In uno scenario in cui tutte le forme artistiche non sono semplicemente forme estetiche, ma puri linguaggi spirituali, la danza indiana diventa espressione di emozioni e sentimenti e si fa parola, investita di un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte. Ma ancor prima di essere questo, la danza indiana è una forma di devozione, le cui radici affondano nel campo del sacro (nelle religioni indiane quali l’induismo, il buddhismo, il jainismo, il sikhismo) e in tempi lontanissimi, sculture e raffigurazioni legate alla danza risalgono a 4.000 anni fa.
Mani, viso e occhi danzano insieme
Nella danza indiana il connubio tra tre elementi è evidente in ogni sua manifestazione: movimenti del corpo, eseguiti per la loro bellezza e forma estetica, espressioni del viso volti a esprimere un significato e a introdurre un tema, ancora espressioni del viso e movimenti delle mani che, seguendo le parole cantate, enfatizzano elementi del tema. Il tema può essere di carattere religioso, o leggendario, può attingere alla mitologia così come alla letteratura classica. Ciò che fa la danza indiana, con i suoi movimenti congiunti del corpo, delle mani, del viso e degli occhi, è danzare questo tema, descriverlo come se a descriverlo fossero non movimenti nello spazio, ma parole. Suscitare emozioni nello spettatore e dialogare con lo spettatore stesso, su un piano emotivo e gestuale codificato per entrambi.
La poesia del rituale
Ecco perché assistere a uno spettacolo di danza indiana è come assistere a un rituale complesso, in cui ogni singolo movimento del corpo, anche quello più impercettibile, ha un preciso significato ed è evocativo di una determinata immagine. A chi non conoscesse il ricco patrimonio di antiche leggende e tradizioni danzate, la danza indiana regalerà con i suoi movimenti, le sue musiche di sitar e flauti e percussioni, con il tintinnio dei gioielli delle danzatrici, uno spettacolo incantevole e toccante. (31/03/2011)