Nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese, a Piacenza, è stata inaugurata il 2 dicembre la mostra dedicata a Elisabetta Farnese principessa di Parma e Piacenza e Regina consorte di Spagna.
Fino al 7 aprile 2024 sarà un’occasione unica ammirare per la prima volta, fra le tante opere esposte, le celebri tele dei “Fasti di Elisabetta” riunite insieme dopo quasi 300 anni dalla loro migrazione a Napoli.
La mostra “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una Regina”, patrocinata dal Ministero della Cultura, dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Parma, è organizzata dai Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza. Ideata e curata dagli storici dell’arte Antonella Gigli e Antonio Iommelli, l’esposizione ruota intorno a un nucleo di tele, oggi noto con il nome di “Fasti di Elisabetta”.
Le opere, eseguite nella prima metà del Settecento dal pittore di corte Ilario Mercanti, detto lo Spolverini (Parma 1657 – Piacenza 1734), avevano lo scopo di documentare le fasi delle nozze per procura di Elisabetta Farnese con Filippo V di Spagna.
La vicenda storica e artistica dei Fasti
Nel 1714 il pittore di corte Ilario Mercanti detto lo Spolverini (1657 – 1734) fu incaricato da Francesco Farnese, duca di Parma e di Piacenza, di seguire tutte le fasi delle nozze per procura di Elisabetta Farnese con Filippo V di Spagna per poterne dare rappresentazioni precise. L’artista, che per tale occasione trasse un numero imprecisato di disegni, dipinse negli anni uno sfarzoso ciclo di tele, noto col nome di “Fasti di Elisabetta“
Per la prima volta, dopo quasi trecento anni dalla loro migrazione a Napoli – città dove Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese e di Filippo V di Spagna, trasferì i Fasti e gran parte dei tesori artistici appartenuti ai Farnese – sei dipinti, già parte del ciclo, vengono esposti a Piacenza, concessi straordinariamente in prestito per quattro mesi dalla Reggia di Caserta e dal Municipio di Parma.
Elisabetta Farnese: le opere esposte
Sei importanti prestiti, dunque, che in aggiunta ad altre venti opere – molte delle quali provenienti da collezioni pubbliche e private – consentono al pubblico di ammirare insieme, per la prima volta, i Fasti di Caserta e di Parma, riuniti per tale occasione a quelli già presenti a Piacenza dal 1928.
Un ambizioso progetto che permette inoltre di far comprendere la grandezza e la cultura straordinarie di una donna singolare come Elisabetta Farnese (Parma 1692 – Madrid 1766), la cui ambizione e intelligenza furono largamente note e apprezzate da tutti i suoi contemporanei, in particolare dal re Filippo V, suo consorte dal 1714.
Della mostra è stato realizzato un catalogo edito da Electa.
Palazzo Farnese e la Cappella Ducale
Il Palazzo Farnese, situato nella parte settentrionale di Piacenza, è ancora oggi caratterizzato da un senso di maestosità e imponenza. Sorto negli anni 50-60 del Cinquecento per volere della duchessa Margherita d’Austria ai margini della città verso nord, separato dal nucleo abitativo.
La Cappella Ducale, detta anche del Caramosino, dal nome del presunto costruttore del complesso architettonico, si trova al primo piano del Palazzo Ducale, di fianco al grandioso scalone di rappresentanza.
La cappella non era prevista nel progetto del Vignola, il quale aveva ideato una serie di ambienti di culto e di oratori più modesti e di minore dimensione. Di forma ottagonale, con dimensioni a doppio volume che ne amplificano l’effetto complessivo, lo spazio è animato dal succedersi armonioso di superfici piane e concave.
Nella metà del ‘600 si officiavano cerimonie importanti o riservate, come matrimoni tra gli esponenti di nobili famiglie o battesimi di ebrei conversi. Secondo quanto documentato nel Diario di Orazio Bevilacqua (1665-86) era addobbata con sontuose tappezzerie e lampadari. La Cappella Ducale rappresenta uno scrigno di eleganza sofisticata, maestosa e austera nelle sue linee, nascosta e protetta dalle possenti architetture del Palazzo Farnesi.
Info: www.palazzofarnese.piacenza.it
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