Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Citroën e l’Italia: una storia che compie un secolo

1974 Citroën SM coupe main Alfa Romeo Maserati Stellantis

Il marchio automobilistico francese da 100 anni ha incrociato i suoi destini con il Bel Paese. Un legame che inizia nell’agosto 1924 con l’acquisto del terreno in Via Gattamelata a Milano, da Nicola Romeo, proprietario dell’Alfa Romeo.

Andre Citroen e Nicola Romeo al centro
Andre Citroen e Nicola Romeo al centro nei capannoni di Gattamelata a Milano

La casa automobilistica francese Citroën ha avuto nel corso degli anni diversi legami con l’Italia. Tutto inizia alla fine dell’agosto 1924. André-Gustave Citroën, fondatore dell’omonimo marchio automobilistico, acquista un terreno a Milano da Nicola Romeo, proprietario di Alfa Romeo, che proprio lì vicino aveva il suo stabilimento di produzione.

Su quel terreno in via Gattamelata, dove oggi sorge il flagship di Stellantis, nacque la prima filiale di Citroën in Italia.
Inizia così un legame profondo tra il marchio francese e il Bel Paese, che si snoda lungo 100 anni contraddistinti da innovazioni tecnologiche, successi sportivi e memorabili creazioni su quattro ruote.

L’ingresso nel mondo dell’automobilismo
Linea assemblaggio Citroën 10hp
Linea di assemblaggio della Citroën 10hp

Nel 1902 André apre la sua prima attività: le Acciaierie André Citroën che producono fra l’altro le “ruote dentate a doppia elica”, dalla cui forma a “V” nascerà il simbolo delle due punte di freccia direzionate verso l’alto inteso come futuro: il famoso “Double Chevron”.
Sei anni dopo, entra nel mondo dell’automobile, nell’azienda automobilistica Mors. Il 26 maggio del 1914 André Citroën sposò l’italiana Giorgina Bingen, figlia di un banchiere di Genova.  

Citroen Type A 10HP del 1919
Citroen Type A 10HP del 1919

La sua prima auto, la Citroen Type-A 10HP, uscì dalla catena di montaggio nel mese di maggio dell’anno 1919, e fu esposta sugli Champs-Élysées, a Parigi. Nel 1933 André Citroën aveva dotato le vetture prodotte di tutti i più moderni dispositivi e di ogni comfort. In particolare carrozzerie più aerodinamiche con le nuove calandre studiate da Flaminio Bertoni, la “monoscocca” che unita alla costruzione “tutto acciaio” le rendeva robuste e leggere allo stesso tempo.

Flaminio Bertoni: un italiano alla corte di Citroën
Flaminio Bertoni Traction Avant Citroen Stellantis
Flaminio Bertoni al lavoro su una maquette della TractionAvant

Ma chi era Flaminio Bertoni? Nato nel 1903 a Varese, era un designer e scultore italiano. Appena conseguita la licenza tecnica nel 1918, Bertoni entrò come apprendista nella Carrozzeria Macchi. Cinque anni dopo, alcuni tecnici francesi in visita alla Macchi, vista la creatività del giovane disegnatore, lo esortarono a fare esperienza in Francia.
In quegli anni, la Francia era il centro della ricerca automobilistica, la fucina delle idee che diedero vita all’automobile moderna.

Bertoni si presentò ad André Citroën esibendo un suo brevetto per il sollevamento pneumatico dei finestrini. Venne assunto immediatamente. Ritenendo d’aver accumulato sufficiente esperienza, un paio d’anni più tardi Bertoni rientrò a Varese e aprì uno studio di progettazione; aveva, però, idee troppo avanzate per l’imprenditoria italiana del tempo, di conseguenza ritornò a Parigi, nel 1931, per non fare più ritorno in Italia.

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Le Citroën di Bertoni
Citroen 2CV
Citroen 2CV

Dopo una breve esperienza nella Société Industrielle de Carrosserie, rientrò alla Citroën, trovandosi ad essere l’uomo giusto, al posto e nel momento giusto.
Gli venne commissionata la forma della futura Citroën Traction Avant e, per la prima volta nella storia dell’automobile, ne realizzò il progetto in tre dimensioni, eseguendo la maquette della vettura in scala, grazie alle sue doti di scultore.

Da allora firmò le più importanti automobili Citroën fino al 1964, dalla Traction Avant alla 2CV, dalla DS19 all’AMI6, ai furgoni TUB e a tante altre idee e intuizioni.

Un modello leggendario la Traction Avant
Citroen TractionAvant7
Traction Avant

Negli anni trenta in Citroën nacque il progetto di una vettura basata su questo principio: le ruote anteriori sono quelle che devono imprimere il moto, in modo tale di dirigere la vettura nella direzione impostata dal conducente.
E per rendere il nuovo modello il più bello, oltre che il più innovativo, possibile, ne affidò lo stile a Flaminio Bertoni. E il 18 aprile 1934, 90 anni fa, venne presentata a Parigi la Traction Avant.
Era bassa, filante, diversa, non c’erano i predellini perché non si doveva più “salire in vettura” ma accomodarsi a bordo nelle grandi e comode poltrone di cui era dotata.
La Traction Avant era unica, in quanto riuniva in uno stesso modello tutte le soluzioni tecniche più moderne dell’epoca.

Citroen Traction Avant 15Six Berlina
Traction Avant 15Six Berlina

Citroën la voleva aerodinamica e Bertoni prese spunto dalle aggraziate forme di un cigno, un cigno nero incredibilmente bello. Queste qualità, costantemente migliorate nel tempo, assicurarono alla Traction Avant un vantaggio tecnico rispetto a tutte le altre vetture, garantendole una carriera brillante ed eccezionalmente lunga, conclusasi solo nel luglio 1957.
In poco più di 23 anni, furono prodotte 758.948 unità di tutti i modelli con diverse carrozzerie, berlina, coupè, cabriolet, famigliare, limousine con 6 finestrini e 7 – 9 posti, commerciale-turistica.

Autentica icona francese, la Traction Avant è una delle poche automobili considerate da molti un vero e proprio monumento storico, l’auto del cittadino qualunque, l’auto dei rapinatori di banche, il veicolo con cui la Resistenza libera la Francia, l’auto ufficiale dello Stato preferita del Generale Charles de Gaulle.

La Citoën DS, la dea
Citroen DS 19 squalo
Citroen DS 19

Flaminio Bertoni, che aveva aggraziato le linee della TPV, trasformandola nella simpatica 2CV che tutti amiamo, cominciò a lavorare alla sagoma della DS nel lontano 1938.
Inizialmente come un restyling della Traction Avant ma poi la direzione di Citroën disse a Bertoni che il suo obiettivo non era più l’ammodernamento della Traction, ma la realizzazione di una nuova “Vettura a Grande Diffusione”: nome in codice VGD, ovvero la futura DS.
Bertoni iniziò a scolpire la forma della nuova auto sulla base di quella della goccia d’acqua, quindi la più aerodinamica. Successivamente, tra il 1953 ed il 1954, fu un pesce a ispirare Bertoni che una domenica mattina, partendo da un blocco di gesso, incise la sagoma pressoché definitiva della futura DS19
La vettura che ne risultò era tuttavia molto lunga, con la rapidità che lo contraddistingueva, Bertoni accorciò la “VGD” di circa un metro, e mascherando il taglio con i celebri coni di plastica che ospitano anche gli indicatori di direzione posteriori.

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Curiosità
Salone esposizione Citroen Milano anni 20-30
Milano, stabilimento Società Anonima Italiana Automobili Citroen tra il 1924 e il 1940, Salone esposizione

Bertoni continuò a lavorare alla linea della DS: un sabato mattina, nel dicembre del 1963, si racconta che si fece portare il muso completo di una DS nel suo laboratorio e con martello, plastilina e plexiglass, in poche ore, distrusse e ricostruì cofano, paraurti e parafanghi, creando il celebre “muso di squalo” che contraddistinguerà le DS prodotte dal settembre del 1967 in poi.

La DS fu presentata nell’ottobre del ‘55 al Salone dell’Auto di Parigi e il 24 aprile del 1975 l’ultima DS, una 23 iniezione elettronica Pallas, lasciò le catene di montaggio.

Il Museo Flaminio Bertoni

Il 10 maggio 2007 è stato inaugurato a Varese il Museo Flaminio Bertoni. Nel 2016 è stato trasferito in un padiglione interamente dedicato al designer e stilista automobilistico varesino, presso il Museo di Volandia a Somma Lombardo. Al suo interno oltre alle automobili di fama mondiale come la Citroën Ds, sono esposti i bozzetti, le sculture e gli studi dell’artista.

Il nuovo progetto SM
Citroen AMI 6
AMI 6

ll progetto che in seguito avrebbe dato alla luce la SM nacque verso la fine degli anni cinquanta. L’idea era di una granturismo di alto lignaggio che desse lustro alla Casa francese e alla sua gamma. Già nel 1955, ancor prima dell’avvio del Progetto S, Flaminio Bertoni ipotizzò una possibile interpretazione in chiave coupé della DS, proposta mediante uno dei suoi tanti visionari disegni. Ma almeno inizialmente, Bertoni fu destinato ad un progetto più urgente, ossia il disegno della carrozzeria della futura Ami 6, cosicché per alcuni anni non si prese in considerazione lo styling della futura coupé di lusso, anche per l’incertezza sulla motorizzazione.

Fu Robert Opron, l’allievo prodigio di Bertoni, che nel 1962 fu chiamato a occuparsi del Progetto S dal punto di vista stilistico raccogliendo l’eredità professionale di Bertoni, morto poco prima.

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Citroën SM motorizzata Maserati
citroen SM motorizzata Maserati
Citroen SM con motore Maserati

Il fatto fondamentale avvenne nel marzo del 1968 quando la Casa francese acquisì il pacchetto di maggioranza della italiana Maserati dalla famiglia Orsi.
In questo modo la Citroën poteva finalmente disporre di adeguate motorizzazioni per realizzare una vettura GT ad alte prestazioni, combinando le sue sofisticate sospensioni idropneumatiche con le prestazioni di propulsori sportivi.
L’allora progettista e direttore tecnico della casa modenese, l’ingegner Giulio Alfieri nel tempo record di due mesi approntò un motore V6 da 2.7 litri particolarmente compatto e leggero.

La SM, presentata nel 1970, era imponente ma filante allo stesso tempo, caratterizzata frontalmente dai grandi gruppi ottici suddivisi ognuno in tre sezioni e con una carenatura trasparente caratterizzata da bordi cromati. Le fiancate erano lisce e le ruote posteriori carenate, la coda, molto sfuggente, era caratterizzata da ampie cromature intorno ai fari posteriori, rettangolari e spigolosi. L’ampio portellone era caratterizzato da un’estesa superficie vetrata che assicurava un buon livello di visibilità.

Le uniche due “SM” fuoriserie con carrozzeria completamente originale furono realizzate in Italia. La prima dall’architetto Mario Bellini che, nel 1971, su autotelaio “SM” fece costruire la “Kar-a-sutra“, una concept car monovolume. La seconda venne approntata, nel 1972, da Pietro Frua che riuscì a nascondere l’imponente meccanica della “SM” sotto la carrozzeria di una sportiva gran turismo all’italiana.

“Italiani da 100 anni”

Per celebrare i 100 anni dall’acquisto da parte di André-Gustave Citroën del terreno a Milano nel 1924, dove sorse la prima filiale italiana e dove Citroën ci è rimasta per sempre, (ancora oggi in via Gattamelata, si trova Stellantis &You) il Brand ha sviluppato un piano editoriale che celebra il sodalizio tra la Marca francese e tutti gli appassionati italiani di automobilismo.

Si tratta di una nuova web serie di curiosità, costume, fatti correlati allo sviluppo del Marchio, e a quello storico e sociale d’Italia, attraverso i suoi modelli più famosi. Immagini e materiale dell’epoca provenie dal Centro di Documentazione Storica di Citroën ubicato a Sinalunga, in provincia di Siena, dal 2015. Il video emozionale “Citroën loves Italy” celebra in sintesi una storia di collaborazione tra la marca francese e l’Italia.

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