Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

A Londra con Shakespeare

Shakespeare Globe Theatre, il palcoscenico

Su di lui è stato detto tutto. Nei secoli, le teorie più azzardate hanno portato a concludere che fosse una donna, un uomo di colore, un nobile in incognito o un insieme di poeti che scrivevano sotto lo stesso nome. Andiamo sulle tracce di Shakespeare nella sua Londra

Shakespeare La statua di Shakespeare in Leicester Square, Londra
La statua di Shakespeare in Leicester Square, Londra

L’idea che un solo uomo abbia saputo scrivere così tante opere e soprattutto così innovative, profonde, “perfette”, spaventa un po’. Ma è davvero così? I suoi sonetti e soprattutto i suoi drammi teatrali, se non vengono semplicemente declamati con tono roboante, ma capiti in profondità, rivelano una grande umanità. Shakespeare era fortemente umano, nella duplice accezione del termine. I suoi versi non mostrano solo un’estrema sensibilità, ma anche un forte radicamento nelle questioni concrete, nella vita di tutti i giorni. Facciamo allora un passo in più e cerchiamo di dare consistenza reale al personaggio, attraverso i luoghi nei quali si è svolta la sua vita. Una chiave di lettura diversa per visitare Londra. Per entrare meglio nello spirito e per capire l’ambiente in cui Shakespeare lavorava, non c’è dubbio: il Globe Theatre di Londra è una tappa obbligata. Si tratta della fedele ricostruzione del Globe del 1599: il teatro della compagnia di Shakespeare, andato distrutto in un incendio nel 1613, ricostruito e raso al suolo definitivamente nel 1644, sotto il governo puritano di Cromwell. Già vedere quella sagoma così particolare dal Millennium Bridge, dopo essersi lasciati alle spalle St. Paul, è sempre un’emozione forte. Situato fra la Tate Modern Gallery e un Pizza Express, riesce a regalare una tregua dalla modernità circostante.  L’interno di quello che Shakespeare nel prologo di “Enrico V” ha definito “this wooden O” (“questo cerchio di legno”) è spettacolare. Raccolto, eppure in grado di ospitare tremila spettatori all’epoca (oggi mille e seicento, per le norme di sicurezza) divisi fra le tre gallerie circolari sovrapposte e lo spazio antistante il palco, da dove si assisteva alla performance stando in piedi e pagando un solo penny (oggi, cinque sterline).

Un “cerchio di legno” che arriva dal XVII secolo

Shakespeare Il nuovo Globe
Il nuovo Globe

Il palcoscenico è un tripudio di colori: blu, oro, bordeaux, verde, con disegni del sole, della luna, dei pianeti e dei segni zodiacali. Tutto questo sfarzo, in realtà, ha un’anima semplice: anche quello che sembra marmo, infatti, è legno dipinto. La struttura è formata da una pedana rialzata, con una balconata sul fondo e sormontata da un tetto, retto appunto da due colonne di legno. Pur trattandosi di una ricostruzione, il nuovo Globe è stato studiato attentamente e disegnato sulla base di fonti certe. Possiamo quindi pensare che il teatro originale in cui Shakespeare ha recitato e per cui ha scritto i suoi drammi, fosse proprio così.  Possiamo guardare il palcoscenico sapendo che, mentre componeva i famosi dialoghi di “Romeo e Giulietta”, Shakespeare aveva in mente proprio quella balconata e non la città di Verona. Tutte le ambientazioni italiane delle sue opere, infatti, derivano semplicemente dalle fonti letterarie cui lui attingeva per creare i suoi capolavori, ma non esistono documenti che testimonino che il Bardo sia mai stato realmente in Italia.

Shakespeare, le prime testimonianze londinesi

Shakespeare Targa commemorativa in Curtain Road
Targa commemorativa in Curtain Road

Ma dove è iniziato tutto? Il Globe non è il primo teatro in cui Shakespeare ha lavorato: documenti precedenti collegano il suo nome al Theatre, il teatro di James Burbage.
Le fondamenta potevano essere viste, fino a qualche anno fa, nel retro del negozio Crispin&Sons, nel quartiere Shoreditch, a nord della città. Purtroppo il negozio ha recentemente cambiato sede, lasciando il posto a un altro edificio.
Oggi, in Curtain Road, si può quindi solo ammirare una targa commemorativa.
Poco più a sud, in Bishopsgate, si trovava il primo indirizzo londinese di Shakespeare di cui si ha notizia. Da un documento risulta infatti che la sua parrocchia fosse St. Helen’s Church. Come parrocchia era piuttosto piccola e contava circa sessanta case. L’abitazione di Shakespeare non doveva essere molto distante dalla chiesa stessa, che è tuttora esistente.

Stile e nobiltà

Shakespeare La facciata del College of Arms
La facciata del College of Arms

La zona era anche ricca di locande, nei cui cortili venivano spesso rappresentate pièce teatrali. Poiché è risaputo che i Queen’s Men, i Lord Strange’s Men e i Lord Chamberlain’s Men, le maggiori compagnie teatrali dell’epoca, hanno messo in scena i loro drammi su questi palchi, è più che verosimile che vi abbia recitato anche il Bardo. Purtroppo oggi non c’è traccia di questi locali, che sono sopravvissuti solo fino all’epoca vittoriana.
Possiamo però provare l’emozione di varcare una soglia varcata anche da Shakespeare, se ci spostiamo un po’ più a ovest, in Queen Victoria Street, precisamente al College of Arms. È lì, infatti, che nel 1596 Shakespeare fece domanda per ottenere uno stemma nobiliare per suo padre John.
Esistono ancora i documenti della richiesta, che mostrano come il testo sia stato corretto e in qualche modo “abbellito” nello stile: evidentemente la passione per la lingua e per le parole non permeava solo la vita professionale del drammaturgo.

Al di là del fiume

Shakespeare All'interno del teatro del Globe
All’interno del teatro del Globe

Dal 1599 le tracce di Shakespeare si ritrovano oltre il Tamigi, sulla riva meridionale. Il contratto di affitto del terreno su cui sorgeva il Theatre, infatti, era scaduto, e il proprietario minacciava di impadronirsi anche della costruzione. Approfittando delle vacanze natalizie tra il 1598 e il 1599, la compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, in cui ormai Shakespeare figurava anche come azionista, smantellò il teatro e trasportò il materiale sull’altra sponda del Tamigi, passando proprio sul fiume ghiacciato.  Il teatro costruito con le assi del Theatre venne chiamato Globe. Sorgeva in quella che oggi è Park Street. Le fondamenta sono state ritrovate durante uno scavo del 1989, ma – dopo essere state studiate e fotografate – sono state ricoperte per far posto a un altro edificio. Oggi rimangono visibili solo una targa e qualche cartello esplicativo.

Una passeggiata shakespeariana
Shakespeare

È possibile comunque ripercorrere i passi di Shakespeare, seguendo un suo ipotetico itinerario tra quello che è rimasto di elisabettiano sulla Bankside.
Partendo da Bear Gardens ci si imbatte nel Ferryman’s seat, il seggiolino su cui i traghettatori del fiume aspettavano i clienti. È l’unico seggiolino di epoca Tudor rimasto. I traghettatori che sicuramente hanno portato avanti e indietro da una riva all’altra Shakespeare, i suoi attori e gli spettatori delle sue opere, si sedevano proprio qui. Questa infatti è la zona dei teatri: proseguendo per la via, lo spiazzo in fondo sulla destra è il luogo in cui sorgeva il teatro Hope, dove si poteva assistere, oltre che a rappresentazioni teatrali, anche a combattimenti tra cani e orsi, molto in voga all’epoca.

Shakespeare Ferryman’s seat
Ferryman’s seat

Girando a sinistra in Park Street ci si può facilmente immaginare l’atmosfera competitiva che regnava qui nel 1600: affacciandosi sulla stessa strada, si sfidavano in un testa a testa i due teatri più famosi dell’epoca: il Globe e il Rose, quest’ultimo di proprietà dell’impresario Philip Henslowe.
È lui e soprattutto il suo “diario” (un registro delle attività e delle spese del Rose) che dobbiamo ringraziare per la maggior parte delle informazioni pratiche sui teatri elisabettiani.
Le fondamenta del Rose, per fortuna, hanno avuto una sorte migliore di quelle del Globe: trovate per caso durante gli scavi per la costruzione di un palazzo di uffici, sono state “rivendicate” da varie associazioni culturali e da privati, tra cui gli attori Derek Jacobi e Dame Judi Dench. Gli uffici sono stati costruiti comunque, ma a partire dal primo piano. Le fondamenta sono quindi preservate e protette. Le si possono visitare con un tour guidato organizzato dal nuovo Globe.

Dopo il teatro, le locande
Shakespeare La locanda Anchor Inn
La locanda Anchor Inn

Andando avanti con il Globe originale sulla destra e il Rose sulla sinistra, siamo sicuri di percorrere la strada che faceva Shakespeare ogni sera per tornare a casa dopo le rappresentazioni teatrali. Per un certo periodo ha abitato infatti in Clink Street, a pochi passi dal teatro, anche se l’ubicazione precisa della casa è sconosciuta. Nel tragitto, potrebbe anche essersi fermato a bere qualcosa all’Anchor Inn, una delle più antiche locande londinesi, risalente almeno all’inizio del 1500. Che abbia davvero accolto il Bardo oppure no, la locanda è stata comunque testimone del passaggio di importanti personalità letterarie. Si dice che Samuel Johnson abbia compilato proprio lì alcune voci del suo “Dizionario”. Samuel Pepys nel suo diario racconta di essersi rifugiato nell’Anchor Inn insieme a tanti altri durante il grande incendio del 1666 e di aver guardato Londra bruciare dalla locanda.

Shakespeare Cattedrale di Southwark
La Cattedrale di Southwark

Da Clink Street alla cattedrale di Southwark la strada è davvero breve. Shakespeare, religioso praticante, l’ha frequentata come parrocchia, così come Ben Jonson e, più avanti, Charles Dickens. Ciò che è certo è che a Southwark si sono svolti i funerali di suo fratello Edmond, sepolto in quel luogo. La cattedrale rende oggi omaggio al genio elisabettiano con un monumento commemorativo e una vetrata ispirata alle sue commedie, tragedie e ai suoi drammi storici. Proprio di fianco alla chiesa, sotto il ponte ferroviario, si trova il Borough Market, uno dei più antichi mercati di Londra: qui si vendono ancora oggi frutta e verdura, un’attività che data dal 1276. È verosimile che Shakespeare abbia fatto qualche acquisto proprio qui.

Una bevuta con gli amici
George Inn
George Inn

Due ultime tappe ci portano in due locande poco distanti, vicino a Borough High Street. La prima è George Inn, in George Inn Yard. È l’unica locanda con galleria e con il posto per le carrozze rimasta a Londra (anche se ricostruita dopo un incendio alla fine del 1600). Si dice che Shakespeare abbia bevuto qui con i suoi amici e i suoi attori. Non più esistente, ma resa immortale dai versi del Bardo, che evidentemente la conosceva bene, è la White Hart Inn. Una targa segnala il luogo in cui sorgeva e ricorda le opere in cui è stata citata o usata come ispirazione: “Il Circolo Pickwick” di Dickens e “Enrico VI, Parte 2a” di Shakespeare, appunto. Dopo aver visto dove lavorava, dove abitava, dove camminava, dove beveva e perfino dove pregava, Shakespeare sembra più concreto. È stato emozionante ripercorrere alcune tappe della sua vita attraverso i suoi passi. Ma questo l’ha reso più umano? Paradossalmente, sentirlo più vicino e “di tutti i giorni” non aiuta, anzi. Considerarlo nella sua quotidianità non fa che aumentare l’ammirazione e lo stupore per il fatto che un solo uomo “comune” abbia scritto tanti e tali capolavori. William Shakespeare: la sua normalità lo rende ancora più straordinario.

Londra, consigli per un city-break
Londra
Londra

Più di 3.250 musei e galleria d’arte da visitare, 100 teatri e un’infinità di chiese e monumenti da scoprire: questa è la Londra culturale, piena di storia e modernità, non solo quella consumistica legata alla moda e all’intrattenimento. Per capire Londra basta orientarsi con il Tamigi che divide in due parti la città, le cui principali attrazioni turistiche si trovano nei settori orientale e settentrionale, in particolare in quartieri come Soho, Trafalgar Square, Piccadilly Circus, Leicester Square e Regent St.Imperdibili l’abbazia di Westminster, Buckingham Palace, la Cattedrale di St. Paul, la Galleria Nazionale, il Tower Bridge e la Torre di Londra. Vero luogo di pellegrinaggio per gli appassionati d’arte è il British Museum; è fondamentale sapere che a Londra come nel Regno Unito tutti i musei sono gratuiti. Insomma, diventa quindi irrinunciabile un week end nella capitale più trasgressiva d’Europa.

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