
Anche quest’anno “Tipicità Festival”, giunta alla 33esima edizione a Fermo Forum, nelle Marche, si è riconfermata vetrina leader nel settore agroalimentare della regione e non solo. Dal 7 al 9 marzo 2025, ha registrato più di diecimila ingressi tra visitatori, stampa, operatori ed espositori, con ospiti anche da Giappone, Ucraina, oltre che da dieci regioni italiane.
Ci sono stati ben 130 eventi: un lavoro reso possibile da una grande squadra di più di quaranta partner, privati ed istituzionali.
Molti i personaggi mediatici presenti a Tipicità 2025: da Maria Grazia Cucinotta ad Andrea Pancani, e poi Benedetta Rinaldi, Gioacchino Bonsignore, Evelina Flachi e Marco Ardemagni, solo per citarne alcuni, insieme al contributo in esclusiva per Tipicità 2025 di Philip Kotler, padre del marketing mondiale.
La rassegna si è riconfermata laboratorio di creatività dove prendono forma progetti innovativi, momenti di brainstorming, scambio di idee da una parte all’altra del globo: connessioni, appunto, che è stato il tema di questa 33ª edizione.
Alla scoperta del territorio marchigiano

Per il visitatore Tipicità 2025 è stata un’occasione d’oro per conoscere la ricchezza e la varietà dei prodotti tipici delle Marche, come il ciauscolo, la Vernaccia di Serrapetrona, il formaggio di fossa e molti altri, ma non solo: è stata un punto di partenza per scoprire le eccellenze, non solo alimentari, di questo territorio.
Ecco un itinerario, da fare anche in più giorni, in 5 tappe e con partenza da Fermo. Prima sosta Loro Piceno (circa 20 minuti in auto), da qui ci si dirige a Montappone (circa 15 minuti in auto) famoso per la produzione di cappelli, poi si prosegue verso Sarano, e dopo ancora Serrapetrona (circa 20 minuti in auto) e si finisce a Porto San Giorgio (circa 30 minuti in auto) per relax sulla spiaggia e gustare un buon piatto di pesce.
Fermo: storia e curiosità

Adagiata su una collina che domina la costa adriatica, Fermo ha origini che risalgono all’epoca romana, quando era conosciuta come Firmum Picenum. La città conserva ancora tracce del suo passato, visibili nei resti archeologici e nei monumenti storici. In particolare le Cisterne romane, situate nel cuore del centro storico. Si entra dal Museo Civico Archeologico e quindi si può visitare anche la collezione privata De Minicis (Via Paccarone, 36, per visite tel. 0734 340383; www.fermomusei.it).
Costruite tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., le cisterne sono il più grande serbatoio romano d’Italia con una portata di 15.000 merti cubi, rimaste in funzione per oltre 2000 anni. Qui si immagazzinava l’acqua piovana che serviva alla città fino al porto sull’Adriatico (distante 7 Km). Oggi è suggestivo visitare le oltre 30 stanze con volte a botte, su una superficie di 2.200 mq, che regalano l’emozione di essere in uno spazio fuori dal tempo.

Siamo a due passi dalla rinascimentale Piazza del Popolo, con il duecentesco Palazzo dei Priori e la Pinacoteca Civica, dove troviamo la famosa Adorazione dei Pastori di Peter Paul Rubens. Nella Biblioteca spicca la famosa Sala del Mappamondo, col mappamondo disegnato dal cartografo Moroncelli di Fabriano nel 1713. È curioso notare che data la dimensione non poteva essere fatto passare dalle porte, quindi si pensa che siano stati smontati dei cassettoni del soffitto per calarlo dall’alto.

Da vedere anche il Teatro Comunale dell’Aquila, edificato su progetto dell’architetto Cosimo Morelli di Imola, e inaugurato il 26 settembre 1790. Ha 124 palchi su cinque ordini e una capienza di circa 1000 posti.
Da Piazza del Popolo si sale sul vicino colle Girfalco, ecco la Cattedrale dedicata all’ Assunta, dalla facciata romano-gotica (1227), che custodisce una suggestiva cripta.
Dal parco circostante, ci si gode il panorama splendido con il mare sullo sfondo, e si scende in centro percorrendo stradine scoscese tra antiche case.
Il piccolo borgo di Loro Piceno

Loro Piceno è un borgo situato su una collina nella zona compresa tra Macerata e San Ginesio, a sud del torrente Fiastra con una vista panoramica sulla valle del Chienti. Il borgo si presta per una passeggiata nel tempo, con le sue stradine acciottolate e le antiche chiese, come la Chiesa di San Lorenzo. Inoltre è noto per l’alta qualità nella produzione del vino cotto.

Ma questo borgo vocato alla lavorazione artigianale della pelle racchiude un pregevole esempio di alto artigianato made in Marche”, l’atelier “Laura Di Luca”, dove le borse sono realizzate a mano in Italia. L’attività fu iniziata da Franco Linfozzi, che ora lavora insieme ai figli Laura e Luca e 23 collaboratori.
Qui nascono borse sostenibili perché prodotte con pellami non inquinanti, lavorate a basso impatto ambientale, prodotte per le più importanti griffe di alta moda nel mondo. Poi – racconta Laura- dopo il covid hanno dato vita al brand Laura De Luca, una nuova sfida sempre nel nome del “made in Marche” che si rivela vincente.
Montappone: il paese dei cappelli di paglia

Montappone è conosciuto come il “paese dei cappelli di paglia”, tradizione iniziata dai contadini nel 1300, quando intrecciavano i gambi del grano per realizzare cappelli di paglia. Era il grano di varietà Jervicella, con piante altissime, che si spezzavano con il vento e non erano facili da raccogliere, ma ideali per confezionare quei cappelli che ebbero un grande successo.
Alla fine degli anni ’60 nasce il Distretto del Cappello fra la Provincia di Fermo e quella di Macerata, e comprende i comuni di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone, Mogliano, Loro Piceno e Sant’Angelo in Pontano.

Da vedere il Museo del Cappello di Montappone, piccolo e benissimo organizzato, colorato, allegro, con una quantità di cappelli ma anche attrezzi, trecce, fotografie, antiche macchine. L’evoluzione del cappello ha portato ad affiancare alla paglia anche altri materiali (feltro, lana, cachemire, ecc.).
Per lo shopping c’è il cappellificio Sorbatti, fondato nel 1922 da Attilio ed Ester Sorbatti che hanno iniziato una tradizione che ha coinvolto i figli Filippo, Ermanno e Nerino fino ai nipoti Marco e Attilio. Nel Sorbatti Outlet si trova ogni tipo di cappello, da uomo e da donna, ma anche berretti, cuffie, sciarpe e articoli vari, tutti made in Italy.
Montappone è anche un ottimo punto di partenza per esplorare le colline circostanti.
Sarnano: natura, sport e arte

Sarnano, un altro incantevole borgo, immerso nella natura, ai piedi dei Monti Sibillini, è un paradiso per gli amanti delle escursioni e degli sport all’aria aperta. È famoso per il suo centro storico ben conservato che mantiene la forma del castrum medioevale e le strade convergono in alto, verso la Piazza Alta dove si trovano la Chiesa di Santa Maria di Piazza, il Palazzo del Popolo, il Teatro della Vittoria, la Chiesa di San Francesco e l’ex convento francescano oggi Municipio, e la Biblioteca.

Ma la cosa davvero straordinaria di Sarnano sono i suoi tesori d’arte. La Pinacoteca ospita una ricca collezione di opere d’arte e le sue sale sono ospitano dipinti e sculture. Infatti questo borgo con poco più di 3mila abitanti ha una collezione d’arte straordinaria.
La “Madonna Adorante il Bambino con angeli musicanti” (fine XV secolo) di Vittore Crivelli è il gioiello indiscusso della Pinacoteca di Sarnano, ma vi sono anche molte altre opere di pregio: di Vincenzo Pagani, Stefano Folchetti, dell’artista di origine slava Marchesiano di Giorgio da Tolentino, di Simone De Magistris e di tanti artisti marchigiani ed emiliani attivi tra il XVII e il XVIII secolo.
Molto cara agli abitanti è la tela di Pietro Procaccini (1646), raffigurante San Francesco che dona lo stemma con un Serafino alla cittadina, stemma che si dice sia stato disegnato dal Santo quando passò da qui, e ora Sarnano è diventata una tappa del “Cammino Francescano della Marca”. Attualmente nella Pinacoteca sono conservate anche le opere provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Piazza Alta.
Ora le collezioni dei Musei Civici sono chiuse, ma ultimati i lavori si potrà ammirare il Museo dell’Arte Sacra con oggetti e reliquiari provenienti dalle numerose chiese del territorio comunale. Al secondo piano si trovano tre collezioni: il Museo delle Armi e della Caccia, il Museo dell’Avifauna dell’Appennino (momentaneamente chiusi) e il Museo dei Martelli, davvero curioso e unico attualmente visitabile.
Serrapetrona e la sua Vernaccia

Serrapetrona è celebre per il suo vino, la Vernaccia di Serrapetrona, un vino frizzante unico. Questo piccolo paese, circondato da vigneti e colline, dall’ atmosfera tranquilla e accogliente, ha una lunga storia ricca di tradizioni e folklore, e il vino è in primo piano.
La Vernaccia di Serrapetrona DOCG, realizzata con il vitigno autoctono Vernaccia Nera, è un vino spumante rosso docg, le cui uve vengono fatte appassire parzialmente su appositi tralicci, secondo un metodo che risale al 1600. La produzione della Vernaccia di Serrapetrona segue un metodo tradizionale che prevede una doppia fermentazione. Le uve vengono raccolte a mano e, dopo una prima fermentazione, una parte di esse viene appassita per un periodo di tempo, per poi essere unita al resto del mosto. Questo processo conferisce al vino una complessità aromatica e una freschezza inconfondibile.
Il risultato è un vino dal colore rosso rubino intenso, con profumi fruttati di ciliegia e prugna, accompagnati da note floreali e speziate. L’azienda Alberto Quacquarini coi suoi 35 ettari è il maggior produttore di Vernaccia di Serrapetrona Docg dal 1958, in versione secca, che si abbina bene ai salumi, e dolce, da bere con crostate e biscotti. L’azienda, portata avanti dalla famiglia, è biologica e lavora nel rispetto di antiche tradizioni.

Nel 1989 nasce la Dolciaria Quacquarini la cui produzione artigianale spazia dal cioccolato (e uova di Pasqua) ai torroni, ai biscotti, e panettoni e colombe pasquali vengono preparati anche a base di Vernaccia! E per completare le eccellenze del territorio, è nata la Palombina, dedicata all’allevamento e alla produzione di salumi e prosciutti in modo naturale, senza additivi e conservanti ma seguendo la tradizione contadina.
Questo vino è anche un simbolo della tradizione vitivinicola locale e ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), a testimonianza della sua qualità e del suo legame con il territorio.
Ciauscolo, il re dei Monti Sibillini

Un tempo destinato per lo più al consumo locale, oggi- grazie anche ad eventi come Tipicità- il ciauscolo è diventato un’eccellenza molto ricercata e apprezzata. Tipico delle Marche, prodotto solo in alcuni comuni delle province di Ancona, Macerata, Ascoli e Fermo, è un salame caratterizzato da una consistenza morbida e spalmabile, e realizzato con la doppia macinatura di tagli pregiati di carne suina solo marchigiana: pancetta, spalla e rifilature di prosciutto e lonza, il tutto insaccato in un budello naturale.
La stagionatura può variare da un mese a tre mesi. Questo processo conferisce al ciauscolo un sapore delicato e aromatico, perfetto per essere gustato spalmato su fette di pane casereccio o accompagnato da formaggi e vini locali.
A Sarnano il Salumificio Monterotti (Borgo Giuseppe Garibaldi, 109), fondato nel 1970 da Fabrizio, scomparso a causa del Covid, è ora portato avanti dalle figlie Genny e Katia con il marito Riccardo, che continuano la tradizione paterna di ciauscolo IGP, ma anche di prosciutto, salsiccia di fegato, salame lardellato, lonza, lonzino, guanciale, mortadella.
Nel salumificio, che impiega 16 persone, vengono lavorati circa 30 maiali ogni settimana, si usano solo carni di allevatori locali, e stagionata con il metodo “profumo di bosco”, ovvero in maniera artigianale, con il caminetto classico e legni selezionati che conferiscono ai salumi un profumo speciale.
Dormire e cenare
A Porto San Giorgio (Fermo) l’Hotel Timone è un 4 stelle a soli 800 mt dall’uscita del casello autostradale e a due passi dalla spiaggia. Ha un bel ristorante dove alla vigilia di “Tipicità Festival” si è svolto “Stoccafisso senza frontiere”, un viaggio del gusto con dieci interpretazioni dello stoccafisso: venete, trentine, altoatesine, friulane, liguri, marchigiane, campane, molisane, siciliane…
A Fermo l’Hotel Astoria è un bel 3 stelle a due passi da Piazza del Popolo. Qui durante “Tipicità Festival” si è svolta la serata “Dalle Ande agli Appennini” con la cena approntata da chef argentini e marchigiani a base di carne fata giungere appositamente dall’Argentina.
Il Bocasalina Bistrot, a Civitanova Marche (viale Matteotti, 1) si trova all’interno dell’hotel Miramare, in un bell’ambiente raffinato, dove la cucina della tradizione viene proposta con eleganza. Da provare il carpaccio di pesce spada, gli gnocchetti di patate ai frutti di mare e la spigola arrostita.
Come arrivare a Fermo
In auto si arriva percorrendo la A14 Bologna-Taranto, uscita Fermo-Porto San Giorgio, e infine prendere la SS16 Adriatica. In treno, la stazione è a Porto San Giorgio. L’aeroporto più vicino è quello di Falconara-Ancona.
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