La cittadina di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, il Venerdì Santo stravolge la su abituale quiete. La causa è il fermento che pervade tutta la cittadinanza che si appresta, dopo giorni di preparativi, a partecipare alla tradizionale sfilata delle fracchie. Il suo nome fa riferimento alla farchia, la fiaccola portata dai pellegrini abruzzesi lungo il percorso della via Santa Longobardorum. La via che, attraversando San Marco, li avrebbe condotti al Santuario di S. Michele di Monte Sant’Angelo.
Dalla metà del ‘700, epoca in cui sembra risalire la loro nascita, queste torce trainate a braccia, secondo la tradizione servono ad illuminare il cammino della Madonna Addolorata alla ricerca del Figlio.
Fracchie: coni di fuoco dalle enormi dimensioni
Col passare dei secoli queste fiaccole votive hanno assunto dimensioni sempre più mastodontiche con i loro cinque-sei metri di lunghezza e un peso di trenta-quaranta quintali. La loro struttura è costituita da ferle. Strisce ricavate dal taglio longitudinale di tronchi di noce o di castagno, tenute insieme da cerchi di ferro. Il diametro dei cerchi via via decrescente formano un lungo cono. Al suo interno il cono sarà riempito da spezzoni di legna essiccata predisposti con grande cura nella capace bocca mangiafuoco.
L’ultima fase della preparazione prevede il fissaggio dell’intera costruzione su un telaio con ruote, il montaggio dei cavi che serviranno per governarla, il suo abbellimento con bandierine colorate e la sistemazione, all’apice del cono, di un alto palo con l’immagine dell’Addolorata.
Fracchie realizzate da adulti e ragazzi
Già dal mattino lungo la stretta via Rosselli si allineano le piccole fracchie realizzate dai giovanissimi con l’aiuto dei genitori, mentre quelle più grandi sono allineate nella parallela via della Repubblica. Anche se il numero può cambiare di anno in anno, solitamente saranno presenti, tra piccole e grandi, non meno di trenta strutture devozionali.
In particolare, per la realizzazione di quelle più imponenti è consuetudine che più famiglie si associno. Da una parte per sostenere i costi dell’allestimento e, dall’altra, garantire un numero sufficiente di persone idonee al trasporto. Quest’ultima operazione, infatti, richiede particolare esperienza utile a coordinare i movimenti ed evitare che il fiammeggiante falò investa gli spettatori.
Processione delle lunghe lingue di fuoco
L’animazione cresce sempre più, soprattutto tra i più piccoli, man mano che si avvicina l’ora della partenza stimata intorno alle 20.00, al calare della luce. I primi a dar fuoco alle piccole fracchie e ad aprire la sfilata sono appunto i bambini ansiosi di dare dimostrazione della loro abilità e fieri di indossare la divisa del “fracchista”: gilet scuro su camicia bianca, foulard rosso e una fascia anch’essa rossa che cinge la fronte.
Man mano che le fracchie si accodano una all’altra, una lunga lingua di fuoco inizia ad illuminare la notte mentre sono circondate da curiosi ed impavidi spettatori. In ogni singola struttura, il gruppo di testa tira con forza le corde per trainare il pesante fardello mentre in coda si manovrano le funi per determinarne la direzione. Il gigantesco falò strisciante si ferma solo quando un robusto manovratore si siede a volo sulla coda già appesantita con sacchi di sabbia.
La fine della cerimonia in piazza Oberdan
L’ampia via Europa, contornata da due ali di folla sempre più numerosa, diventa il punto migliore per ammirare da vicino le fiamme che, ravvivate nelle brevi corse o riattizzate pericolosamente con lunghi bastoni e con bagni di petrolio, lasciano alle loro spalle una nuvola di fumo e scintille che colorano l’oscurità. Sull’asfalto resta il segno del loro passaggio testimoniato da un lungo serpentone di tizzoni ardenti che al più presto verranno spenti e spazzati via per far transitare la statua della Madonna che terminerà la ricerca del Figlio in piazza Oberdan contornata dalle fracchie che, come partecipazione al dolore materno, vengono anch’esse spente.
Info: www.comune.sanmarcoinlamis.fg.it