Milano rende omaggio al grande genio fiammingo Hieronymus Bosch e alla sua fortuna nell’Europa meridionale con la mostra “Bosch e un altro Rinascimento” dal 9 novembre 2022 al 12 marzo 2023. Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte: dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti; oltre a volumi antichi e a una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wünderkammern. Tra questi spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch; opere derivate da soggetti del Maestro, mai presentate insieme in un’unica mostra. Bosch è infatti autore di pochissime opere universalmente a lui attribuite e conservate nei musei di tutto il mondo. Proprio perché cosi rari e preziosi, difficilmente i capolavori di questo artista lasciano i musei cui appartengono; ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione.
La Mostra di Bosch a Milano è un’occasione per immergersi nel mondo selvatico e fantastico di uno dei massimi interpreti della pittura europea del Cinquecento. È un incontro con l’arte visionaria e affascinante, prodotta da uno degli artisti più geniali e originali dell’intera storia dell’arte.
Hieronymus Bosch visto da vicino
In tutto il mondo è noto per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche. Pseudonimo di Jeroen Anthoniszoon van Aken, Hieronymus Bosch nacque intorno alla metà del Quattrocento (1453 – 1516) in una famiglia di pittori nella zona del Brabante, nelle Fiandre. Il ‘fenomeno Bosch’ ebbe infatti origine nel mondo mediterraneo, precisamente nella Spagna e nell’Italia del Cinquecento. Sarà proprio in Italia che il linguaggio fantastico e onirico di Bosch e dei suoi seguaci, protagonisti di un ‘altro Rinascimento’, troveranno il terreno più fertile e maturo per crescere e diventare modello figurativo e culturale per quel tempo e per molte delle generazioni di artisti successive, anche a distanza di secoli.
Tema centrale delle opere di Bosch sono i vizi e le virtù umane, la dannazione e la possibilità di salvezza, i sogni, le paure e le ambizioni umane. Tutte, sempre raccontate e ragionate attraverso le sembianze fantastiche di esseri ibridi e creature simboliche che ancora oggi non hanno trovato un’interpretazione univoca. Opere che restano immerse nel mistero e nel fascino senza tempo che ancora comunicano e che hanno ispirato, nel corso dei secoli, molti artisti. Un terreno fertile che per le visionarie realizzazioni di Salvador Dalì, di Max Ernst e del Surrealismo in generale.
Bosch e un altro Rinascimento
La mostra milanese “Bosch e un altro Rinascimento” punta l’attenzione su come il linguaggio potente e universale di Bosch abbia creato un’immediata eco nell’arte del Quattrocento e del Cinquecento. L’esposizione non è una monografica convenzionale. Mette a confronto capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli. Un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto l’altro Rinascimento non solo italiano e non solo boschiano negli anni influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri.
La mostra di Hieronymus Bosch a Milano è una grande retrospettiva che presenta al pubblico questo artista unico, facile da amare e difficile da comprendere. Una volta svelato però rivela tutto il fascino di un mondo antico che si esprime con mezzi moderni. Uno spirito geniale che ha precorso i tempi creando un’arte che non è mai stata eguagliata e che ancora riesce a parlare al pubblico in maniera profonda e al contempo divertente e sognante.
Il progetto espositivo, promosso dal Comune di Milano-Cultura, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, è realizzato da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore. La curatela della mostra è stata affidata a: Bernard Aikema, già professore di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona; Fernando Checa Cremades, professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado; Claudio Salsi, direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano.
Info su “Bosch e un altro Rinascimento”: www.palazzorealemilano.it