Agosto a Milano, anzi dopo Ferragosto. Non al mare, lunghe file per arrivarci e nemmeno lo spazio sulla spiaggia di stendere l’asciugamano. Quando i nostri amici ungheresi, Krisztina e Gabor, ci hanno proposto una serie di gite fuori porta, a due non abbiamo potuto dire di no. Una al Lago di Como o Lecco, a Corenno Plinio, luogo natale di Plinio il Giovane, scrittore romano del I secolo d.C., e all’orrido di Bellano e l’altra al Lago d’Orta. L’una e l’altra non hanno tradito le aspettative. Distese liquide infinite e monti “sorgenti dalle acque”, come scrive Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi.
Conoscevamo bene il Lago di Como/Lecco. Ci incuriosiva di più il Lago d’Orta dove eravamo già stati, io e Ornella, una trentina di anni fa. Lo ricordavo bene: l’ordine, il silenzio, il placido rullare dell’acqua, uno sciabordio discreto, pacifico, calmo. Ne abbiamo bisogno in questa epoca di furore. Il 20 agosto si parte sull’Autostrada dei Laghi, direzione Nord, a circa 80 km da Milano. Il traffico è sostenuto. Kris è perfetta nell’organizzazione: prenotati al Lido di Gozzano sdraio e ombrelloni, e all’ora del pranzo anche l‘attiguo ristorante. Pochi i turisti. Possiamo quindi immergerci nel lago, nelle sue acque lustrali, colpiti dal paesaggio montano, verde e immutabile.
Atmosfera senza tempo
Il lago d’Orta o Cusio è di origine glaciale, si trova tra le due province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte, dietro il Lago Maggiore, a cuscinetto, ma molto più piccolo. Misura 3,4 km di lunghezza e 2,5 di larghezza. Al suo interno è presente l’isola di San Giulio, anche questa minuta (275 mt per 140). Si accede da Orta, magnifica realizzazione urbanistica medievale, conservata nei minimi particolari, nei negozietti, nella piazza del palio, nell’edificio centrale del municipio con lo spazio colonnato a piano terra per il mercatino delle carni e verdure. Un’atmosfera di altri tempi, tutto conservato benissimo e rispettato.
Dalla piazza l’attracco del vaporetto per l’isola di San Giulio. Un pontile ampio ci accoglie, segno che i rapporti con la terraferma erano frequenti. Qui si era rifugiato San Giulio dall’isola greca di Egina nel IV secolo e aveva eretto il monastero, poi benedettino, e la cattedrale, poi restaurata con l’impronta romanica. Ogni posto come questo ha un’anima. Genius loci lo chiamano. Tutto sta scoprirla e rispettarla.
Lago d’Orta: spiritualità e mistero all’isola di San Giulio
Qui ad Orta e all’Isola di San Giulio si sente che qualcosa aleggia nell’aria e non sappiamo come chiamarla… È bellezza, spiritualità, alone di mistero? Un po’ tutto questo e ci inebria… La vegetazione è fiorente: carrubi, fichi, esemplari di laureti e pinastri. Un vero trionfo della natura. Ma anche una riflessione sui rifiuti di plastiche e gomme che giungono dalle acque lacustri e marine. Sapremo mettere giudizio ed evitare di disperdere nell’ambiente i nostri rifiuti che si ritorceranno contro di noi?
Il Lago d’Orta conserva ricchezze paesaggistiche e monumentali. Un gioiello da preservare non solo per lo spirito ma anche come opportunità turistica. A Orta San Giulio il tempo si è fermato. Abbiamo bisogno di questi luoghi dello spirito per fermarci anche noi a riflettere… L’idea di bellezza da tramandare a chi verrà dopo di noi. Lago d’Orta, un paesaggio dell’anima, quieto, dove tutto si ridimensiona al naturale. Esiste un legame speciale tra questo luogo e uno dei nostri più grandi scrittori per ragazzi, Gianni Rodari, con le sue filastrocche e il barone Lamberto. È proprio sulle rive di questo specchio d’acqua il 23 ottobre 1920 nacque lo scrittore, più precisamente a Omegna, a nord del lago. Le emozioni ci accompagnano al ritorno, soddisfatti di questo viaggio nel tempo e nella bellezza.