Non si chiama Danzica, ma Gdansk. Meglio chiarirlo subito. Nome non facile da pronunciare, ma utile per rintracciarla nelle indicazioni stradali, senza doversi fermare a chiedere ai passanti polacchi di una Danzica che nessuno ha mai sentito nominare. Se pensate durante il vostro viaggio di arrivare fino a Danzica è perché della Polonia avete cominciato ad innamorarvi per davvero e limitarsi alla classica Cracovia non è più sufficiente.
Attraverso la Pomerania
Sappiate allora che il lungo tragitto che vi aspetta per raggiungere il cuore della Pomerania, regalerà grosse soddisfazioni. Al contrario di altre città della Polonia, ampiamente raggiunte da voli low-cost (Cracovia, appunto, Katowice) sul piccolo aeroporto di Danzica atterrano solo voli provenienti dal nord Europa, sebbene questa tendenza pare debba mutare a breve. Giungere dal sud del paese richiede una notte abbondante di viaggio in treno, o un tempo indefinito di vagabondaggio in auto tra le lande dimenticate della Pomerania. Che la raggiungiate a ovest dalla Germania o a sud provenendo da Varsavia, i lunghi chilometri attraverso un affascinante “nulla”, fatto di lunghe distese di campi, sperdute dimore contadine e diroccati ruderi industriali, contribuiranno a darvi la sensazione di abbandonare per alcuni giorni la realtà come l’avete sempre conosciuta, per squarciare il velo del tempo e ritrovarvi in un crocevia storico a cavallo tra il tardo Medioevo, la Seconda Guerra Mondiale e gli ultimi anni della Guerra Fredda. Tutto quello che potrete ammirare di Danzica è strettamente legato alla travagliata storia della città; storia che in qualche modo ha a che fare con il mare, con la sua posizione strategica sul Mar Baltico, il suo essere fulcro di un asse tra Scandinavia e Mittleuropa, tra occidente e oriente.
Dall’età dell’Oro…
L’età dell’Oro di Danzica è un ricordo ancora indelebile per i suoi abitanti. Fino alla fine del Settecento è città cosmopolita, luogo di scambio di merci e di culture nord-europee, superiore per prestigio e fasto alla capitale di allora, Cracovia. La Strada Reale conduce simbolicamente al tempo di quei fasti mitici. Il Municipio, con all’interno il suntuoso Museo Storico di Danzica, è il simbolo allo stesso tempo della regalità e della fierezza della città, come del suo essere catalizzatrice di forme e stili eterogenei, in particolare nella magnificenza della Sala Rossa, tra decorazioni e raffigurazioni di pittori fiamminghi (Isaac Van De Block, per la precisione). Ci troviamo nel cuore di una Danzica epica e fuori dal tempo. Chiusa agli autoveicoli, lontano da assordanti manifestazioni di modernità, la città resta sospesa in un non-luogo storico leggendario, quello che vorrebbe rivivere in una realtà virtuale qualsiasi appassionato di epos europeo. Da una parte abbiamo la celebre Fontana di Nettuno, dall’altra niente meno che la Corte di Artù, luogo originariamente dedicato a banchetti, feste e commerci, nel quale la città esibisce l’apice del proprio sfarzo: nelle decorazioni in legno e oro, nelle raffigurazioni nuovamente fiamminghe, nell’ampiezza della volta gotica.