La nostra vacanza in Sardegna, dopo la città di Alghero, la Riviera del Corallo e le Grotte di Nettuno, continua all’isola dell’Asinara. Sull’origine del nome Asinara vi sono diverse ipotesi. Gli antichi romani l’avevano chiamata “Sinuaria” proprio in virtù delle caratteristiche naturali dell’isola dal periplo “sinuoso”. Situata a Nord Ovest della Sardegna tra il Mar di Sardegna e il Mar di Corsica, presenta una forma stretta e allungata con diverse insenature che fanno da cornice.
Altra ipotesi riguarda il cospicuo numero di asinelli bianchi che popolano l’isola e che pascolano indisturbati lungo sentieri e zone boschive della macchia mediterranea. L’isola è lunga appena 18 chilometri con una superficie di 52 Kmq e un perimetro costiero di 110 chilometri.
Partenze via mare da Stintino e Porto Torres
Tuttavia la bellezza delle coste e delle baie è incomparabile. Acque cristalline dove un semplice bagno diventa momento di relax, circondati dai pesci.
Così come un comodo ristoro in area boschiva, diventa una comfort-zone in compagnia degli asinelli bianchi, ormai assuefatti alla presenza dell’essere umano.
L’approdo all’isola avviene via mare con partenza dal Porto di Stintino o da Porto Torres. Naturalmente la durata della navigazione è subordinata dal porto di partenza. La via più breve è partire da Stintino, località situata sulla punta estrema Nord Occidentale della Sardegna, nota al pubblico per la Pelosa, spiaggia dalla sabbia finissima e bianca e dal mare dal fondale basso e dal color smeraldo. Da Stintino partono le motonavi le quali, dopo una traversata di venti minuti approdano ai “Fornelli” nella zona sud dell’isola.
Come visitare l’isola dell’Asinara
Effettuato lo sbarco è possibile visitare l’isola in vari modi. A piedi, in bicicletta, sulla jeep, e su comodi trenini colorati. La scelta del trenino è senz’altro la più comoda. Si è seguiti da guide ambientali geo marine autorizzate dal Parco che interverranno nelle informazioni storico e naturalistiche.
Non dimentichiamo che attualmente tutta l’isola è sede del Parco Nazionale dell’Asinara e che la zona del mare è Area Marina Protetta; istituiti nel 1997 a tutela dell’integrità floro-faunistica preservata anche a seguito di tanti anni di isolamento. I successivi Decreti Istitutivi del Parco e dell’Area Marina Protetta sono del 2002.
Asinara: rifugio di pirati, abitata da pastori sardi e liguri
L’isola, per secoli è stata frequentata da popolazioni dell’area mediterranea consapevoli della sua straordinaria posizione strategica. Non mancarono pirati, corsari che si riparavano nelle baie e più tardi anche i monaci camaldonesi che qui fissarono le loro dimore.
L’Asinara fu abitata fino al 1885 da pastori sardi e da pescatori liguri che vi si insediarono fino a che gli ultimi 500 abitanti si videro costretti ad abbandonare l’isola per effetto di una legge regia che intendeva trasformare l’isola in una colonia penale agricola e una stazione sanitaria di quarantena. (La Legge n.3183 del 28 giugno 1885 autorizzava quindi l’espropriazione dell’Asinara.)
Acque cristalline dalla ricca fauna
Il percorso di visita prevede l’attraversamento dell’isola con fermate nei punti d’interesse più caratteristici; oltre alla possibilità di effettuare due bagni nelle insenature deserte dalle acque cristalline di un azzurro-turchese incredibile. Il colore e la limpidezza delle acque è dovuto dalla presenza di piccole rocce sommerse e di alghe. In queste acque si trovano cefali, sparidi, spigole, cernie, corvine e murene negli angoli coralligeni. Sporadicamente si possono vedere delfini, tartarughe e balene.
Lungo l’itinerario su strada cementata di 25 km in direzione di Cala d’Oliva, sita a Nord dell’isola, si scorgono qua e là asinelli bianchi, qualche muflone, cavalli, cinghiali, capre selvatiche intenti a pascolare in un territorio scevro di contaminazioni umane.
Centri di interesse storico-naturalistico
I centri d’interesse storico-naturalistico sono il belvedere di Cala Sant’Andrea, Punta Sa Nave luogo in cui cresce la “centaura horrida” pianta legnosa endemica di questa zona definita il fiordaliso spinoso. Si prosegue verso l’Ossario dove all’interno sono presenti i resti dei prigionieri Austro-Ungarici risalenti alla prima guerra mondiale. Campu Perdu, centro ippico in cui sono presenti asinelli bianchi, grigi e cavalli. Cala Reale dove si trovano i ruderi dell’ex Stazione Sanitaria Marittima per giungere a Cala d’Oliva, sede di un agglomerato di edifici tra cui la grande struttura carceraria, oggi dismessa e convertita in luogo della memoria.
Visita all’ex carcere definito ‘Alcatraz del Mediterraneo’
Questa struttura, a partire dagli anni settanta del secolo scorso, da colonia penale agricola fu mutata in carcere di massima sicurezza, dove furono rinchiusi pericolosi esponenti mafiosi, brigatisti, sequestratori. All’interno si possono scorgere le celle, molto anguste, l’infermeria, la barberia, la cucina e ora un piccolo museo che ospita i “ricordi” dei detenuti quali utensili da toilette, piccoli oggetti costruiti dai carcerati, il set di utensili per l’alimentazione che il detenuto riceveva al suo ingresso assieme al cuscino e alle coperte.
Per i limiti invalicabili, le misure di sicurezza, l’isola venne paragonata alla nota Alcatraz in California e venne nominata Alcatraz del Mediterraneo ovvero il carcere dove non è possibile evadere. In effetti, nonostante alcuni tentativi di fuga, solo il bandito Matteo Boe riuscì a fuggire salvo poi essere catturato e costretto a scontare altri quattro anni di carcere.
Nel paesino di Cala d’Oliva si trova l’edificio rosso, la Foresteria, dove i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell’estate del 1985, soggiornarono assieme alle loro famiglie, a preparare gli atti per il maxi processo di Palermo contro Cosa nostra.
Informazioni utili:
La visita guidata per adulto € 65,00; bambini fino a 2 anni € 15,00; da 2 a 10 anni € 45,00. Tassa di sbarco di 5,00 € da versare in contanti il giorno dell’escursione. La tariffa comprende: traversata da Stintino, escursione con il trenino verde da Fornelli a Cala D’Oliva e rientro, guida esclusiva del Parco.
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