Abbiamo lasciato le valli in prossimità di Cuneo per spostarci verso uno splendido territorio che, dal 2014, è stato inserito dall’Unesco nel Patrimonio Culturale dell’Umanità, in quanto è stata riconosciuta la valenza delle locali produzioni vitivinicole.
In ognuno dei tre comparti, Langhe, Roero e Monferrato, si coltivano varietà di cultivar che danno vita ai locali DOC e DCOG come Nebbiolo, Dolcetto e Barbera nelle Langhe, i rossi e i bianchi del Roero, mentre nel Monferrato si imbottiglia la Barbera d’Asti, il Grignolino e il Cortese, tra i più noti.
Sarà una lunga e interessante passeggiata in questa variegata terra pettinata dai molteplici filari di vite che cambiano colore col cambio delle stagioni. Non mancheranno i caratteristici borghi, spesso segnalati dagli svettanti campanili che punteggiano la cima delle colline, i castelli medievali, la gente e le moderne attività artistiche che stanno rivestendo di ulteriore bellezza questi luoghi.
Le Rocche del Roero
La nostra prima tappa è la cittadina di Montà dove ci attende un facile percorso da trekking per raggiungere l’Ecomuseo delle Rocche del Roero. Il sentiero, che si imbocca nei pressi della chiesa di S. Giacomo e Filippo, inizia ad inerpicarsi circondato dalle Cappelle della Via Crucis e da una folta vegetazione.
Ci troviamo all’interno del Sacro Monte dei Piloni, un complesso religioso meta di pellegrini diretti alla Cappella del Santo Sepolcro, ad imitazione di quella di Gerusalemme, posta più in alto.
La nostra passeggiata invece è in cerca di un’area che ci permetta di scorgere il panorama sulle famose rocche. Sono fragili pareti sabbiose che, soggette ad erosione da parte di fenomeni meteorologici, creano spettacolari guglie circondati dall’azzurro del cielo e dal colore della natura circostante.
Roero incontri nelle Rocche
Riprendiamo la via del ritorno quando, in prossimità dell’ultima cappella della Via Crucis incontrata durante la salita, abbiamo notato, qualche metro più avanti, una figura umana dall’aspetto poco rassicurante. Ci avviciniamo cautamente ad una piccola e vecchia autovettura nella quale sembra che l’uomo stia dormendo (speriamo!), all’ombra di un alto e ampio cespuglio.
Ma come se ci avesse già sentiti, egli manifesta la sua vigile attenzione lasciando il comodo giaciglio per venirci incontro.
Barba e candidi lunghi capelli, che da tempo non vedono l’opera di un barbiere, incorniciano un viso solcato dai segni del tempo e del sole; abiti un po’ trasandati tenuti a malapena da una cintura ornata da una grande fibbia metallica e un paio di scarpe rosse in tela che hanno visto tempi migliori, conferiscono a questo canuto signore un aspetto che lasciano intendere tutt’altro della sua personalità, non fosse altro perché in possesso di un cellulare fortemente datato.
L’eremita delle Rocche del Roero
Poi un lampo, uno sguardo che attraversa i suoi vividi occhi celesti ci rivela di essere al cospetto di Doro Costa, il volontario eremita delle Rocche. Quest’uomo avanti con gli anni trascorre quello che gli rimane del suo tempo in questa piccola nicchia arborea in contatto con le sue rocche e le sue piante. Sembra proprio che siano state queste ultime a dare un nuovo corso alla sua vita.
Abbandonata l’attività di agricoltore per limiti d’età, da molti anni ormai trascorre le sue giornate provvedendo ad interrare nuove varietà di piante, spesso ricevute da occasionali visitatori che percorrono quei sentieri, e a seguirle nella loro crescita.
Non gli manca quell’acume dettato dall’età e dall’esperienza che lo porta ad interloquire con i suoi ospiti con allegre e spensierate amenità, tali da rendere ancora più coinvolgente l’incontro.
Anche il nostro colloquio, intanto, diviene sempre più intenso fino a quando il suo alzare in alto il dito indice, mentre socchiude gli occhi, ci segnala l’enunciazione di una delle sue massime. Ci suggerisce, infatti, di non percorrere il sentiero insieme alla nostra compagna poiché la pericolosa vicinanza del dirupo potrebbe ispirare uno dei due a liberarsi dell’altro!
Un eccezionale, quanto inaspettato incontro conclusosi con la foto di gruppo e la promessa di rincontrarci presto.
Sosta da Garibaldi
Come base operativa scegliamo Cisterna d’Asti presso l’accogliente albergo-ristorante Garibaldi dal nome di un ex garibaldino che, nel 1875, si stabilì in questa cittadina.
Al suo interno l’inmancabile busto dell’eroe del due mondi, Giuseppe Garibaldi, con una visibile sciarpa rossa al collo.
L’albergo, affacciato sulle valli sottostanti completamente ricoperte da filari di vite, accoglie i propri ospiti in appartamenti ristrutturati, posti alle spalle del ristorante. Qui si servono pietanze che fanno riferimento ad antiche ricette piemontesi alle quali si accompagna la scelta di una grande varietà di vini del territorio.
Il Castello di Cisterna d’Asti
Un’alta torre svetta in un angolo di questo maniero medievale posto in cima al colle dal quale domina la cittadina e le colline circostanti.
Alla base della torre una erta scalinata conduce al piano superiore i cui ambienti ospitano il Museo di Arti e Mestieri di un tempo voluto, nel 1980, da appassionati cultori locali.
L’allestimento della prima sala ci induce a pensare di essere al centro di una grande piazza cittadina sulla quale affacciano diverse attività commerciali.
Tra queste il pasticciere, il fabbro, l’arrotino, il calzolaio: un passo indietro nel tempo testimoniato dagli antichi attrezzi di lavoro.
Info utili
Alba (CN): Ente Turismo Langhe Monferrato Roero – Piazza Risorgimento 2 – 0173 35833 – www.visitlmr.it
Montà (CN): Ecomuseo delle Rocche del Roero – Piazzetta della Vecchia Segheria 2/b – 0173 976181 – info@ecomoseodellerocche.it
Cisterna d’Asti (AT):
– lbergo Ristorante Garibaldi – via Italia 1 – 0141 979118; www.albergoristorantegaribaldi.it – chiuso mercoledì e domenica sera.
– Castello, Museo Arti e Mestieri di un tempo – Piazza Maggiore Hope 1 – 0141 979021 – chiuso lunedì – www.museoartiemestieri.it
PHOTO GALLERY CISTERNA D’ASTI E MONTÀ
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