Proseguo la mia fatica narrativa informando che nella puntata precedente raccontai la mia ulteriore convocazione nelle dolci Marche (del sud, alias, per dirla col poeta, delle sapide olive all’ascolana e del saporito Ciauscolo), stavolta non cercando tartufi bensì scarpinando per andare a trovare quella balossa della Sibilla. Che, secondo quanto narra la leggenda, risiedeva nel montano (988 metri) Comune di Montemonaco, ma non in centro, bensì sulla cima dell’omonimo monte (2173 mt) in una sorta di attico più modestamente detto Antro. Il cui roccioso ingresso – mi conta un frequentatore del bel Rifugio, ça va san dire chiamato Sibilla – fu fatto saltare in aria dai preti per via di quel che si diceva combinasse la Maga e i suoi adepti, solo voci, per carità, ma, con le Messe Nere e altre diavolerie – ancorchè oggidì derubricate in burlesque – sempre meglio stare accorti.
Il Rifugio
Impeditomi dalla già menzionata dinamite del vescovo di San Benedetto del Tronto (avvenuto tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso) un incuriosente sopralluogo nell’Antro non m’è restato che tornare al Rifugio. Laddove, dopo un buon pranzetto (se non altro – clamoroso al Cibali! – mancava la solita canonica polenta ammannita in tutti, dico tutti, i Rifugi delle Alpi) eccomi godere uno spettacolo davvero bello. In uno spiazzo antistante un degradante prato – tribuna per gli accovacciati spettatori –, coadiuvato per i suoni da un giovane esperto alla console e disponendo di pochi altri attrezzi di scena, in una quasi irreale ovattata atmosfera – tutta colpa dalla nebbia della Sibilla – Marco Renzi si è rivelato grande Troubadour.
Marco Renzi, il Troubadour
Che bello, dal lontano, basso medioevo (XII secolo) ritrovare oggidì chi racconta in modo avvincente vicende e gesta di personaggi vaganti tra mito e storia. Troubadour, proveniente dal provenzale Trobar, ovvero poetare, in occitano Trobador. E Marco Renzi, grande artista marchigiano che vive e lavora nel vicino fermano, incanta con la vicenda del Guerin Meschino proprio dove l’eroe di Andrea da Barberino (1489) visse la leggenda dei Monti Sibillini in arrivo dall’albanese Durazzo e dall’imperiale Costantinopoli. E se lo show (nel senso più elegante e culturale della parola) si è rivelato intrigante di fianco al moderno Rifugio, chissà di quanta bellezza fu pervasa la rappresentazione di questo sapiente mixage di favola e romanzo cavalleresco che Renzi realizzò il 3 luglio del 2011 sulla sommità del monte Sibilla, proprio di fronte al citato Antro.