Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che l’Italia sia un Paese unito, certamente nessuno ha dubbi sul fatto che ci sia un elemento fortissimo che unisce gli italiani: il piacere della buona cucina. Come ebbe a dire Camillo Benso conte di Cavour “Cattura più amici la mensa che la mente”. Il gusto per una grande varietà di sapori e profumi, la passione per la sperimentazione di nuovi piatti, nati spesso dalla compenetrazione di diverse tradizioni, sono i condimenti della nostra unità gastronomica che è diventata la cucina italiana.
Qui mangiava Garibaldi è un libro fuori da ogni schema, un’interpretazione del Risorgimento tutta particolare. Di Mazzini e Garibaldi, di Vittorio Emanuele II e di Pio XI, di Carlo Pisacane e dei fratelli Bandiera, come di tutti i veri e presunti protagonisti del Risorgimento si è già detto moltissimo e molto ancora si dirà in quest’anno fatidico. Ma al di là di vittorie, sconfitte, cospirazioni, esili, condanne a morte e trionfi postumi, gli eroi dell’Unità d’Italia avevano anche una vita normale. E queste pagine sono proprio dedicate alla vita quotidiana, al “dietro le quinte” di sedici personaggi risorgimentali, ai tratti più intimi del loro carattere, ai luoghi della formazione e delle loro gesta.
Ma soprattutto ci raccontano come erano imbandite le tavole a cui sedevano questi personaggi, i prodotti che mangiavano nei luoghi in cui vivevano o in cui passavano, i vini autoctoni, le ricette dell’epoca e ci fanno conoscere, dove sopravvivono, le osterie e le trattorie che frequentavano.
Un punto di vista originale sulla nostra storia ottocentesca, in un volume che si può leggere come una godibile raccolta di biografie atipiche, oppure utilizzare come una vera guida turistica o gastronomica, per celebrare, golosamente, i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Questo curiosa “guida” è stata scritta a più mani da un gruppo di amici “storici” e curata da Paolo Paci, che hanno unito forze e competenze per dar vita ad una interpretazione del Risorgimento diversa dal solito.