 1916
De Chirico, “Il Saluto dell Amico Lontano” 1916, Palazzo Maffei Casa-Museo

Le opere sono 350 tra cui 200 dipinti di artisti di chiara fama: dal primo acquisto importante di Carlon ovvero Il saluto dell’amico lontanodi De Chirico del 1916, a cui seguirono opere metafisiche di cui l’imprenditore-collezionista è sempre stato estimatore.

Tra gli altri vi sono dipinti e sculture di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, ma anche di Pablo Picasso, Felice Casorati e Giorgio Morandi accanto a René Magritte, Max Ernst, Marcel Duchamp.
E ancora Afro, Emilio Vedova, Lucio Fontana, Alberto Burri, Tancredi, Gino De Dominicis, Piero Manzoni, e molti altri.
Dai nomi si evince quanto ricca sia questa collezione che abbraccia un arco temporale che va dal Trecento sino all’arte contemporanea.

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Palazzo Maffei: una collezione dal ‘300 all’arte contemporanea

Sala III, in primo piano, Arturo Martini Maternità 1932-1933 Pietra di Finale
Sala III, in primo piano, Arturo Martini, “Maternità 1932-1933” Pietra di Finale

L’esposizione segue un criterio cronologico e cerca di coniugare i vari aspetti dell’arte pittorica o scultorea con la genialità e la ricercatezza dei preziosi manufatti inseriti nelle varie sale. Non mancano, infatti, miniature, disegni, incisioni, libri antichi, maioliche, bronzi, avori, oggetti di vita quotidiana dall’antichità ai giorni nostri.

Nonostante la sua passione per il Futurismo e la Metafisica, Luigi Carlon si è dedicato a collezionare opere d’arte che evocano il territorio scaligero e veneto.

Casa Museo Palazzo Maffei Pablo Picasso Femme assise 1953
Pablo Picasso, “Femme assise” 1953 – Collezione Luigi Carlon

Ha acquistato opere di Altichiero e Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de’ Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci, Jacopo Ligozzi, Alessandro Turchi, Marc’Antonio Bassetti, Antonio Balestra, Giambettino Cignaroli.

L’animo empatico del collezionista veronese va oltre il restauro e la collezione esposta, offrendo al pubblico una biblioteca specialistica su prenotazione, eventi culturali, laboratori didattici, incontri di formazione e altre iniziative tra cui quelle in collaborazione con il Teatro Stabile di Verona e l’Università di Verona – dipartimento culture e civiltà per la programmazione di 16 trasmissioni on line iniziate il 13 novembre 2020 fino al 15 giugno 2021.

Breve storia del Palazzo

Palazzo Maffei

L’edificio si trova sul lato nord occidentale di Piazza delle Erbe. La bellezza della sua imponente facciata è preceduta dalla colonna che termina con il Leone Marciano, simbolo della Serenissima Repubblica. Il 25 Marzo 2021 ricorrono i 1600 anni della fondazione di Venezia. Il Palazzo si sviluppa su due importanti vie cittadine: alla sua destra Via Sant’Anastasia e alla sinistra Porta Borsari. La facciata, oggi restaurata, è frutto di ampliamento attuato nel 1600 dai Maffei, proprietari e famosi banchieri. I Maffei vollero dare inizio ai lavori nel 1626 cercando di abbellire la facciata decorandola con capitelli, lesene, bugnati.

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Al pianterreno si notano le botteghe arricchite da archi a paraste doriche e da bugnati. I piani successivi sono un susseguirsi di elementi architettonici: le porte-finestre con frontoni ricurvi, le semicolonne in stile ionico, i balconi con balaustra che s’affacciano sulla piazza. La lunga e panoramica terrazza abbellita da sei statue mitologiche raffiguranti Ercole, Giove, Venere, Mercurio, Apollo, Minerva costruite in pietra locale ad eccezione di Ercole scolpito in marmo pario.

La scala elicoidale e i resti del tempio romano

Giambettino Cignaroli Cleopatra circa 1770
Giambettino Cignaroli, “Cleopatra” circa 1770

Gli interni non sono meno scenografici ad iniziare dalla decorativa ed ampia scala elicoidale abbellita da statue con soggetti della mitologia classica e da una lanterna. Il piano nobile dove è ospitata la Collezione Carlon, è ricco di stucchi a motivi floreali; di affreschi risalenti al XVIII e XIX secolo; di una cornice in marmo nero che abbellisce il grande camino e di miniature.

I lavori iniziati da Marcantonio e Rolandino Maffei terminarono nel 1668. Lo testimonia una epigrafe murata nel cortile del Palazzo. Sembra che il progetto dell’ampliamento nel 1600 sia frutto di un ignoto architetto romano. I resti del tempio romano edificato nell’area del Capitolium su cui ora poggia il seicentesco palazzo sono visibili all’interno dell’edificio.

Informazioni: https://palazzomaffeiverona.com

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