Dopo aver concluso la visita al Deposito Rotabili Storici all’interno della stazione ferroviaria di Pistoia, ci attende un romantico viaggio sul Porrettana Express, il treno storico che arriverà sino a Porretta Terme. La Ferrovia Porrettana, inaugurata nel 1864, rappresentò il primo collegamento tra Pistoia e Bologna, attraverso l’Appennino. Fu anche una importante opera ingegneristica poiché, in un breve tratto, si doveva superare un dislivello di 550 metri. Data l’impossibilità del treno a vapore dell’epoca di superare tale erta salita, l’ingegnere progettista fece costruire una galleria semi elicoidale. Questa allungò il tragitto, ma fece diminuire la pendenza da affrontare.
Montagna pistoiese: tutti in carrozza
Intanto, in attesa della partenza si ha tutto il tempo di esaminare la serie di carrozze degli anni ‘30 che compongono il nostro Centoporte. Il nome gli deriva dalla presenza di porte apribili nei singoli scompartimenti, collocati su entrambi i lati del vagone e divisi da un corridoio centrale. Pur dotati all’interno di fermo di sicurezza per ogni accesso, la mancanza all’epoca degli automatismi moderni rendeva evidenti i problemi di sicurezza.
I sedili di legno, ora luccicanti dopo il restauro, lasciano capire quanto potesse essere scomodo viaggiare a quei tempi; in particolare nella più economica terza classe, abolita poi nel 1956. Si può immaginare la confusione di passeggeri accalcati sulle strette sedute; bagagli stipati sulle mensole senza protezione; fumo della locomotiva che entrava dai finestrini aperti per stemperare il caldo estivo. Oggi perdiamo quest’ultima immagine d’epoca poiché la nostra locomotiva è alimentata elettricamente.
Montagna pistoiese godibile dal lento procedere del “Centoporte”
Dai finestrini leggermente appannati, che un tempo potevano essere tirati giù, si è assaporata la frescura della collina che la motrice iniziava ad affrontare. Il lento procedere ha consentito a viaggiatori grandi e piccoli di godere il panorama circostante. Uno scorrere di lontani caseggiati e boschi di castagni lungo le pendici rocciose.
Durante il tragitto è stato possibile visitare il vagone bagagliaio e quello postale. Il primo è attualmente convertito al trasporto di bici e carrozzini; il secondo, il vagone postale, attrezzato col casellario, un tempo era utilizzato per smistare le lettere a seconda della destinazione.
Trekking tra le montagne pistoiesi
Il nostro piacevole viaggio, certamente una grande scoperta per i più piccoli, termina a Castagno. La località, a 500 metri di altitudine, da dove partirà un breve percorso di trekking. Il primo tratto del cammino ci riporta indietro lungo i binari, fino all’ultima galleria attraversata prima della sosta. La nostra guida ci mostra le opere di ingegneria idraulica, costruite accanto alla scura apertura del tunnel. Opere rese necessarie per permettere il passaggio del convoglio ferroviario ai tempi della trazione a vapore.
Nelle immediate vicinanze imbocchiamo uno stretto sentiero che attraversa un’area completamente immersa nella vegetazione costituita essenzialmente da alberi di Robinia, una pianta che ha sostituito quasi del tutto il castagno. Deviamo leggermente da questo percorso poiché non può mancare la visita al ponte in legno che scavalca il sottostante torrente Castagno.
Il museo open-air
In complesso, due brevi e non impegnative passeggiate che ci conducono a Castagno di Piteccio, il piccolo Borgo Museo di Pistoia. Seguendo la meritoria opera di un loro concittadino, Tommaso Paloscia, fondatore del locale museo all’aperto. Qui ogni anno sono ospitati artisti di nazionalità diverse affinché, ispirati dal territorio circostante, creino le loro opere per donarle alla comunità. Il tour nel paese, nel quale è presente una operosa Proloco, ci porta in contatto con i singolari dipinti; ma anche con le estemporanee sculture degli anni precedenti che adornano le stradine acciottolate e i muri esterni delle case.
Montagna pistoiese, terra di mulini
La cittadina di Orsigna è una di quelle mete che lasciano il segno. Antichi mulini, ormai non più attivi, si affacciano lungo un costone roccioso quasi a picco sul torrente Orsigna. Il Molino di Berto ha perso la sua connotazione originaria perché trasformato in un ameno ristorante. Su prenotazione è possibile conoscere anche i piatti tipici della tradizione culinaria locale come i tortelli, ripieni di ricotta e spinaci, i necci, piccole torte di farina dolce, o l’imperdibile castagnaccio e frutti di bosco come dessert.
Dal piano stradale una scalinata conduce, poco più in basso, al Molino di Giamba presso il quale è possibile visitare le strutture utilizzate per la lavorazione delle castagne. Un primo caseggiato in pietra, dal tetto coperto con scandole, risulta essere il luogo dove si effettuava l’essiccazione del frutto. L’interno dell’unica stanza era illuminata dal grande fuoco posto nel centro, utile a essiccare lentamente i frutti precedentemente distesi sul soppalco; tutt’intorno, sedili in legno accoglievano il chiacchiericcio degli operai infreddoliti.
Montagna pistoiese: i Ponti di Leonardo da Vinci
Procedendo ancora più in basso nell’avvallamento, attraversiamo due Ponti autoportanti per raggiunge il caseggiato del mulino. Entrambi realizzati sulla base di un progetto di Leonardo da Vinci. All’interno del mulino una grande macina, mossa dalla forza dell’acqua. Ancora oggi frantuma le castagne essiccate per produrre la farina, da sempre importante alimento nutrizionale.
Dopo questa dimostrazione, purtroppo senza la presenza delle castagne, si prosegue la visita dei luoghi. Ci inoltramo nella cosiddetta Via del Carbone. Un tracciato lungo il quale sono presenti le ricostruzioni del grande capanno ricoperto di paglia, utilizzato come dormitorio dai lavoratori del carbone, e una piccola carbonaia.
Montagna pistoiese: l’albero con gli occhi di Tiziano Terzani
Da Orsigna un strada provinciale sale fino a raggiungere località Case Cucciani. Da qui, seguendo una segnaletica minimale, si prosegue a piedi. Poco più in alto raggiungiamo il sito tanto amato da Tiziano Terzani, immerso nella folta boscaglia. Arrivati di fronte al suo albero, dove è rimasto uno solo degli occhi da lui applicati sul tronco, ci si rende conto che centinaia di persone, quasi in pellegrinaggio costante, sono arrivate fin quassù per testimoniare anch’essi il rispetto per la natura.
Le prove di queste continue frequentazioni sono rappresentate da piccole bandierine di stoffa colorata che, come i Lung-Ta himalayani, benedicono tutto ciò che li circonda o come le preghiere, rappresentate da piccole piramidi di pietra, sparse tutt’intorno. È divenuto ormai un luogo pieno di spiritualità che invita a sedersi sulla nuda terra per una lunga pausa di rilassamento e riflessione.
Info: www.visitpistoia.eu – info@visitpistoia.eu
GALLERIA FOTOGRAFICA MONTAGNA PISTOIESE
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