Il maggio in Italia è un mese che dà il via a una serie di grandi tradizioni popolari per celebrare il fulcro della stagione primaverile. Una sorta di risveglio dei borghi. Il nostro viaggio Maggiaiolo ci ha portato in Val d’Orcia in provincia di Siena, nel tipico paesaggio toscano: colline, vigneti, filari di cipressi e casolari. Il nostro itinerario è il borgo di Castiglione d’Orcia (poco più di duemila abitanti), situato sulla cima di una collina in una posizione panoramica.
Per secoli Castiglione d’Orcia fu roccaforte della casata degli Aldobrandeschi. Della Rocca Aldobrandesca che domina dall’alto il borgo, dopo un lungo restauro è stata aperta al pubblico nell’agosto del 2023. Attualmente sono visitabili l’imponente cassero, le mura e altri ambienti.
Il nostro percorso inizia dall’antico palazzo comunale che si affaccia sulla suggestiva Piazza Vecchietta. Un nome che lo si deve al pittore Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, per molto tempo ritenuto nativo di qui. A pochi passi dalla piazza, la Chiesa dei Santi Stefano e Degna che conserva al suo interno una pregevole tavola del pittore senese Pietro Lorenzetti.
Castiglione d’Orcia nella storia
ll comune di Castiglione d’Orcia, situato al centro della Val d’Orcia, fin dal 1252, e in tempi diversi, ha annesso al suo territorio i borghi circostanti fino ad assumere le attuali caratteristiche nel 1867. Le annessioni gli hanno permesso una ricchezza e una varietà di ambienti.
Le contrade tutte interessanti da visitare sono: Campiglia d’Orcia, Gallina, Vivo d’Orcia, la zona termale di Bagni San Filippo. E ancora, proprio di fronte a Castiglione, all’ombra della Torre di Tentennano, è collocato il piccolo borgo medievale di Rocca d’Orcia.
Il paese ha la tipica conformazione dei borghi di origine medievale. Ci accoglie con la sua storia e le sue tradizioni, uno spaccato di una autentica realtà toscana, inserito in un paesaggio straordinario. Una breve passeggiata nel centro storico può includere una visita alla Sala d’Arte San Giovanni. È un piccolo ma curato museo che raccoglie dipinti di alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese del Trecento e Quattrocento. Tra questi troviamo Simone Martini, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Giovanni di Paolo, con tre splendide Madonne col Bambino.
I Maggiaioli: cantori e suonatori
Nel nostro percorso ci è capitato di imbatterci in un gruppo di cantori e suonatori (circa una ventina), che gira per i borghi di Castiglione e Rocca d’Orcia, percorre la campagna visitando i poderi, ogni anno diversi, intonando quartine di ottonari che augurano il ritorno della buona stagione, di buoni raccolti e che cantano l’amore e il risveglio della natura.
Ogni quartina è seguita da un brano musicale eseguito da una piccola fanfara di strumenti. In cambio i cantori e i suonatori chiamati “Maggiaioli” ricevono ospitalità, vino, alimenti e offerte in denaro. Il “giro”si conclude ogni anno nel borgo di Castiglione d’Orcia: i Maggiaioli percorrono le vie del paese fino al mattino del primo maggio.
Le offerte in denaro, raccolte dai cantori durante la questua effettuata nelle settimane successive, vengono utilizzate successivamente per allestire una merenda aperta a tutta la popolazione.
Val d’Orcia: visita delle contrade
La visita alle frazioni e aree del paese suggerisce una capatina a Vivo d’Orcia dove si trovano le sorgenti dell’Ermicciolo: una ricca rete di sentieri permette un tuffo nella natura tra castagni e abeti bianchi. Vivo d’Orcia sorge attorno a due eremi camaldolesi fondati da San Romualdo intorno all’anno Mille.
A valle l’eremo di San Pietro il cui monastero è stato inglobato nel Palazzo Cervini costruito da Antonio da Sangallo per Papa Marcello II; a monte, invece, l’eremo superiore di San Benedetto all’Ermicciolo. Qui sgorgano le sorgenti del torrente le cui acque alimentano tutto il territorio fino a Siena.
Proseguiamo per Campiglia d’Orcia, paese con la tipica conformazione dei borghi di origine medievale, suggestivi vicoli, strette scalinate di collegamento e percorsi coperti. Una camminata nel centro storico evidenzia i punti di interesse storico, paesaggistico e della memoria. Più in alto, raggiungibile con un sentiero, si eleva la duecentesca Torre di Campigliola. Leggenda narra che la torre fosse abitata da fate che a giugno aiutavano i contadini mietendo il grano di notte.
Per la pausa pranzo ci fermiamo all’azienda vitivinicola Campotondo dove gustiamo il buon vino DOC Orcia.
Val d’Orcia: passaggio alle Terme
Subito dopo proseguiamo per Bagni San Filippo e Balena Bianca con sosta alla grotta di San Filippo. Questa località termale, conosciuta fin dall’antichità, rappresenta un vero collegamento fra la Vald’Orcia e l’Amiata. In prossimità del borgo un fiume termale, il “fosso bianco”, si inoltra nel verde del bosco fino a raggiungere una cascata di acqua calda che dà origine alla Balena Bianca. Si tratta di una spettacolare formazione di roccia calcica che ricorda, nella forma e nel colore, la celeberrima Moby Dick di Melville.
Proseguendo per Gallina, il centro abitato si trova in posizione strategica fin dal passato, in prossimità della Via Francigena. Ne sono testimoni le stazioni di posta, antichi ospizi per pellegrini e viaggiatori, della Scala e delle Briccole. Breve percorso a piedi (km 2 facile) verso le Briccole lungo la via Francigena nei luoghi che videro il passaggio dell’Arcivescovo di Canterbury Sigerico. Qui si fermò anche la contessa Matilde di Canossa, fu catturato l’eretico Arnaldo da Brescia, ed ebbero luogo, secondo tradizione, le Nozze Mistiche di San Francesco con Madonna Povertà rappresentate nella tavola del 1450 dal Sassetta.
Sulla strada del ritorno verso il capoluogo comunale sosta fotografica ai cipressi di Poggio Covili. Continuando nella visita, imperdibili la Rocca d’Orcia e la Torre di Tentennano. Il minuscolo borgo conserva tutte le caratteristiche medievali ed è sorvegliato dalla imponente Torre di Tentennano che domina tutta la Val d’Orcia.
Nel 1207 nel borgo, per la prima volta nella storia, fu emanata una carta con cui vennero sanciti i doveri e i diritti del popolo verso i feudatari, la Charta Libertatis. Le scritture raccontano che nel 1377, inoltre, vi soggiornò Santa Caterina da Siena, che proprio qui, da analfabeta, ricevette il dono divino della scrittura.
Val d’Orcia: turismo sostenibile col passaparola
Il sindaco di Castiglione d’Orcia, Claudio Galletti, ha sottolineato il grande sviluppo sociale ed economico verificatosi nella valle dal dopoguerra in poi, stimolato dal turismo. L’accoglienza diffusa nei borghi della zona, realizzata grazie alla ristrutturazione di case, ha creato una forma di accoglienza che, dopo la pandemia, ha avuto un buon sviluppo con il passaparola e non con le grandi piattaforme.
“Chi viene qui è ospite di una famiglia, ed è una formula diversa dall’ospitalità alberghiera che non qui è disponibile”. L’incredibile panorama della Val d’Orcia nel 2004 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Info: comune.castiglionedorcia.siena.it – visitvaldorcia.it
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