
Belgrado continua ad offrirci ulteriori interessanti spunti di visita. Dal nostro hotel, imboccata la Trg Nikole Pašića, dopo appena un chilometro raggiungiamo la chiesa ortodossa di San Marco. Preannunciata da alte guglie, si accede all’interno di questo monumento in mattoni dal portale sottoposto alla torre campanaria.
Nonostante la sua costruzione ebbe inizio nel 1939, fu aperta al culto solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Al suo interno, risulta in tutta evidenza la parziale mancanza di affreschi lungo le tre navate mentre è presente la grande figura del Cristo, nella cupola che sovrasta l’iconostasi.

La chiesa è affacciata sul parco Tašmajdan, un’estesa area alberata, ricca di monumenti riferiti a personalità locali, luogo preferito dai cittadini per attività sportive.
Accanto all’edificio religioso appena visitato vi è la piccola chiesa russa della Santissima Trinità con le sue cupole azzurre: un incrocio di culture che sembrano sfidarsi come Davide e Golia.
Da qui attraversiamo il grande parco per raggiungere nelle immediate vicinanze il Museo Nikola Tesla, inaugurato nel 1955 durante il governo di Tito, l’ex presidente della Repubblica Jugoslava.
Fulmini e Saette

Il fisco e ingegnere Nikola Tesla, nato nel 1856 da genitori serbi, trascorse la sua vita studiando la luce e il suo utilizzo pratico in campo elettrico, con specifico interesse verso l’uso della corrente alternata.
Numerosi studi riguardarono la trasmissione a distanza senza fili, in concorrenza con la radio di Marconi, lo studio sui Raggi X, l’ideazione del motore ad induzione e la possibilità di accendere a distanza dei tubi catodici.
Alla sua morte, avvenuta a New York nel gennaio del 1943, tutti i beni dello scienziato vennero trasferiti all’Università di Belgrado e, successivamente, nell’attuale museo: un patrimonio che ha avuto il giusto riconoscimento dall’Unesco. Parte di tali attrezzature e documenti è esposta in diverse sale dove possiamo osservare la sfera metallica contenente le sue ceneri e la statua di cera che lo raffigura intento nelle sue letture.
La visita guidata però, oltre ad illustrare in inglese alcuni momenti della vita del famoso conterraneo, dà pratica dimostrazione delle sue teorie. Senza alcun collegamento elettrico, magicamente si fanno accendere dei neon tenuti tra le mani dagli astanti così come scocca un piccolo fulmine tramite la Bobina di Tesla!
Gigantismo sacro

Seguiamo ora la cartellonistica per raggiungere la chiesa ortodossa più grande del mondo: il Tempio di San Sava. La sua edificazione, voluta nel luogo dove gli ottomani nel 1595 bruciarono i resti del Santo, fu interrotta a causa delle due guerre mondiali e, finalmente, ripresa nel 1985.
Siamo abbagliati dal candore di quest’imponente volumetria che culmina con i 70 metri della sua cupola. Ancora più accecante è la visione del suo interno a croce greca: circa 8000 metri quadri luccicanti di dorature che rivestono l’intera navata.
Non manca il lampadario a ruota in bronzo le cui dimensioni, riflettendo la grandiosità del luogo, sono pari a 20 metri di diametro con un peso di 14 tonnellate. Tra le dorate icone di Santi e Madonne che ornano cappelle, navate laterali e l’iconostasi, campeggia una grande figura del Cristo Pantocratore che orna l‘interno della cupola centrale.
Gigantismo profano

Durante l’epoca socialista della Jugoslavia, della quale Belgrado era capitale, furono creati numerosi edifici al fine di ospitare la collettività di operai e dipendenti pubblici. Per evitare di investire grandi risorse di denari in queste costruzioni, si decise di utilizzare il cemento armato lasciando le facciate prive di intonaci.
Questo tipo di architettura, definito del “cemento a vista” (o “brutalismo”), fu quindi la tipologia preferita dal regime per realizzare interi quartieri residenziali che, pur nel loro aspetto severo, conservavano un’originale eleganza.

Un significativo esempio di tali costruzioni è la Torre Genex a Novi Beograd che raggiungiamo grazie alla gratuità dei bus. Siamo di fronte a questo enorme grattacielo di 115 metri d’altezza.
Sono due stretti parallelepipedi separati tra loro ma uniti in cima da un ponte e un ristorante girevole.
Il progetto del 1977 di Mihajlo Mitrović, terminato nel 1980, doveva rappresentare la porta di accesso alla città per coloro che arrivavano dall’aeroporto Nikola Tesla.
Mentre la torre di 30 piani era (ed è) destinata ad uso residenziale, l’altra di 26 piani fu destinata a contenere uffici. Purtroppo quello che osserviamo oggi è una struttura in grande degrado testimoniato dai numerosi graffiti che la contornano, da una fontana non più esistente e da uno striscione pubblicitario che copre l’intera facciata degli ex uffici.
Ancora una volta la città di Belgrado ci ha dato la possibilità di leggere la sua storia attraverso le sue antiche e moderne emergenze architettoniche.
Info utili:
Belgrado: – Museo Nikola Tesla – Krunska 51 – Lunedì chiuso – Martedì-Domenica 10.00-20.00 – +381 112433886 – tesla-museum.org/en/home – poseta@tesla-museum.org
Novi Beograd: – Genex Tower – Narodnih heroja 41/43
PHOTO GALLERY BELGRADO 2













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