Si dice negli States, e laggiù se ne intendono, che “Le fiere e i Saloni non servono a nulla” (soprattutto da quando hanno inventato internet, skype e compagnia cantando, aggiungo io) salvo poi concludere “però bisogna andarci”. Ciò premesso, non potendo farmi beffe della sullodata massima coniata dagli inventori del business eccomi alla Fitur, la Feria del Turismo che da 34 anni si officia a Madrid a metà gennaio. Una data abbastanza vicina alla celebrazione della Bit milanese, laddove gioco in casa, da farmi talvolta dubitare sulla ragionevolezza della mia andata in Spagna. Solo che alla Bit non mi godo quelle piacevoli (e invece in Fitur me le ritrovo tutte) chicche che passo a elencare.
Fitur vs Bit: 1 a 0. Ahinoi!
In primis gli animati stand delle regioni, comunidades, di Spagna, dove rivedo gente nota, compio rimpatriate, distribuisco e ricevo pacche sulle spalle e abrazos a volontà (e un tempo se magnava pure, mannaggia alla crisi). Oltretutto, avendo Turespaña deciso di non esibirsi alla Bit (2° anno, ay ay ay, mica belle per la rassegna milanese queste defezioni, perché pure la Francia e altri Paesi hanno dato forfait) non solo non saluterei i suesposti espositori che a Milano non verrebbero comunque, ma pure non potrei rivedere el mè amìs Carlos e chi lo precedette a illustrare le ispaniche bellezze nel loro ex Milanesado (1535-1701). Alla Fitur, inoltre, vado alla ricerca dei tanti amici collezionati girando in quella Latino America (tanto enorme quanto a me cara) che si estende dal caliente Messico alla più fresca Tierra del Fuego. A Milano, invece, ne abbraccerei pochi, giacché per ovvi motivi di lingua, storia, tradizioni e cultura, gli addetti ai lavori dei Turismos del Sur America partecipano in massa alla Feria madrileña, mentre molti non restano in Europa o attraversano l’Atlantico per la seconda volta in meno di un mese per partecipare alla Bit milanese.
Viaggi ‘impegnativi’ su rotaie russe
In Fitur. Se si parla di Turismo in treno, posso segnalare ben due ‘dritte’. A bordo di Al Andalus (più che un treno, un Palacio sobre Ruedas/ruote) mis amigos della Renfe (vedi articoli sul Camino de Santiago in ferrovia) propongono intriganti non meno che vari itinerari, su e giù per la Spagna (come si viaggia? coccolati, e non solo). E ho scoperto poi una chicca tanto avventurosa quanto un pochino stanchevole (proprio l’opposto delle proposte Renfe): Natalia Tkachenko, “sales” di un t.o. tedesco mi parla di una andata in aereo a Mosca e ritorno da Pechino, e nei 14gg intercorrenti un bel soggiorno in treno (di notte si dorme e di giorno si scende per girare l’ex Urss, Siberia, Mongolia e quant’altro). A chi invece non vuol dormire sulle ruote (tanto meno se stesi su binari euroasiatici) né ama i soliti albergoni dove l’ospite diventa un numero) in Spagna e Portogallo la Ruralka propone 100 “hoteles con encanto”, in città ma soprattutto “in campagna” (la cosiddetta gente vuol stare in grazia di dio e lontano da tram e polveri sottili) e visto il successo si espande in Messico e Colombia.