Chiamarsi Alighieri è pur sempre un onore. Nell’immaginario collettivo rimanda al nome del Sommo Poeta e alla sua opera più importante, la Divina Commedia, uno dei libri più tradotti al mondo. Ma chi sono e dove vivono oggi i discendenti di Dante Alighieri? Gli eredi in linea femminile sono i Serego Alighieri che risiedono a Gargagnago, piccola frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella in provincia di Verona. Perché il doppio cognome? Sappiamo che Dante, sostenuto da Cangrande della Scala, signore di Verona ed illustre mecenate, fu raggiunto a Verona dai figli Jacopo e Pietro.
Pietro Alighieri venne protetto da Cangrande che lo aiutò a concludere i suoi studi in diritto, assumendo in seguito, la carica di giudice e vicario del podestà, nonché giudice dei maleficii. Pietro, al contrario del fratello Jacopo, si stabilì per lungo tempo nella città scaligera non avendo beneficiato, come il padre Dante, della possibilità dell’amnistia da parte di Firenze. Accanto all’attività giuridica s’interessò all’acquisto di alcune proprietà specialmente della tenuta a Gargagnago in Valpolicella nel lontano 1353.
Come si arriva ai Serego Alighieri
La generazione per linea diretta maschile s’interruppe con Francesco Alighieri, canonico e lontano discendente di Pietro figlio di Dante. La continuazione della generazione ebbe inizio con Pietro IV Alighieri, padre di Ginevra, unica figlia e diretta discendente. Ginevra nel 1549 sposò il nobile Marcantonio Serego, appartenente ad un’influente famiglia vicentina di origine medievale. Dall’unione fu generato Pieralvise Serego, il capostipite del doppio cognome.
Pieralvise beneficiò del ricco patrimonio (1558) che gli aveva lasciato in eredità il prozio Francesco Alighieri, con l’obbligo di unire al cognome Serego quello di Alighieri per continuare la discendenza futura.
Sono passati cinque secoli e la discendenza è continuata. Oggi è assicurata attraverso il Conte Pieralvise Serego Alighieri e le sue due figlie, molto attive sia come imprenditrici che come sostenitrici della figura del loro illustre antenato. La famiglia vive nella splendida tenuta di Gargagnago di Valpolicella dove si occupa della produzione di vini pregiati: l’Amarone ed il Recioto.
Intervista alla discendente diretta di Dante
Mondointasca ha rivolto alcune domande a Massimilla di Serego Alighieri, discendente diretta in linea femminile, rappresentante la 21ª generazione. La Contessa Massimilla ci ha gentilmente concesso un po’ del suo tempo per rispondere a qualche nostra curiosità.
Molti le chiedono chiarimenti sul cognome Alighieri. Io farò il contrario. Quanto è importante il cognome Serego e da dove trae origine?
Il storia della famiglia Serego e il suo casato prende il nome dal castello e villaggio di Sarego, ubicato nel territorio vicentino ai margini occidentali dei colli Berici. Marcantonio Serego di San Fermo sposò Ginevra Alighieri (1549), con la quale si estinse la linea dei discendenti veronesi di Dante; suo figlio Pieralvise ereditò dal canonico Francesco Alighieri le sostanze familiari, con l’obbligo di mantenere il cognome, e iniziò così la linea Serego Alighieri. Il lettore interessato o solo curioso di conoscere in dettaglio la storia lo invitiamo a leggere quanto riportato nel Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani.
Contessa Massimilla il suo è un nome molto originale e raro. Risulta essere l’unica nella sua linea genealogica. È così?
Il mio nome deriva dalla madre di Marcantonio Serego. Non sono l’unica, ma la più recente fu mia prozia, la sorella di mio nonno Dante, che io purtroppo non ho potuto conoscere.
Viene invitata spesso presso le scuole per portare il suo contributo come testimone della vita di Dante e della sua discendenza?
Sono stata invitata più che altro quest’anno. Chi ha iniziato è stato il Liceo Umberto I di Torino. Poi ero stata invitata ogni tanto quando si parlava di Cacciaguida dal mio Liceo Alle Stimate di Verona a parlare del canto. Dal 2019 il mio vecchio preside don Zanon ha cominciato un ciclo di incontri sulle 3 cantiche. Siamo stati fermati dalla pandemia e ora è ricominciato, seppur a distanza, in cui lui spiega e io recito i pezzi riguardanti l’incontro.
Le interviste che la vedono protagonista ricorrono solo nelle celebrazioni del Poeta?
No, mi capita di essere intervistata anche in altre occasioni ma non con il tema dantesco. Certamente quando ci sono eventi come quello di quest’anno dove si celebra il settecentesimo anniversario della morte di Dante, sono molte di più.
Lei ha molti interessi. Come riesce a conciliarli tutti con l’impegno da manager?
Non sono una manager. Sono impegnata su vari fronti perché ho sempre voluto seguire le mie passioni ed è quello che voglio fare. Quindi non ho mai mollato le cose che mi interessa seguire, compreso il mio lavoro nell’azienda della mia famiglia.