Tra le località montane che si rivestono dei colori autunnali, il Parco Nazionale della Sila, occupa una posizione preminente nel sud d’Italia. L’area del Parco, posta a settentrione della regione Calabria, si estende su circa 74.000 ettari. Fanno parte di questo comprensorio diciannove comuni appartenenti alle province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. In tale vasto ecosistema sono presenti i bacini idrografici dei laghi Ampollino, Arvo e Ariamacina e i fiumi Crati e Neto. In questi specchi lacustri è stata avvistata la lontra. Una presenza che testimonia la purezza dei corsi d’acqua in cui il mustelide crea il suo habitat. Qui non manca la tipica fauna appenninica (lupo, capriolo, cervo, poiane ecc.); mentre il Pino laricio è il maggior rappresentante dell’imponente impianto arboreo del quale fanno parte cerri, castagni e faggi.
In questa incantevole natura, i meno sedentari trovano molteplici attività sportive da praticare. Vi sono percorsi di trekking e cicloturistici, parchi avventura, campeggi, escursioni a cavallo e su battelli elettrici. Ma si può praticare vela, canoa, bike water, torrentismo, sci di fondo e perfino sleddog, quest’ultimo sul pianoro Carlomagno. A tutte queste dinamiche attività si accompagna benissimo la gastronomia locale. Piatti ricchi di sapore e contraddistinti da quel lieve tocco di piccante. Con queste premesse non ci resta, quindi, che recarci sul posto.
Il Parco della Sila va visitato, non raccontato
Il Parco va visitato come giustamente sostiene il Presidente, dottor Francesco Curcio. Noi abbiamo seguito il suo consiglio. Ora però ci vediamo “costretti” a raccontarlo per stimolare la curiosità di chi ci legge e condividere con loro la bellezza di questi luoghi. Il territorio che ci apprestiamo a scoprire è fruibile durante l’intero anno; ogni stagione ha la sua peculiarità che può orientare la scelta di ciascun visitatore.
Naturalmente noi abbiamo scelto l’autunno. Il clima, relativamente mite, permette di godere appieno del paesaggio che, proprio in questi giorni, veste il suo abito migliore con le nuances del foliage. Chiamatelo come volete, foliage, indian summer o estate di San Martino ma è sempre lo stesso periodo in cui, tra ottobre e novembre, può iniziare quell’attività che negli Stati Uniti è chiamata leaf peeping, ovvero raggiungere i luoghi nei quali è possibile vedere e fotografare le foglie che cambiano colore.
Aria frizzante nel Parco Nazionale della Sila
Da Cosenza, la strada che s’inerpica verso Camigliatello inizia già a mostrare il meraviglioso spettacolo che ci ha riservato quest’angolo di Calabria. Superata la cittadina, le direttive di visita conducono a Lorica, località affacciata sul lago Arvo e sede dell’Ente Parco. Il cambiamento di temperatura induce già ad indossare qualcosa di più caldo e, dopo una breve sosta ai margini del lago, dirigiamo verso est (SS108bis e SP 211) per il nostro primo contatto con i cangianti colori della Sila.
Percorsi appena dieci chilometri un cartello ci indica l’inizio del percorso Pietra dell’Altare. Grandi massi erratici, levigati dall’alternarsi delle stagioni, affiorano dal nudo terreno mentre alle loro spalle si apre il fondale costituito da una schiera di fronde colorate. Sembra che da un momento all’altro questo invitante sipario si debba aprire per mostrarci le altre meraviglie che nasconde. Siamo ancora ad un’altitudine dove predomina il giallo del fogliame mentre le tonalità di rosso le vediamo in lontananza sulle dorsali dei monti.
Parco della Sila: il silenzio della natura
Siamo immersi nel silenzio. Solo lievi aliti di vento smuovono le foglie deponendole lentamente alla base dell’alto fusto, come se volessero ornarlo con un originale tappeto. Poco più avanti il bivio a destra ci conduce sul pianoro di Carlomagno annunciato dal rifugio del Centro Fondo omonimo. Su questi ampi prati si svolgono durante l’anno molteplici attività sportive che vedono la presenza di professionisti e di villeggianti provenienti anche da regioni limitrofe.
Proseguendo sulla provinciale 211 imbocchiamo un breve e non impegnativo percorso di trekking (412 trail) per raggiungere l’Oasi Naturalistica del lago Ariamacina. Nelle pinete che affiancano il sentiero non manca la presenza di numerose varietà di funghi mentre, nei campi che si aprono più in basso, osserviamo pascolare liberamente decine di mucche. È un panorama ad ampio respiro nel quale lo specchio d’acqua è circondato da verdeggianti collinette sulle cui cime volteggiano uccelli migratori che stazionano in queste acque.
Il treno-ristorante nel Parco della Sila
Siamo a poche centinaia di metri dalla stazione di San Nicola-Silvana Mansio dove sostano stabilmente quattro vagoni ferroviari trasformati in un originale ristorante. Poiché è necessaria una pausa ristoratrice, decidiamo di avere uno dei primi contatti con la gastronomia locale che fa leva sui formaggi: il caciocavallo silano, la soppressata DOP, la piccante ‘nduja o la pitta ‘mpigliata, tipico dolce natalizio. Accomodati su sedili d’epoca dell’unico scompartimento ci viene servita, tra l’altro, una zuppa di verdure, patate e fagioli, testimonianza dell’antica tradizione contadina.
La godibile pausa sembra termini troppo presto poiché muoviamo nuovamente verso la prossima destinazione: il Centro di Educazione Ambientale di Cupone, posto a ridosso del lago di Cecita, rivestito dai colori autunnali. Gli antichi capannoni dove operava una segheria, ora accolgono l’Orto Botanico, con le informazioni, anche per i non vedenti, sulla flora autoctona mentre la fauna locale è illustrata nel Museo naturalistico. Lungo il sentiero che percorriamo per raggiungere i recinti faunistici, dove osserveremo pascolare caprioli, daini e cervi, è facile incontrare tronchi con estese incisioni a spina di pesce: un metodo un tempo utilizzato per raccogliere la resina.
Sila, l’incontro con i Giganti
Cinquantasei alberi di Pino laricio, alti più di 50 metri, costituiscono la Riserva Biogenetica I Giganti della Sila (detta anche Riserva di Fallistro) a Croce di Magara. Si resta senza fiato dinanzi a questi monumenti della natura che hanno ormai cinque secoli di vita mentre alcuni superano anche i due metri di diametro. Un polmone verde fortunatamente salvatosi dai disboscamenti del dopoguerra, oggi gestito dal FAI. Tra il sentiero a saliscendi non mancano le curiosità: l’albero dal tronco cavo, il gigante che sembra essersi addormentato sul terreno dopo essere caduto e il commovente abbraccio tra due alberi cresciuti, forse, per confortarsi l’un l’altro.
Il benessere psicofisico che donano questi luoghi, lontani dai rumori e dall’inquinamento della città, è impagabile: ascoltare il silenzio, osservare mille forme di vita che solcano il cielo, le acque e i campi, passeggiare lentamente circondati dai profumi e dai colori della vegetazione, sentirsi immensamente piccoli dinanzi agli imperscrutabili tronchi svettanti verso l’azzurro, sapere che hanno vissuto centinaia di anni prima di noi (e certamente continueranno a farlo) è un regalo che ci dona questa Terra, un dono da mantenere necessariamente in buona salute affinché anche le future generazioni ne possano godere.
Ente Parco Nazionale della Sila – via Nazionale – Lorica di San Giovanni in Fiore (CS) – tel. 0984-537109 – www.parcosila.it – info@parcosila.it
FOTO GALLERY FOLIAGE AL SUD
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