Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Cairo “appesa” a un Nilo

La più grande metropoli africana è davvero “appesa” al proprio fiume e al suo glorioso passato. Nemmeno le inquietudini di un Islam sempre più aggressivo la scuotono; la vita di tutti i giorni, fra tradizione e nuovi stimoli occidentali, la rendono unica

Veduta sulla città del Cairo
Veduta sulla città del Cairo

Stormi di colombi volteggiano nel cielo. Compiono improvvise acrobazie, scendono in picchiata verso i tetti delle case, poi di nuovo riprendono quota, in movimento circolare. Il Nilo, una striscia bianca luccicante come mercurio, sembra immobile.
L’enorme distesa di case spoglie forma una trama come un tappeto, qua e là punteggiata da qualche grattacielo. Difficile credere che quella distesa immobile e sterminata di case, casupole, edifici, possa contenere un’umanità così variegata, composta da diciotto milioni di esseri umani.
Il Cairo è una città enorme, affollata di gente e di problemi, alle prese con un presente difficile e con un futuro incerto. Il suo nobile passato appare come un’eredità ricca ma complicata da gestire. Della civiltà di questo paese, una delle più antiche del mondo, Il Cairo ha in realtà vissuto soltanto una frazione di tempo relativamente breve. 

Una capitale giovane, con una “storia” antica

L'edificio rosa che ospita il famoso Museo Egizio
L’edificio rosa che ospita il famoso Museo Egizio

Edificata nel 635 d.C., resta pur sempre una città moderna, se la si confronta con Memphis o Tebe, che hanno radici più remote nel tempo: rispettivamente nel 2700 e nel 1400 a.C..
Dopo varie vicissitudini (dai Fatemidi a Saladino, sino alla dominazione turca) fu la spedizione di Napoleone nel 1798 a dare una scossa alla città. I francesi introdussero tecnologie e costumi di cui gli egiziani erano completamente ignari: costruirono le prime fabbriche, introdussero l’arte della stampa e la diffusione dei giornali, aprirono dei ristoranti. Un processo intensificato successivamente da Mohamed Alì, il quale non solo era ossessionato dalla necessità di importare nuove tecnologie, ma anche dall’importanza di una formazione occidentale per i nuovi quadri dirigenti.

Negozi nella centrale Piazza Midan Orabi
Negozi nella centrale Piazza Midan Orabi

I suoi eredi proseguirono su questa strada. L’epoca di Khedevi Ismail (dal 1863 in poi) conferì alla metropoli egiziana un tocco europeo. Il centro odierno del Cairo fu completamente costruito da architetti francesi e italiani. Sotto il dominio degli inglesi, il cui “protettorato” finì solo nel 1922, la città acquisì un inconfondibile carattere occidentale.
Oggi forse il Cairo non riesce più a contenere nel suo ventre tutte le contraddizioni depositate da una storia complessa e da uno sviluppo impetuoso e sembra scoppiare sotto il peso dei suoi innumerevoli milioni di abitanti. La vita quotidiana della metropoli risente pesantemente di questo sovraffollamento: basta attraversare il centro del Cairo in un giorno qualunque, per rendersene conto.

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