Sabato 23 Novembre 2024 - Anno XXII

In Calabria censito il turismo di ritorno

L’ultimo rapporto dell’osservatorio regionale rende conto di un fenomeno sommerso, le vacanze nelle seconde case, che dà un volto diverso al quadro economico del territorio

Stilo
Stilo

Gli ultimi dati regionali sugli arrivi e le presenze in Calabria aprono un nuovo filone d’indagine sul turismo di ritorno. Del fenomeno diffuso in tutto il Sud Italia – i soggiorni nelle seconde case, da parte di italiani che emigrati in altre città del Nord tornano nei paesi di origine per le vacanze –  l’ottavo rapporto sul turismo in Calabria, divulgato nel 2008 per l’anno scorso, registra finalmente i primi dati ufficiali. Grazie a una ricerca elaborata tramite i comuni, l’osservatorio ha potuto rilevare 4288 arrivi per circa 30 milioni di presenze. Di per sè un dato non sconcertante, dato che il turismo di ritorno è un fenomeno consolidato e pressochè noto: è però la prima volta volta che, per la Calabria, questi numeri ricevono l’onore della cronaca affiancandosi a quelli ufficiali dei flussi turistici, che danno 8731 milioni in tutta la regione.
La stima del turismo di ritorno è ancora approssimativa, ma porterebbe a triplicare le percentuali oggi dichiarate sul totale di arrivi e presenze. “Si trattava di censire i flussi degli emigrati che scelgono la Calabria per le loro vacanze e che vengono dal Nord Italia, ma anche da paesi stranieri, come la Germania”, spiega Mariza Righetti, coordinatrice dell’osservatorio. “Abbiamo lavorato quindi sulle seconde case, chiedendo aiuto ai singoli comuni della regione: ci ha risposto il 67 per cento degli interpellati”.
Il dato sul turismo di ritorno è interessante non solo ai fini statistici: offrendo un’immagine diversa dell’evoluzione del mercato, potrebbe dare occasione di ripensare le politiche sul territorio, agevolando il sistema degli affitti nelle seconde case o potenziando reti e servizi oggi trascurati.

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Pietragrande Staletti
Pietragrande Staletti

“C’è ancora molto da fare per sviluppare questo settore”, ammette Righetti. “L’intero ambito delle seconde case di proprietà è un patrimonio edilizio da non sottovalutare, che rischia di essere perduto”. Nel novero sono, infatti, non solo gli appartamenti che vengono utilizzati tutti gli anni ma anche gli edifici da ristrutturare e, insomma, tutto il sommerso delle abitazioni in disuso.
I dati rilevati dal rapporto evidenziano per la Calabria un mercato che deve ancora sviluppare parecchie risorse e che non è certo fra i primi nelle regioni italiane. Per quanto il settore sia cresciuto del 40 per cento negli ultimi dieci anni, resta condizionato dal ruolo del turismo di prossimità, gli arrivi cioè dalle regioni vicine, mentre risulta meno importante il mercato estero.

In linea con la tendenza nazionale è il crescere delle strutture ricettive extralberghiere: aumentano i bed and breakfast, si riducono i campeggi e “diminuisce il numero dei posti letto”, aggiunge Righetti. La presenza di nuove formule di ospitalità è ben vista in regione, “ma se i bed and breakfast sorgono solo nelle zone costiere, fanno concorrenza agli alberghi e non aprono nuovi mercati”.
Poco esplorate sono le potenzialità delle aree interne, del turismo di montagna, di quello escursionistico e delle vacanze all’aria aperta. Possibilità a cui pensare per il futuro, anche da parte della stessa Regione, che ha rilevato, da alcune settimane, controllo e gestione dell’osservatorio turistico. L’ente è attivo dal 2000 e fino all’anno scorso era, su mandato regionale, gestito da una società privata.

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