Lo scorso 25 Marzo 2021 si è celebrato il DanteDì ovvero la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, il Sommo Poeta. Molte sono state le iniziative e gli eventi culturali promossi per celebrare l’anniversario dell’inizio della sua opera più famosa: la Divina Commedia. Secondo gli studiosi, il 25 Marzo del 1300, Dante avrebbe iniziato a scrivere il Primo Canto della Divina Commedia, l’Inferno, all’età di 35 anni. Ciò si evince dal ben noto verso introduttivo: «Nel mezzo del cammin di nostra vita...» in quanto l’età media di un uomo era di circa settant’anni e quindi i conti sono presto fatti.
Molti conoscono le vicende di Dante Alighieri, dalla nascita alle vicissitudini del suo triste esilio; ma anche del suo peregrinare di corte in corte fino all’epilogo a Ravenna.
Essere figlio di un usuraio fiorentino non gli ha portato tanta fortuna. Dante è stato un militante politico del partito dei guelfi bianchi. Firenze del trecento era florida, colta, ma lacerata da lotte intestine che osteggiavano il futuro dei giovani fiorentini.
Luoghi dell’esilio di Dante: il Castello di Fosdinovo
Dante si dedica agli studi e si iscrive alle Corporazioni dei medici e degli speziali. Un piccolo stratagemma per poter accedere alle cariche politiche, in auge a Firenze in quell’epoca. Saranno proprio le cariche pubbliche che ricoprì la causa del suo lungo esilio. Nel 1302, mentre si trovava a Roma per un viaggio istituzionale, gli giunge la nefasta notizia d’essere condannato in contumacia all’esilio. Questo gli comporta di non poter più ritornare nella natia ed amata Firenze.
Inizia così, per il Poeta, un viaggio itinerante che lo porterà ad essere ospite di famiglie molto influenti, signori e possidenti di feudi, di castelli e palazzi signorili. La tradizione popolare, frutto di verità non del tutto accertate, vuole che Dante sia stato ospite presso il Castello di Fosdinovo in Lunigiana, in provincia di Massa Carrara.
Luoghi dell’esilio di Dante: il Vate scrive del degno rifugio
La leggenda narra che Dante abbia soggiornato in questo castello ospite del marchese Malaspina, dal quale venne nominato rappresentante per la pace con la vicina Castelnuovo. Tale evento è raffigurato in un affresco nel salone principale del castello. Sembra che Dante, in fuga da Roma e da Firenze, abbia cercato rifugio in Lunigiana, zona neutrale rispetto agli scontri fra guelfi neri e guelfi bianchi.
Gabriele D’Annunzio a proposito della permanenza di Dante al castello di Fosdinovo scrisse: “Degno rifugio di Dante quel castello di Fosdinovo, su l’altura ventosa, con le sue torri rotonde, con i suoi spaldi invasi dall’erbe selvagge, con le sue gradinate, con i suoi androni, con le sue corti di fosca pietra, con tutta quella sua ferrigna ossatura guerresca che i secoli non hanno incurvata”.
Luoghi dell’esilio: il casato Malaspina citato nel Purgatorio
Una menzione particolare al casato dei Malaspina si trova tra i “principi negligenti” del Purgatorio, specialmente rivolta a Corrado Malaspina.
Ecco cosa scrive Dante nel Canto VIII del Purgatorio, vv. 118-120:
«Fui chiamato Currado Malaspina;
non son l’antico, ma di lui discesi;
a’ miei portai l’amor che qui raffina»
Con queste parole Dante manifesta riconoscenza per l’ospitalità ricevuta dai marchesi Malaspina ed elogia il valore della casata per la liberalità e la tradizione cavalleresca.
Il Castello Malaspina è un antico maniero medievale che si erge sulla collina del paese di Fosdinovo e domina le valli sottostanti: la Val di Magra e l’inizio della Versilia. Il castello, un tempo feudo dei Malaspina, è importante dal punto di vista storico ed architettonico. La fortezza fu costruita nella seconda metà del XII secolo e venne in seguito ingrandita ed abbellita acquistando, con Lorenzo Malaspina, l’aspetto e la dimensione di Corte Rinascimentale.
Luoghi dell’esilio: la stanza di Dante
Situato ad un’altezza di 550 metri s.l.m. gode di una posizione strategica atta a controllare sia le vie percorse dai viandanti e sia lo sbocco verso il mare Tirreno e Ligure. Costruito a pianta quadrangolare, fu ampliato e rinforzato con torrette, torrioni cilindrici con merli a coda di rondine, bastioni possenti mantenendo un aspetto tipicamente militaresco. In epoca rinascimentale la sua funzione militare si avvalse di cortili interni, troniere per i cannoni e diverse feritoie per armi da fuoco collocati lungo la cinta muraria.
Superato l’elegante porticato con colonne in pietra, si accede alle sale del castello arredate ed affrescate verso la fine del 1800: la Sala d’ingresso, la monumentale Sala da pranzo abbellita dal grande camino del 1700 e le ceramiche da farmacia del 1600, la Sala del Trono, la stanza di Dante, il Salone e alcune stanze passate alla storia con nomi leggendari tra cui la camera con trabocchetto, la stanza delle torture. Dalla sala del trono delle scale portano ai camminamenti di ronda e alla torre merlata.
Info: www.castellodifosdinovo.it