Taqiyya. Alla scoperta dell'Iran

<span style= — Taqiyya. Alla scoperta dell’Iran
di Alessandro Pellegatta, collana Le Caravelle, FBE Edizioni, pagine 184, Euro 14,00.

Nella tradizione islamica taqiyya significa “paura, stare in guardia, circospezione, ambiguità o dissimulazione” e ha indicato storicamente la possibilità per gli sciiti di rinnegare esteriormente la fede per sfuggire alla persecuzione sunnita. È da qui che parte questo viaggio in Iran, un Paese sospeso tra passato e presente, crocevia di culture e luogo d’origine di imperi millenari, ritenuto un Paese poco sicuro e troppo integralista, una “bad land”, uno “Stato canaglia”, una minaccia permanente per l’Occidente.

Ma quando la taqiyya si dissolve, riemerge il vissuto profondo, il ricchissimo patrimonio artistico, culturale, umano ed etnografico di un paese unico al Mondo, che l’Occidente non può continuare ad ignorare, mostrando i pregiudizi e le false prospettive dell’oggi.

Il libro è un reportage sulla Persia ed è corredato da un country profile e da schede bibliografiche. Il lettore viene guidato dall’esperienza di viaggio ed entra in un mondo affascinante, dove cultura, arte, architettura e archeologia rappresentano un “mix” stimolante, senza mai appesantire.

Taqiyya non è solo una “guida”. Il libro approfondisce tematiche culturali, artistiche, sociali molto interessanti, parlando di “aree geografiche” che, per mille ragioni, fanno ancora parte del nostro “immaginario collettivo”, ma che sono ormai dimenticate o relegate al dibattito specialistico o puramente geopolitico. Sull’Iran inoltre c’è ben poco sul “mercato”, viste le condizioni di obiettivo isolamento in cui versa e le difficoltà di accesso.

Questo affascinante Paese, tutto da scoprire ai più, culturalmente è molto più vicino all’Occidente di quanto si possa immaginare. Questa è la Persia. Alessandro Pellegatta con questo volume si rivolge ai viaggiatori, agli amanti dell’arte, della storia e dell’archeologia e a tutti coloro che vogliono spingersi oltre il “limen” del quotidiano o del contingente, per dimostrare che l’Iran è molto diverso e molto più complesso di quello che appare a un primo sguardo frettoloso.