Venerdì 27 Dicembre 2024 - Anno XXII

Le Alpi come non le avete mai viste (in un museo)

A Bard, in Valle d’Aosta. Quando lo stretto legame esistente fra la montagna e chi ci vive dà luogo a una esposizione museale innovativa e avvincente. Con formaggi e salumi doc

La geografia alpina (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)
La geografia alpina (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)

Gli ascensori del Forte di Bard sono davvero spettacolari. Innanzitutto sono di cristallo e metallo, così salendo (ma forse ancor più scendendo) puoi farti venire le vertigini. Sono quattro, sono all’aperto e salgono sul fianco della montagna in cima alla quale sorge il forte, appunto, il quale è un’austera fortezza di sbarramento sabauda, molto ben conservata. Sbarramento vuol dire che l’imponente costruzione, che si trova all’imbocco della valle d’Aosta ed è divisa in corpi di fabbrica situati a vari livelli della montagna, serviva a controllare eventuali nemici e a impedirne il passaggio. In cima è meglio arrivare affamati, perché c’è la caffetteria del museo, che non offre panini implasticati con il prosciutto rancido: vengono serviti taglieri di formaggi e affettati deliziosi, tra cui un ottimo lardo di Arnad. Le cameriere ti spiegano la storia delle loro specialità, se vuoi, e i prezzi sono modici.

Un Museo di montagna senza corna e piccozze

Il ciclo delle stagioni (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)
Il ciclo delle stagioni (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)

Rarefatto e rifocillato, ti fai un giro nel complesso monumentale e arrivi all’ingresso del Museo delle Alpi, che si raggiunge attraverso una scala mobile situata in mezzo a una stanza pervasa da canti alpini. Uno presupporrebbe di trovare un posto pieno di piccozze e corna di stambecco, la solita celebrazione dei fasti della montagna. E invece no.

Il Museo delle Alpi è più incredibile ancora degli ascensori. È un’esperienza multimediale visiva e uditiva che ti fa entrare nella montagna, come uno gnomo esploratore che guadagna la vetta, che osserva la natura e si addentra nel suo spirito. Una cartina al contrario mostra l’Italia vista dalla Germania, cioè dall’ottica di chi dal nord scende a sud; in una sala molti televisori affiancati, raccontano con immagini diverse, ma all’unisono, la sinfonia delle stagioni. In altre sale viene spiegata la montagna della povertà, della fatica, della guerra, degli animali liberi, degli sciatori della domenica.

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I difficili amori del Dahu

Il Dahu in mostra (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)
Il Dahu in mostra (Foto: © 2006 Alessandro Zambianchi)

In una sala c’è la riproduzione di un animale leggendario, il Dahu. Il Dahu è una singolare specie di cervide che ha le zampe da una parte del corpo più corte di quelle dell’altra. Questo perché cammina sui ripidi pendii dell’alta montagna, ma, per via della lunghezza delle zampe, può procedere solo in un verso, perché, se si gira, precipita. Alcuni cartoni animati esplicativi (e divertenti) mostrano come ci siano Dahu che vanno a destra e Dahu che vanno a sinistra e spiegano i loro problemi sentimentali (devono stare attenti a innamorarsi perché la lunghezza delle zampe può rivelarsi un ostacolo insormontabile a una relazione stabile, soprattutto dal punto di vista dell’equilibrio). Verso la fine del percorso si trova il volo dell’aquila, che da solo vale la gita: in uno schermo diventi un’aquila che va dalla cima del Monte Bianco al forte di Bard. Un breve viaggio inebriante, che per qualche minuto ti fa diventare signore dei rapaci e delle vette. A ripensarci sento ancora il vento sul becco (www.fortedibard.it). (04/04/2011)

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