Il buon gusto è una qualità di Torino e dei torinesi. Buon gusto che è eleganza, raffinatezza nei modi, discrezione. Ed è anche buon gusto a tavola. Sarà per merito di una corte reale, sarà per merito di una ricca nobiltà, o di chef blasonati che hanno importato e creato ricette eccellenti. Accompagnate, non c’è bisogno di dirlo, da vini superbi.
Ecco allora un itinerario particolare che si snoda nella Torino del gusto e della gola. Andiamo alla ricerca di piatti e ricette, assaporati, se possibile, in locali di tradizione. Perché anche il contesto vuole la sua parte e sedersi a tavola tra specchi dorati, stucchi e passamanerie d’epoca è un’esperienza che vale doppio.
Peccati di gola: il Caffè Reale
Prima tappa il Caffè Reale all’interno del complesso dei Musei Reali, ospitato in quelle che erano le fruttiere e le dispense di Palazzo. Alle pareti armadiature e vetrine con i servizi reali rimasti a Torino (gli altri sono al Quirinale); troviamo vassoi, teiere, posate in argento, servizi da caffè e tè in porcellana profilata d’oro. Qui, anche per un pranzo leggero, si assapora la cucina tradizionale piemontese: peperoni in bagnacauda, tartare di fassona, vitel tonné, il dolce bunet al cioccolato.
La pausa gastronomica non ci fa dimenticare che siamo nel cuore nobile di Torino, circondati da tesori d’arte e di storia. Intorno a noi oltre mille anni di storia torinese e italiana: Porta Palatina, Piazza Castello, Palazzo Madama, il Duomo, la Cappella della Sindone; e ancora San Lorenzo, tra i capolavori dei geniali Juvarra e Guarino Guarini e le memorie del Risorgimento.
Peccati di gola: il ristorante Porto di Savona
Seconda tappa, anche questa centralissima, il ristorante Porto di Savona, aperto nel 1863, appena dopo l’Unità d’Italia. Si trova in piazza Vittorio Veneto, luogo di ospitalità e ristoro per i viaggatori che partivano da qui in carrozza a cavallo per la Liguria e per Savona. Sullo sfondo il Po che scorre lento e la Gran Madre, alle pareti in legno tante belle foto in bianco e nero che rievocano episodi di un glorioso passato. Per la sua storia ultracentenaria, il ristorante Porto di Savona fa parte dei Locali Storici d’Italia che valorizzano i più antichi ristoranti e caffetterie italiani. www.localistorici.it
Peccati di gola: il Caffè Elena
Sulla stessa piazza ci attende il Caffè Elena, anche questo Locale Storico, qualche volta frequentato da personaggi in costume che completano l’illusione di vivere in altri tempi. Qui la nostra sosta può essere dedicata al rito della Merenda Reale, un peccato di gola e golosa abitudine pomeridiana di Casa Savoia, Riportata in auge da Turismo Torino e Provincia: cioccolata calda, caffè, zabaione e pasticceria secca, pasta di meliga, baci di dama.
La Mole Antonelliana
In questa zona, dopo la Merenda, è imperdibile una visita alla Mole Antonelliana, uno dei simboli di Torino, edificio originalissimo, concepito in origine, alla fine dell’800, come Sinagoga, e allora, con i suoi 167 metri di altezza, edificio in muratura più alto d’Europa. L’Ascensore panoramico porta a 85 metri d’altezza ad ammirare un panorama straordinario sulla città, sul Po, sull’arco alpino che la circonda. Ma per i cinefili la Mole è imperdibile come sede del Museo nazionale del Cinema. Ci si perde tra spezzoni di film celebri, lanterne magiche, costumi e scenografie, set e manifesti, foto d’epoca, star, registi e produttori.
Nell’aula centrale, l’enorme statua del Moloch del film “Cabiria”, capolavoro del 1914 di Giovanni Pastrone, massimo esempio di kolossal del muto, successo internazionale a cui collaborò anche D‘Annunzio, ci ricorda che Torino con i suoi “studios” primi ‘900 è stata anche pioniera nel cinema.
Caffè storici
Proseguiamo nel nostro itinerario gustoso, ricordando che, oltre al Caffè Elena, Torino vanta una notevole presenza di caffè storici tutti ultracentenari, dove un tempo politici, artisti e letterati amavano incontrarsi. Come Baratti&Milano, a cui il Re Vittorio Emanuele II accordò l’onore dello stemma di Casa Savoia, celebrato in un articolo del 1875 con queste parole “…nella nuova Galleria Subalpina è stato inaugurato uno splendido negozio che non ha pari per ampiezza di spazi, ricchezza e bellezza dei decori….”
Peccati di gola: il Caffè Al Bicerin
Il Caffè Al Bicerin, invece, nato addirittura nel 1763 come bottega del confettiere Giuseppe Dentis, ha ancora tavolini e banco in marmo, boiseries, pavimento in legno e serramenti in ghisa originali! Così una sosta al Bicerin, frequentato da Cavour, immerge nell’atmosfera delle cioccolaterie torinesi dell’800. E fa scoprire il gusto prelibato del “bicerin”, cioè la bevanda storica fatta di caffè, cioccolato e crema di latte a strati, che aveva già deliziato Alexandre Dumas, Puccini e Nietzsche. La lunga fila davanti alla porta per entrare dimostra come il “bicerin” sia ancora un rito amatissimo dai torinesi di oggi e da tanti turisti di passaggio.
In attesa di entrare e degustare, (magari per scontare i peccati di gola….) si può fare visita nella stessa piazza, al Santuario della Consolata, chiesa prediletta dai torinesi, vero capolavoro del barocco piemontese, ricchissima di oro, ex voto, stucchi, linee curve.
Peccati di gola: i gianduiotti
Il rito del “bicerin” intreccia la tradizione del caffé con quella del cioccolato. Non dimentichiamo infatti che Torino è la patria dei gianduiotti. Se la produzione di cioccolato risale al Regio Decreto del 1678, e la creazione di tavolette solide risale al 1802, i primi gianduiotti nascono nel 1865. Erano gli anni in cui la carenza di materia prima spinse gli artigiani del cioccolato a mescolare il cacao alle nocciole delle Langhe tritate. Ecco arrivare così il famoso cioccolatino a forma di barchetta rovesciata che prese il nome dalla più classica maschera di Torino. E i cioccolatieri moderni proseguono questa illustre tradizione, da Guido Gobino a Guido Castagna, che tentano i passanti con vetrine colme di praline, tavolette, creme da spalmare, uova decorate, cioccolatini di ogni forma, gusto e dimensione.
Peccati di gola: Extra Vermouth
La Torino di gusto e di gola non finisce qui. Un altro rito è tornato recentemente in voga, grazie al recupero delle tradizioni. È l’aperitivo a base di Vermouth, nato proprio a Torino nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, e venduto all’inizio in una bottega di liquori in Piazza Castello.
La sua ricetta prevede Moscato del Piemonte e vini corposi del Sud, insieme con estratti e infusioni di circa 30 erbe aromatiche. Esistono vari tipi di Vermouth: rosso, bianco, rosato, dry e extra dry. Ecco allora il rito rinnovato oggi di Extra Vermouth che, in alcuni locali selezionati, prevede tre degustazioni di Vermouth in purezza, oppure una degustazione in purezza e un cocktail con l’abbinamento di 4 assaggi di piatti o prodotti tipici piemontesi.
Il Museo Lavazza
Infine un’ultima tappa nel nostro itinerario torinese dedicato al gusto. È il nuovo Museo Lavazza, all’interno della Nuvola, disegnata e progettata da Cino Zucchi: un Museo multisensoriale e interattivo. Racconta la storia di un pezzo d’Italia nell’arco di 120 anni. Si comincia dalla visionarietà del fondatore Luigi Lavazza, una delle più grandi avventure imprenditoriali del nostro Paese. Si passa ai libri contabili e ai menù della prima drogheria; dalle macchine di torrefazione si va alle varietà di caffè provenienti da tutto il mondo; dall’ironia dei Caroselli anni ’60 con i mitici Caballero e Carmencita, alle immagini sexi dei più celebri fotografi mondiali per i calendari; fino alla experience finale del gusto Lavazza. Si scopre, si ricorda, ci si diverte e si assapora, in compagnia della Lavazza Cup, la tazzina di caffè interattiva che guida in un percorso personalizzato. www.lavazza.it
Dove mangiare
Per una cena tipica Le Vitel Etonné in pieno centro è un divertente locale che, in nome del vitello Gioele, propone le più classiche ricette della tradizione: fritto misto, acciughe in salsa verde, uovo in crosta e fonduta, tajerin con asparagi, agnolotti alla finanziera. (https://leviteletonne.com)
Dove dormire
Eleganza raffinata e discreta, si trova all’Hotel Victoria, il più bel boutique hotel di Torino, a pochi passi dal cuore di Piazza Castello.
Info: www.turismotorino.org
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