Domenica 6 Ottobre 2024 - Anno XXII

Case-grotta nella città dei Sassi

Panorama sui Sassi

Matera e le case-grotta scavate nella roccia, abitate sin da Paleolitico, oggi sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità. I Sassi di Matera da vergogna del Paese sono diventati un forte richiamo turistico. Presenti opere scultoree di artisti come Salvador Dalì.

case grotta I Sassi di Matera all'imbrunire
I Sassi di Matera all’imbrunire (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Matera, Patrimonio Mondiale dell’Umanità protetto dall’Unesco dal 1993 e Capitale della Cultura 2019, è divenuta una destinazione di grande richiamo turistico non solo in Italia. Ciò è dovuto al paesaggio, unico al mondo, costituito dai cosiddetti Sassi di Matera. I Sassi racchiudono le antiche case-grotta scavate nella roccia che si estendono lungo il versante della gravina su due livelli sovrapposti.

Sasso Caveoso, chiesa rupestre di Santa Maria de Idris, affreschi
Sasso Caveoso, chiesa rupestre di Santa Maria de Idris, affreschi (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Questo particolare scenario fu abitato sin dal Paleolitico. Nel corso dei millenni l’uomo, avvalendosi della morbidezza della pietra calcarea, è riuscito a modellare l’ambiente naturale per adeguarlo alle proprie necessità. Oltre ad adattare la sua abitazione al crescere delle esigenze, sopperiva ai bisogni idrici incanalando l’acqua piovana in cisterne ipogee. Intorno all’anno Mille con l’arrivo dei monaci basiliani scacciati dai Bizantini, negli insediamenti si sviluppò anche la vita spirituale. Vennero costruite piccole cappelle abbellite con affreschi e arricchite da colonnati e altari scavati nella roccia.

Case-grotta e il dopoguerra
Case grotta verso Murgia Timone
Case grotta verso Murgia Timone (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Dopo l’ultimo conflitto mondiale il sito era ancora densamente popolato. Nelle case-grotta ci abitavano i meno abbienti. Questo significava vivere in locali umidi e male illuminati. Le case-grotta erano spesso condivise con asini e pecore, rendendo precarie le condizioni igienico-sanitarie.

Una situazione mal sopportata dai concittadini più fortunati, costretti, come apprendiamo da una diretta testimonianza, a non dichiarare di essere residenti a Matera. Questo perché gli abitanti delle case-grotte furono definiti da Togliatti un’infamia nazionale, mentre per De Gasperi rappresentavano la vergogna del Paese. Una legge del 1952 pose fine a questo degrado costringendo 15.000 persone, che ancora vivevano in quelle condizioni, a trasferirsi nelle nuove case costruite nella parte alta della gravina.

Il sito, svuotato dalla miserabile vita di un tempo e ormai disabitato, si avviò così verso un completo degrado. Non mancò tuttavia un piccolo gruppo di illuminati cittadini che intuirono il valore culturale di quella parte del loro territorio. Iniziarono così un’opera di investigazione che li portò alla scoperta di numerose chiese ipogee, ormai dimenticate, ricche di affreschi.

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Case-grotta, la rinascita
Fontana dell'Amore su via Muro dello scultore napoletano Domenico Sepe
Fontana dell’Amore su via Muro dello scultore napoletano Domenico Sepe (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Da quel momento, col susseguirsi delle scoperte, si intuì che oltre all’interesse artistico il sito delle case-grotta era parte della storia cittadina. Quest’ultima, nonostante tutto, non poteva essere dimenticata. Tali scoperte ebbero rilevanza mondiale con la conseguente nascita di un incessante flusso turistico verso questa meta.

Da diversi anni, ormai, nei Sassi non vive stabilmente quasi più nessuno. Ciononostante i due quartieri che li compongono, il Barisano e il Caveoso, pullulano di turisti i quali trovano accoglienza nelle case-grotta trasformate in eleganti B&B, in alberghi diffusi o in ristoranti dove non manca l’offerta di ricette locali ormai sottolineate dalla presenza dell’immancabile peperone crusco. Negli immediati dintorni non mancano strutture agrituristiche lontane dal caos cittadino che offrono eleganti soluzioni di soggiorno.

In giro tra i Sassi di Matera
Piazza Vittorio Veneto, Elefante Trampoliere di Salvador Dalí
Piazza Vittorio Veneto, Elefante Trampoliere di Salvador Dalí (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Seguendo Antonia Rafaele, la nostra erudita e ineludibile guida, da via Duomo imbocchiamo il tunnel dei Gradoni Sant’Antonio. Ha così inizio il nostro itinerario che ci condurrà fino a via Madonna delle Virtù, dopo aver attraversato buona parte dei Sassi. Un primo, interessante punto di vista è in prossimità delle terrazze del Residence San Gennaro dove troviamo Anna e Caterina, due simpatiche sculture dell’artista romana Margherita Grasselli.

Da qualche tempo il tessuto dei Sassi si è arricchito di opere scultoree di importanti artisti come Salvador Dalí. Suoi lavori sono infatti presenti in Piazza Vittorio Veneto (l’Elefante Trampoliere) e all’inizio di via Madonna delle Virtù (Cavallo con l’orologio molle).

I monumenti e chiese nei Sassi
Cattedrale di Santa Maria della Bruna, navata centrale
Cattedrale di Santa Maria della Bruna, navata centrale (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

I monumenti più importanti all’interno del nucleo antico sono senz’altro la Chiesa di San Pietro Caveoso e la Cattedrale di Santa Maria della Bruna. La prima è appunto nel Sasso Caveoso, che deve il suo nome probabilmente alle cave da cui si ricavò parte del materiale da costruzione. La Chiesa fu edificata nel 1218.
Nel periodo barocco furono aggiunte la facciata e il campanile, mentre gli interni furono ampliati con l’aggiunta delle navate laterali e la sostituzione del tetto ligneo con un soffitto in tufo.

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La Cattedrale fu invece innalzata nel punto più alto della Civita, l’altura che divide i due Sassi e dalla quale si domina l’intero abitato. Fu completata nel 1270, ed è stata recentemente restaurata; la facciata conserva intatti i caratteri del romanico pugliese, con il rosone centrale a sedici raggi e i bassorilievi raffiguranti i santi e i martiri della storia cristiana.

case grotte Ponte tibetano sui Sassi
Ponte tibetano sui Sassi (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

L’altro edificio di rilievo nel Sasso Barisano, monumento nazionale dal 1988, è il Convento di Sant’Agostino, in stile barocco, risalente alla fine del ‘500.

Percorrendo via Madonna delle Virtù siamo accolti da un panorama eccezionale: da una parte sono i Sassi, che si alzano sopra le nostre teste; sul versante opposto si innalza l’altopiano della Murgia Timone, punteggiato da grotte e sentieri mentre sul fondo del canyon si intravede il candido ponte tibetano che collega i due versanti.

I Sassi e le case-grotta diventano set cinematografici
Sasso Caveoso, chiesa di Santa Maria de Idris
Sasso Caveoso, complesso di Monterrone, chiesa di Santa Maria de Idris (ph. © emilio dati – mondointasca.it)

Dagli antichi viaggiatori medievali fino a Carlo Levi, tutti hanno rilevato la singolarità di questa struttura urbanistica che è giunta stratificata sino ai nostri giorni. Ma hanno attirato anche l’attenzione di molti registi, italiani e stranieri, che qui hanno trovato le scenografie ideali per i loro film. Tra i tanti, ricordiamo Alberto Lattuada col suo film La lupa (1953); Pier Paolo Pasolini con Vangelo Secondo Matteo (1964), Francesco Rosi con Cristo si è fermato a Eboli (1979), Ben Hur, Wonder Women, il contestato The Passion di Mel Gibson e l’ultimo James Bond (Daniel Craig) in No Time to Die (2019).

Anche i giapponesi sono rimasti stregati da tanta bellezza antica, tant’è che un loro famoso anime è ambientato da queste parti, ed è intitolato appunto Il Fantasma di Matera. Ma i Sassi di Matera continuano ancora ad essere un’ambita scenografia, una irrinunciabile location dove immortalare i propri film così come farà prossimamente Angelina Jolie.

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Informazioni utili

La nostra visita è stata organizzata da Europe Go Tour Operator – via Lucana 199 – Matera  www.europego.it e ad accompagnarci la Guida Turistica Antonia Rafaele 389 4328271 – anto.raf@live.it; per dormire ci siamo appoggiati all’Agriturismo Torre Spagnola: www.torrespagnola.it

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