Lasciamo Matera e i suoi Sassi, città un tempo sconosciuta ai più, in una soleggiata mattinata di settembre. Supportati da un’ottima e abbondante colazione consumata presso la nostra struttura agrituristica, ci dirigiamo verso la nuova destinazione. Prima di lasciare i confini comunali, volgiamo uno sguardo al riarso paesaggio che contorna questo centro assurto a imperdibile meta. I Sassi di Matera infatti hanno ritrovato una nuova vitalità.
Accompagnati dalla nostra inseparabile guida e da Angela Izzo, ineguagliabile driver, ha inizio il nostro percorso giornaliero. Ci dirigiamo verso le colline tra borghi disabitati per raggiungere Montescaglioso con vista sulle Gravine, nella valle del fiume Bradano.
Andar per colline
Nell’antichità colonizzare il cocuzzolo più alto del territorio consentiva ai signorotti dell’epoca di controllare le vie d’accesso alle valli. Ma anche di avvistare anzitempo il pericolo derivante da probabili incursioni nemiche. Se poi il sistema difensivo era costituito da possenti manieri fortificati, questi divenivano anche un faro d’attrazione. Infatti rappresentavano un sicuro rifugio in caso di assalti per quei contadini che, richiamati dalla protezione offerta, arrivavano dal vicino contado per coltivare le proprietà feudali.
Questi lavoratori, dapprima nomadi, man mano si insediarono stabilmente sul territorio che abitarono con le loro famiglie: nascevano così i piccoli borghi. Insediamenti che conosciamo tutt’oggi e che, di quell’antico tessuto urbano, hanno conservato quasi interamente tracce e memoria.
Borghi come oasi di tranquillità
Ma quella posizione isolata, considerata un tempo un pregio per evidenti ragioni di sicurezza, oggi rappresenta un ostacolo allo sviluppo. Le comunità infatti restano lontane dalle principali vie di comunicazione che attraversano le valli sottostanti. Questo cambio di esigenze ha determinato l’abbandono della terra natale in cerca di aree più ricche che offrissero migliori possibilità di vita. Chi, più coraggioso o meno fortunato, è invece rimasto, ha intrecciato legami sempre più stretti con le tradizioni della propria terra della quale conosce ogni pietra, ogni albero, ogni filo d’erba.
Nei paesi rimasti quasi disabitati dove il forestiero si vede solo in occasione di importanti feste patronali, ha inizio oggi una nuova colonizzazione. Gli abitanti delle città attirati dall’aria salubre e dalla buona cucina tradizionale arrivano in queste oasi di tranquillità: si tratta di nuovi paesani accolti dalla popolazione locale con grande apertura e disponibilità, caratteristiche che ricordano rapporti interpersonali d’altri tempi.
La valle in cui scorrono quasi affiancati i fiumi Bradano e Basento, che di lì a poco sfoceranno nel Mar Jonio, è coronata appunto da questa tipologia di borghi. Ognuno annuncia la sua presenza con i torrioni dei castelli o con le guglie delle chiese che emergono solitari sulle estreme cime dei colli.
Montescaglioso la città dei monasteri
Montescaglioso sorge ad oltre trecento metri di altitudine, un’altezza dalla quale si gode un’ampia panoramica sulla valle del fiume Bradano e sulle gravine. Tra i quattro complessi monastici esistenti nel territorio comunale, l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo è uno dei più importanti della Basilicata. risalente probabilmente alla fine dell’anno 1000. L’Abbazia, che si fa risalire all’anno 1000, è ubicata laddove sorgeva l’acropoli della città greca come documentato dai reperti archeologici ritrovati in zona. Testimonianze della sua storia sono disseminate nel centro storico mentre il centralissimo corso della Repubblica riunisce, tra chiese e palazzi seicenteschi, i monumenti più significativi.
Montescaglioso era anticamente difesa da un perimetro fortificato sul quale si aprivano sei porte: quella Maggiore, demolita nel 1868, era unita al castello normanno-angioino. Del castello restano solo le due torri angolari che contornano il prospetto affacciato su piazza Roma. Su questa stessa piazza è presente l’alto obelisco sormontato dalla statua benedicente del patrono della città, San Rocco, al quale è dedicata la vicina chiesa del XVI secolo.
Montescaglioso: Porta Sant’Angelo e l’Abbazia benedettina
Risalendo il corso principale verso nord si raggiunge la residua Porta Sant’Angelo che chiude su un lato piazza del Popolo, ornata centralmente dal Monumento ai Caduti. L’antica Porta segna il punto d’accesso all’opera architettonica più celebre della città: l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo.
Questo grande edificio religioso solo dopo l’Unità d’Italia divenne proprietà del Comune di Montescaglioso che lo destinò ad accogliere uffici e scuole fino agli anni sessanta del Novecento. Lo stato di abbandono in cui versò l’immobile negli anni successivi lo rese inagibile fino a che, nel 2017, non iniziarono i lavori di restauro per renderlo nuovamente fruibile alla popolazione e ai turisti.
Abbazia di San Michele Arcangelo una visita interessante
All’ingresso è stato istituito il punto informazione mentre alcune sale sono destinate ad accogliere antichi manufatti, come il possente telamone, e il museo del folclore lucano. A tale proposito sono da menzionare le numerose manifestazioni che si svolgono a Montescglioso, come quella legata al Carnevale. In quei giorni i figuranti, completamente coperti da vestiti realizzati con ritagli di giornali, sfilano tra le vie cittadine interpretando un tradizionale canovaccio che coinvolge anche il pubblico.
La visita percorre la sala del capitolo, il refettorio e la cucina ubicati al piano terra dove si aprono anche due caratteristici chiostri in stile gotico sovrastati dall’alto campanile a bifore. Al piano superiore sono posti il dormitorio, l’appartamento dell’abate e la piccola sala della biblioteca che conserva un pregevole ciclo di affreschi del XVII secolo, con raffigurazioni di Santi.
‘Ora et labora’ il motto benedettino
Comunque durante la visita a questo grande complesso occorre fantasia poiché gli ambienti sono completamente vuoti. Bisogna quindi immaginare la vita di ogni monaco chiuso nella sua celletta, i momenti di lavoro nei confinanti terreni di proprietà o quando, al lume di candela, i religiosi erano chini sui volumi da trascrivere e ornare con preziose miniature. Si trattava comunque di una comunità autonoma, quella benedettina il cui motto era ‘Ora et Labora’, nella quale si produceva olio, vino e formaggio. Inoltre, per affrontare la carenza d’acqua furono costruite, nel corso dei secoli, una decina di cisterne che, ancora oggi, sono funzionanti e possono contenere fino a due milioni di litri d’acqua.
Conclusa la visita dirigiamo verso i margini del paese che sono interamente affacciati sulla Murgia. È uno spettacolare colpo d’occhio, una visione a 360 gradi che coglie la città di Matera a nord fino a scorgere la più lontana Taranto. Non è solo lo spettacolo naturale che ci coinvolge ma anche la presenza di un gigantesco megafono: è proprio il Mega-Megafono, un’installazione artistica che permette, a chi volesse cimentarsi, di inviare un saluto a tutta la valle sottostante: pare che funzioni davvero!
Informazioni utili
Montescaglioso
- Proloco – piazza S. Giovanni Battista 15 – 0835-200630/328-8407904
- Infopoint del Centro di Educazione Ambientale all’interno dell’Abbazia.
- Abbazia di S. Michele Arcangelo – 334-8360098 – apertura 10.00/13.00 – 15.00/19.00 – in inverno chiusura alle 17.00
- La locanda dell’Abate – Largo Monterrone 18 – 350 0906730
Matera
- Europe Go Tour Operator – via Lucana 199 – 0835 1970194 – www.europego.it – info@europego.it
- Autoservizi Damasco – Recinto XX Settembre 12 – 389 1924077 – www.autoservizidanasco.it – info@autoservizidamasco.it
- Guida Turistica Antonia Rafaele – 389 4328271 – anto.raf@live.it
- Agriturismo Torre Spagnola – c/da Torre Spagnola – 0835 339214 / 329 3088777 – www.torrespagnola.it – info@torrespagnola.it
GALLERIA FOTOGRAFICA MONTESCAGLIOSO
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