Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

India, sulle strade del Gujarat

Grande quasi come l’Italia e con lo stesso numero di abitanti, lo stato del Mahatma Gandhi (uno delle molte “Indie” dell’Unione) vanta splendide spiagge sul Mare Arabico, ampi deserti al confine col Pakistan. Nelle città e nei villaggi: vacche sacre e scoppiettanti motorette

India, sulle strade del Gujarat

Appartenente con altri 27 Stati al Bharat, Unione Indiana, il Gujarat conta molto nelle vicende della repubblica federale (e più popolata democrazia del mondo): grande due terzi dell’Italia, conta lo stesso numero di abitanti e oltre a potervi vantare la nascita di Gandhi si segnala come terra di frontiera. Là, al confine con il Pakistan, qualche decennio fa tra induisti e musulmani esplosero guerre e tragiche violenze – ormai sopite – tanto frequenti nei conflitti religiosi (e dire che da queste parti abbondano pacifisti e pure animalisti che si tappano il cavo orale per non deglutire manco un moscerino, India misteriosa).

Sempre più visitatori nel Gujarat

India, sulle strade del Gujarat

New entry degli itinerari turistici indiani (e per certo aumenterà i visitatori, almeno dal Belpaese, visti i recenti e diversi problemi coinvolgenti civili e soldati italiani nell’Orissa e nel Kerala) il Gujarat non offre soltanto una full immersion nella storia gandhiana. Oltre a bei templi e luoghi di culto (secondi solo ai monumenti del “classico” itinerario in India, Delhi, Agra e Jaipur) la regione propone chicche della natura (un deserto, salato e non, quei pochi leoni asiatici che restano ed esotiche spiagge sul Mar Arabico) nonché città non grandi e dai nomi insignificanti, ma storicamente intriganti, per un passato prossimo in cui convissero ben tre culture (l’induista, la musulmana e quella british imperial della regina Victoria).

Ahmedabad dei Templi

India, sulle strade del Gujarat

La gita in minibus (1.700 i chilometri percorsi, strade o paranormali o da disperarsi) ha avuto inizio e fine ad Ahmedabad, metropoli ormai non più capitale ma pur sempre la più popolata del Gujarat (chi vagamente dice 5 o 6 e chi 8 o 9 milioni di abitanti; meglio non domandare, d’altro canto se lo sviluppo demografico non è fuori controllo poco ci manca). Da qualche decennio la politica e l’amministrazione dello Stato si sono infatti trasferite nella vicina Gandhinagar, 200.000 persone, di cui le più brave e fortunate alloggiano nei moderni e pregiati edifici pubblici e privati disegnati da due esimi architetti indiani allievi di Le Corbusier.

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Al peraltro non grande merito di costituire il traguardo di partenza e arrivo della spedizione, Ahmedabad non può aggiungere grandi ‘highlights’ (interessanti ma non esaltanti, un paio di moschee, un tempio hindu – e lì si comincia ad affrontare nomi che più complicati non si può, tipo Swaminarayan – e uno giainista, sulle placide acque del Kankaria Lake realizzato nel ‘400).

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