Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Giappone tappa 6: Kinosaki Onsen, bagni termali nelle acque vulcaniche

Tempio-buddista-di-Gokurakuji con giardino zen

Andiamo a conoscere Kinosaki Onsen, cittadina a misura d’uomo famosa per le fonti termali risalenti all’VIII Secolo d.C. Soggiorniamo nell’austera semplicità di un Ryokan. A piedi al monte Daishi seguendo l’itinerario dei fedeli. Consigli e curiosità di viaggio.

Ryokan tradizionale locanda giapponese
Ryokan, tradizionale locanda giapponese (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Per vivere l’atmosfera delle case tradizionali giapponesi consiglio di soggiornare in un Ryokan. È la tipica locanda costruita in legno e carta, dove si può vivere il Giappone d’altri tempi. Il primo Ryokan che ho scelto si trova a Kinosaki Onsen. La cittadina è famosa per le fonti termali scoperte attorno all’VIII Secolo d.C., la si raggiunge in treno in 2 ore e mezza da Kyōto e 3 ore da Ōsaka. Il panorama che mi accoglie a Kinosaki è davvero stupendo. La località si gira comodamente a piedi. I bassi edifici tradizionali si specchiano nei canali e nei corsi d’acqua immersi tra i salici.

Kinosaki Ryokan
Camera che affaccia sul giardino (ph. b. andreani © mondointasca.it)

In questa meravigliosa località vi sono ben 7 Onsen, ovvero i bagni termali di acque vulcaniche che sgorgano naturalmente; se soggiornate in uno dei 70 Ryokan avrete l’accesso illimitato ai 7 complessi termali: un’esperienza da provare! Decido di fermarmi un paio di notti, per assaporare il ritmo calmo di questo luogo e beneficiare dell’acqua vulcanica, che viene opportunamente “addomesticata” per portarla a una temperatura che può arrivare fino a 44 gradi!

Kinosaki Onsen: equilibrio di spazi e luci
Ryokan, camera e veranda
Ryokan, camera e veranda (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Giunto al Ryokan vengo travolto dall’austera semplicità del luogo: un paradiso di ordine e un equilibrio di spazi e luci. All’interno trovo un arredamento essenziale ed elegantissimo, tra cui spiccano meravigliosi vasi blu e l’angolo dedicato agli antenati con un’armatura autentica di samurai. La mia camera è un capolavoro di eleganza: il futon al centro, tutto nascosto negli armadi e lo specchio oscurato da un pannello, secondo la credenza buddhista anti-sfortuna. La vista sul giardino è commovente: un’armonia di alberi, apparentemente disposti in modo naturale ma curati con l’antica tecnica del Niwaki, trasmette un senso di bellezza ed equilibrio.

Cestito con Yucata-e-sandali
Yucata e sandali

Agli ospiti vengono forniti una Yukata, il vestito tradizionale giapponese estivo e informale, e gli zoccoli tradizionali di legno o delle più comode ciabatte per chi – come me – rischia la vita ribaltandosi al primo passo con quegli zoccoli che sembrano trampoli.

A Kinosaki è possibile dimenticarsi delle scarpe e degli abiti occidentali: in paese si utilizzano gli zoccoli o i sandali per camminare e si gira con la Yukata, che dà la praticità di spogliarsi e rivestirsi facilmente quando ci si reca ai vari Kinosaki Onsen.
Questo soggiorno in stile giapponese si rivela molto divertente: l’incontro con alcuni turisti un po’ “oversize” strizzati nelle Yukata è esilarante.

Kinosaki Onsen: la regola delle ciabatte
Kinosaki ciabatte per ogni dove
Ciabatte per ogni dove (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Al Ryokan c’è poi il rebus delle ciabatte! Ne ho ben 6 a disposizione e bisogna imparare in fretta un principio fondamentale: non vanno mischiate! Il paio numero 1 serve per girare a Kinosaki e una volta rientrati va lasciato all’ingresso del Ryokan. Il paio numero 2 va usato dalla reception alla propria camera o negli spazi comuni. Poi c’è il n. 3, che serve per camminare nella propria stanza: bisogna lasciare nel vestibolo della camera il n. 2 e indossare il paio 3.

LEGGI ANCHE  Tallinn capitale verde d’Europa 2023

Quest’ultimo va bene per la zona bagno (con rigorosa asciugatura delle suole), ma non per la zona wc: lì servono le ciabatte n. 4 che trovate nella toilette e dovete ricordare di non portare fuori da lì per motivi igienici. Poi ci sono le ciabatte n. 5 che servono per uscire nel giardino e sono a diposizione nella veranda. E infine, se ci si reca all’Onsen interno al Ryokan, ci sono le ciabatte monouso per accedere ai bagni. Stordito da tanto “leva e metti” decido di fare un bagno nell’Onsen per rilassarmi. Con le ciabatte n. 6 naturalmente!

Kinosaki Onsen a misura d’uomo
A passeggio per Kinosaki
A passeggio per le vie di Kinosaki (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Kinosaki è un centro piacevole da girare a piedi. È pieno di negozietti, di ristoranti, di boutique che vendono abiti e oggetti tradizionali e di caffè, che animano i canali su cui si snodano i 7 complessi termali. Vale la pena di visitarli tutti, magari in 2 o 3 giorni per evitare un’eccessiva esposizione alle acque bollenti. La cittadina offre anche deliziosi angoli: in alcuni punti si vede l’acqua vulcanica uscire a una temperatura molto elevata e grazie a vasche attigue, in cui l’acqua è un po’ raffreddata, è possibile immergere i piedi o cuocere delle uova, che sono vendute al bar con una speciale rete. Vengo poi rapito dalla bellezza e dalla pace del tempio buddhista di Gokurakuji, del suo giardino zen e dell’annesso cimitero; il suono dell’acqua che scorre e delle rane che gracidano mi dà un’emozione così diversa rispetto ai nostri cimiteri.

Itinerario a piedi al monte Daishi
Monte-Daishi-statua-di-Bodhisattva
Monte Daishi, statua di Bodhisattva (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Un itinerario che consiglio di fare a piedi – è possibile anche salire in funicolare – è la passeggiata al monte Daishi. Chiedo alla reception del Ryokan di riavere le mie scarpe (che di norma fanno sparire fino al giorno del check-out) per la salita al monte. Si tratta di un percorso che i fedeli facevano prima di immergersi nelle acque sacre degli Onsen, considerate miracolose per le proprietà minerali e curative. Si parte dalla Yakushido Hall del complesso del Tempio Onsenji, custode delle acque termali: la Hall conserva le testimonianze dei miracoli di coloro che si recavano a Kinosaki per dolori agli arti o difficoltà a camminare.

LEGGI ANCHE  Isole Svalbard: il regno dell'orso polare

A metà della salita si trova il Tempio Onsenji in cui i pellegrini pregavano per la guarigione la statua di Bodhisattva, dea dagli undici volti della compassione. L’ascesa al monte è un sentiero sacro e lungo il percorso trovo statuette votive e lapidi di monaci in un regno di pace e silenzio. Il percorso prosegue verso la cima del monte Daishi. La vista da lassù è davvero impagabile, con l’imponente estuario del fiume Maruyama che sfocia nel Mar del Giappone.

Kinosaki tra dimensione spirituale e ritmo contemplativo
Luci della sera a Kinosaki
Luci della sera a Kinosaki (ph. b. andreani © mondointasca.it)

A Kinosaki si rallenta e si può trovare un ritmo contemplativo. E qui la dimensione spirituale si affaccia per la prima volta in questo viaggio. Dirompente. Mi imbatto in un tempietto di legno chiaro, detto di Mihashira. Osservo tanta semplicità e serenità e mi domando: dov’è la divinità? Non vedo statue di Buddha né un dio Shinto ma solo uno specchio. E lì vedo… me stesso! Lungi da me pensare di essere divino, ma il pensiero di una scintilla di buddhità dentro ciascuno di noi si fa strada e inizia a scavare.

Faccio un’ultima passeggiata tra canali, ponticelli e insegne colorate di carpe, tigri e samurai che fanno da contrasto alle pescherie di granchi di fiume. E alla sera, dopo aver evitato il cibo “italiano” proposto (carbonara con fette di bacon e “gerato”), opto per una cena giapponese.
Mi lascio inebriare dalle luci della notte e dalla luna che si specchia nei ruscelli. Gli unici suoni: gli zoccoli di legno, il canto delle rane e lo scorrere dell’acqua, colonna sonora di questo luogo magico in cui i corsi d’acqua sono accarezzati dalle fronde dei salici con il loro ritmo triste e dolce al tempo stesso.

Giappone in Tasca 6: consigli di viaggio

Come comportarsi in un Onsen
Gli Onsen di Kinosaki
Gli Onsen di Kinosaki (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Gli Onsen nascono come bagni pubblici e la loro funzione originaria si è mantenuta nella maggior parte delle strutture. I giapponesi ci tengono moltissimo ed è importante seguire le regole che li caratterizzano. Bisogna armarsi di rispetto e spogliarsi di pudore: si entra rigorosamente nudi in zone separate per uomini e donne. Si è forniti di un piccolo asciugamano, che ha la funzione di detergere il sudore non di coprirvi. Nell’area dei bagni è fondamentale lavarsi: fatelo accuratamente e lentamente in quanto è segno di rispetto e igiene. La doccia è obbligatoria e va fatta sedendo sugli sgabelli e utilizzando le ciotole e il sapone a disposizione: non entrate nelle acque termali se non vi siete lavati meticolosamente.

LEGGI ANCHE  Giappone tappa 2: da Tokyo all’incanto di Kyoto
Fontanella-zen-a-Kinosaki
Fontanella zen a Kinosaki (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Rimuovete tutta la schiuma dalla pelle, sciacquando abbondantemente in modo da non sporcare le acque termali con residui di sapone. Poi immergetevi nelle vasche cominciando dalla meno calda, per evitare shock. Se siete abbastanza coraggiosi immergetevi nell’acqua fredda e dopo una breve pausa provate la vasca a 44°C, in cui è sconsigliabile sostare più di 2 minuti. Immergetevi lentamente per alleviare la sensazione del caldo sulla pelle e tenete l’asciugamano sulla testa senza immergerlo. Se siete tatuati verificate che l’Onsen scelto accetti i tatuaggi o vi fornisca di cerotti per coprirli. In Giappone i tatuaggi erano usati per bandire i criminali e poiché gli Onsen erano gli unici luoghi dove lavarsi, era impossibile per un fuorilegge nascondersi in società.

Giappone in Tasca 6: Kinosaki Onsen per i più curiosi

La leggenda di Kinosaki
Tempio di Onsenji
Tempio di Onsenji (ph. b. andreani © mondointasca.it)

Le acque termali sono da secoli venerate in Giappone come dono degli dei. In particolare a Kinosaki le acque guaritrici dipendono dal guardiano dell’Onsen e questo spiega la devozione religiosa che accompagna le proprietà curative delle acque minerali. I 7 bagni termali sono luoghi mistici a cui accedere dopo aver chiesto il permesso al dio guardiano e aver pregato per la guarigione sperata al Tempio Onsenji. Qui i pellegrini ottenevano un mestolo che costituiva il biglietto di ingresso ai bagni termali e che si può acquistare ancora oggi.

Gli antichi giapponesi non si spiegavano come potesse esistere acqua calda senza che venisse usato il fuoco: le sorgenti termali erano un prodigio degli dei! Nel 720 d.C. il primo degli Onsen fondato a Kinosaki fu il sacro Mandara Yu, grazie alla preghiera dei 1.000 giorni del sacerdote Douchi Shonin che ottenne dagli dei la guarigione per i malati e dall’imperatore il mandato di costruire il tempio per la protezione delle acque termali e dei fedeli. Un’altra leggenda di circa 1.400 anni fa narra che un abitante del villaggio vide una cicogna bianca immergere la sua zampa ferita in una pozza d’acqua e poi spiccare il volo. Quella sorgente termale fu chiamata “Kou no Yu” cioè bagno termale della cicogna bianca ed è in uso ancora oggi.
Info: www.japan.travel/it/it/

GALLERIA FOTOGRAFIACA DI KINOSAKI ONSEN

Leggi anche:

Giappone tappa 5: La vibrante Ōsaka

Nizza, località creata per i turisti

Cammino di fede e solidarietà a Castiglione delle Stiviere

Condividi sui social:

Lascia un commento