Scoprire un comune e un territorio partendo da una ricetta della tradizione locale è quello che abbiamo fatto noi di Mondointasca. Un collega ci ha invitato a Rovato ad assaporare un piatto della tradizione popolare che viene festeggiato nella cittadina durante il mese di novembre: il Manzo all’olio di Rovato.
Subito dopo ci siamo domandati: cosa avrà mai di particolare questa ricetta? Beh, a parte gli ingredienti: polpa di manzo di alta qualità (meglio se è il cappello del prete), acqua, olio extravergine di oliva, aglio, acciughe desalate, pane e formaggio grana grattugiato, ciò che la distingue sono le vicende storiche e l’intreccio delle condizioni sociali vissute nel corso dei secoli.
Una storia che parte dal ‘400, quando fu concesso a Rovato di tenere un mercato settimanale di bestiame e merci: bovini da carne e da latte, greggi, armenti, sale e pesce conservato, formaggi, stoffe e spezie.
La sua posizione geografica era perfetta: allo sbocco della Valcamonica, sulla direttrice Brescia, Bergamo, Milano, Cremona e soprattutto non distante dai confini occidentali della Repubblica di Venezia.
Il piatto vanta una tradizione culinaria antichissima: la prima ricetta della nobildonna Veronica Porcellaga è della seconda metà del 1500; esistono anche ricette scritte datate alla fine del 1800.
Oggi la ricetta del Manzo all’olio e la sua preparazione è tutelata, con apposito disciplinare, dal marchio (DE.CO.) Denominazione Comunale, registrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Custode della ricetta è anche la Confraternita Manzo all’Olio di Rovato costituita nel 2018 col marchio: “Bovis Oleati Terrae”.
La ricetta però continua a suscitare dibattito sul modo di prepararla, sul taglio di carne, sugli ingredienti da aggiungere come abbiamo costatato di persona in tre storiche botteghe di carni e insaccati che preparano loro: Macelleria Guarneri dal 1918 in piazza Cavour, Macelleria Francesco Lancini in via Castello 40, Macelleria Fossati in via Cesare Battisti 120.
Rovato: dai sapori alla storia
Dai saperi e sapori della tavola e della cantina alla ricca storia del territorio. Il viaggio fatto per gustare l’antica ricetta, ci ha mostrato una realtà che nasconde tanti piccoli tesori e curiosità, a cominciare dai suoi abitanti.
Rovato è una piccola grande realtà in provincia di Brescia, situata nella parte meridionale della Franciacorta, conosciuta e rinomata, quest’ultima, per la pregevole produzione vitivinicola di “bollicine”.
Rovato è anche il punto di unione tra il Lago d’Iseo e l’alta Pianura Padana. Una posizione geografica strategica ai piedi del Monte Orfano (452 metri).
Un luogo che ha permesso sin dalla preistoria insediamenti umani per l’abbondanza di acqua, terra fertile, vie di comunicazione importanti e un colle, il Monte Orfano, appunto, dove trovare rifugio da presenze sgradite.
Il paese di Rovato conta circa 20mila abitanti, incluse le sette frazioni. Dal 2014 è diventata città con decreto del presidente della Repubblica. Tra i maggiori centri della provincia, a ragione, è considerata la “Capitale della Franciacorta”. Una terra da sempre ricca e laboriosa orientata all’attività commerciale, agricola e produttiva.
Il nucleo storico
La struttura urbanistica della piccola città e del suo centro storico un tempo fortificata è rimasta intatta con le strade, i vicoli stretti e le numerose attività commerciali. I rovatesi sono persone con un forte senso di comunità legato alle tradizioni.
Nel corso dell’anno infatti si organizzano eventi, sagre, feste, sempre molto partecipate, come ci riferiscono. Un modo per stare insieme e sentirsi appunto comunità.
Se nelle grandi città il piccolo commercio e le attività artigianali sono sempre meno presenti, qui sembra accedere il contrario. Rovato è rimasto una sorta di “paese mercato”.
Cosa visitare a Rovato
Se in questo mese di novembre andate a Rovato per gustare il Manzo all’olio, non potete perdervi una escursione in città e nei d’intorni. Il primo luogo che certamente sorprenderà è Piazza Cavour.
Un colpo d’occhio stupefacente. La piazza, unica in Italia in pendenza, risale alla metà del XIX secolo ed è adornata da un arco di eleganti portici semicircolari progettati da Rodolfo Vantini.
Nelle vicinanze, il Palazzo Comunale si trova in uno storico complesso suddiviso in tre blocchi di epoche diverse, tuttora ben conservati insieme al lungo tratto di mura erette dai veneziani nel XIV secolo e sottoposte a restauro nel 2020.
Camminando per le viuzze borgo antico con molte osterie, negozi e naturalmente macellerie, imponente ci appare la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, costruita nel Cinquecento sulle rovine di una precedente chiesa medioevale, e affiancata da una torre merlata quattrocentesca.
All’interno si possono ammirare tele di Jacopo Palma il Giovane e di Antonio Paglia, affreschi di Antonio Guadagnini, di Angelo Inganni, di Gerolamo Calca e un crocifisso ligneo di Andrea Fantoni.
Il Monte Orfano
Spostandoci verso le colline, sul Monte Orfano tra ulivi secolari, boschi di querce e vigneti visitiamo l’azienda agricola “Le Vedute” gestita da due giovani amici con la passione del mondo del vino: Graziano Manenti, enologo, e Andrea Gazzini.
Una vigna posta a 310 metri s.l.m. in posizione panoramica dove si produce Pinot Nero che diventa bollicine bianco e rosé con metodo classico.
Dopo la visita alla cantina e degustato un Satèn, ridiscendiamo verso il Convento della SS. Annunziata edificato tra il 1149 e il 1452 dai Padri Servi di Maria. Un luogo dello spirito, della bellezza e del silenzio. Dal suo ampio loggiato si domina tutta la pianura sottostante.
Il complesso conventuale si sviluppa attorno a un chiostro con porticato ad archi originali. Recenti restauri hanno portato alla luce diversi affreschi di cui il più notevole si trova nel coro della chiesa e rappresenta L’annunciazione e due profeti dipinto dal Romanino nel 1535 ca. Dei nove frati presenti fino a qualche anno fa ne è rimasto solo uno.
L’intero complesso conventuale attualmente è gestito dalla Fondazione Vittoria Mariella Moretti, proprietari delle cantine Bellavista, che avevano già in affitto tutti i vigneti. Le celle dei frati sono diventate accoglienti camere per il B&B e la cantina del convento affina ancora il vino che si produce nei vigneti.
Sempre sul Monte Orfano, c’è la chiesa longobarda dedicata a Can Michele, che si trova in prossimità del Monumento ai caduti della seconda guerra mondiale. La chiesetta a navata unica fu costruita su una piazzola druidica chiamata “castello delle streghe”, come luogo di culto per divinità pagane.
Dove Mangiare
Trattoria del Gallo: via Cantine, 10 – Rovato (www.trattoriadelgallo.it/).
Situata in un antico casale del XVII secolo, nella pittoresca isola pedonale del centro storico. Storica osteria da oltre 100 anni, rappresenta una vera e propria icona della gastronomia rovatese e bresciana.
Tra i piatti tipici: oltre al Manzo all’olio, i Casoncelli, la Trippa in brodo, il coniglio al forno, lo stracotto d’asino e il guancialetto di maiale al Curtefranca rosso. Ampia anche la carta dei vini, con una selezione di etichette delle migliori cantine della zona.
Ristorante Come una Volta: Via Castello, 17 – Rovato (www.comeunavolta.org/).
Il locale dello chef Alberto Bittu, tra i fondatori della Confraternita Manzo all’Olio, è un ambiente dall’atmosfera piacevole e accogliente. La proposta culinaria, italiana e franciacortina, è alla base dei piatti di carne e pesce di lago. Naturalmente il Manzo all’Olio di Rovato, per il mese di novembre sarà proposto con menu dedicato.
Trattoria Pier: via M.C. Di Bernardo, 25 – Coccaglio (https://www.piertrattoria.it/).
Il titolare Pier Emilio Zanetti è nella ristorazione dal 1998. Nel 2016 apre il locale a Coccaglio. Offre piatti della cucina tradizionale e menu di pesce. Piatto forte i risotti e il capretto alla bresciana con polenta. Cantina con 300 etichette di vino.
Ristorante Birreria La Loggia: Via Salvella, 18/20 – Rovato (https://laloggiarovato.wordpress.com/). La Loggia di Pé Gabriella si trova nella zona industriale di Rovato. Nasce nel 2003 come Pub Birreria. Con l’arrivo dello chef Pierluigi Toscani si trasforma in ristorante. Tra i piatti tipici proposti i casoncelli alla bresciana fatti in casa e il Manzo all’olio, carni alla brace e allo spiedo con animali da cortile. I punti di forza del ristorante sono le sagre.
Dove dormire
Tenuta Alberella: Via Isonzo, 37 – Rovato (www.agriturismoalberelle.it/).
Alberelle è una vecchia cascina tipica lombarda nel cuore della Franciacorta, circondata da vigneti. A pochi minuti da centro di Rovato.
È agriturismo e azienda agricola, e dispone di 6 alloggi, con piscina, dotati di angolo cottura, un letto matrimoniale, salotto e i più moderni confort. Nell’agriturismo è presente un ristorante e una cantina dove produce tre etichette: Brut, Rosé, Satén.
Convento della SS. Annunciata: Via Monte Orfano, 11 – Rovato. Il B&B con cantina per degustazioni, organizza anche visite guidate nel chiostro, nella cantina e nell’antica vigna dei frati.
PHOTO GALLERY ROVATO
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