Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

L’Italia turistica con le ossa rotte

Sole, mare, storia, arte, moda, ottimi cibi e vini… Tutto questo non basta a sostenere il turismo italiano se dietro non c’è un sistema competitivo. L’analisi sulla competitività turistica mondiale non lascia scampo al Belpaese

Cartolina dall'Italia
Cartolina dall’Italia

È impietosa verso l’Italia la classifica 2013 sulla competitività turistica mondiale di 140 Paesi del mondo del World Economic Forum, che si definisce “un’organizzazione internazionale indipendente impegnata a migliorare il mondo coinvolgendo uomini d’affari, politici, accademici e altri leader per creare agende industriali globali e regionali”. Il tema del suo Travel & Tourism Competitiveness Report quest’anno era: “Reducing Barriers to Economic Growth and Job Creation” [ridurre le barriere alla crescita economica e creare lavoro] a sottolineare l’importanza del comparto turistico nel creare posti di lavoro e, conseguentemente, nello sviluppo economico. Tanto più che il turismo, secondo gli ultimi dati dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization), sembra essere l’unico settore economico a non aver risentito degli effetti della recessione, con un aumento degli arrivi turistici a livello globale del 4% nel 2012 e che si prevede che questa tendenza positiva continuerà anche per quest’anno più o meno sugli stessi livelli. Secondo il World Economic Forum il turismo genera oggi il 9% del Pil mondiale pari a circa 6mila miliardi di dollari e crea 120 milioni di posti di lavoro diretti ai quali se ne aggiungono altrettanti nei settori correlati.

L’Europa al top

La Svizzera è prima
La Svizzera è prima

La capacità competitiva nel turismo di ogni singolo paese è misurata attraverso il Travel & Tourism Competitiveness Index che analizza per ogni singolo paese tre macro categorie di variabili: l’insieme di leggi e politiche che governano il settore; il contesto di business e le infrastrutture e le risorse umane, culturali e naturali che sono poi suddivise in 14 fattori di competitività tra i quali: la sostenibilità ambientale, la sicurezza, il grado di priorità che viene attribuito al turismo nelle politiche nazionali, le infrastrutture del trasporto aereo. La classifica globale è dominata dall’Europa, tra i primi 20 Paesi, 13 sono del nostro continente, nell’ordine: Svizzera, Germania, Austria, Spagna e Regno Unito. Nonostante i prezzi alti, il primato elvetico ormai dura da sette anni consecutivi per la qualità delle infrastrutture (trasporti pubblici, alberghi e servizi turistici), l’alta qualificazione della forza lavoro, un elevato grado di sicurezza, leggi ambientali molto severe e un buon posizionamento come destinazione anche per il turismo di affari.

LEGGI ANCHE  Hong Kong: quando si dice capodanno…

Per fortuna c’è la Grecia…

L'Italia turistica con le ossa rotte

… Altrimenti saremmo all’ultimo posto tra i Paesi dell’Europa Occidentale. Le eccellenze italiche sono il patrimonio artistico e culturale (1° posto) e le infrastrutture turistiche. Buono anche il trasporto aereo. La situazione precipita laddove deve o dovrebbe intervenire lo Stato. Siamo al 100° posto per il supporto politico allo sviluppo del turismo; per il trasporto di terra al 110°; l’efficacia del marketing turistico è al 116° posto; il prezzo della benzina al 126°; la flessibilità del lavoro è al 132°. Siamo poi al 135° posto per la trasparenza della politica e le tasse ci fanno precipitare alla 137ª posizione. Altri fattori che ostacolano il nostro turismo sono la scarsa attenzione all’ambiente per non parlare del mancato rispetto delle norme e delle leggi; siamo poi 134esimi per la competitività sul fronte dei prezzi; 45esimi per la formazione degli addetti. Una volta, l’italiano era visto come farraginoso ma simpatico. Ora siamo scesi al 79° posto nella predisposizione all’accoglienza verso i visitatori stranieri e a un modesto 44° per grado di sicurezza. Peggiore, e di molto, dei nostri diretti concorrenti. In definitiva, siamo al 26° posto della graduatoria mondiale e, ancora peggio, al 18° della classifica esclusivamente europea (per inciso, gli stati europei sono 46). Se vogliamo consolarci, lo scorso anno eravamo al 27° posto (nella classifica mondiale).

(13/03/2013)

 

Info: www.weforum.org

Condividi sui social: