Sapevate che… Se si parla di viaggi, in una trasferta di Ultras interisti c’è qualcosa che non quadra?
Allora. In occasione di Juve-Inter, un Autogrill della Milano/Torino visitato da Ultras nerazzurri si ritrova ripulito di merce per cinquemila euro. Fin qui, tutto normale; è tragico dirlo ma è così: ormai non fanno più notizia le devastazioni di treni e di locali pubblici; i furti, i vandalismi e le violenze del becerume calcistico in trasferta.
La vicenda dell’Autogrill furteggiato, di cui sopra, fa invece meditare per non dire sospettare. Per questo semplice ragionamento. Da Milano a Torino (centoventisette chilometri di autostrada) si va in poco più di un’ora (oltretutto partendo da San Siro, vicinissimo all’ingresso autostradale). Di norma un bus si ferma ogni due (o più) ore, per la cosiddetta “sosta idraulica”. Soste inferiori alle due ore sono eccezionalmente previste se a bordo di un bus sono presenti donne in stato interessante e vecchietti con problemi di prostata. Due eventualità da escludere: sia la presenza di qualche erinni nerazzurra incinta, sia i problemi di minzione di baldi giovani maschi della Curva Nord. Da cui si evince (o poco ci manca) che se il bus ha compiuto una sosta non necessaria (vista la accennata brevità del percorso autostradale) la “gentile richiesta” poteva (forse) essere motivata da una certa voglia di sperimentare quel reato che sfuma dalla appropriazione indebita al furto aggravato. Il tutto, beninteso “cambiando bandiera”: da quella rossa delle “spese proletarie” a quella nerazzurra.
Sapevate che… Ci sono comunque anche tante altre cose (ben più importanti) che non quadrano?
Laddove si parla del petrolio a cento dollari al barile, da cui la spaventosa crisi energetica – alias crisi economica – che ci apprestiamo a subire nel prossimo inverno (aumento prezzi, quindi inflazione, rincaro riscaldamento, rincaro benzina, rincaro viaggi & turismo – leggasi ennesimo fuel surcharge aerei più aumenti costi di alberghi ristoranti ecc ecc). Ciononostante nessuno fa un plissé, si preoccupa, nel suo piccolo fa o tenta di fare qualcosa; tutti contenti come pasque, nessuno ormai spegne più la luce, case riscaldate da sudarci dentro, gente che non riesce a staccare il culo dall’auto, la domenica pomeriggio lunghe code al ritorno dai weekend (quando un pieno di benzina costa ormai una bella fetta di un mediobasso stipendio).
Ma soprattutto sconcerta l’assenza di una voce, di un commento, un suggerimento, un consiglio di chi governa (laddove governare significa soprattutto prevenire, manovrare, guidare, mica solo mettere tasse, litigare su quisquilie e andare a posare corone ai monumenti con tanti blablaba su fatti ormai sepolti dalla storia).
Invece, nisba. Chi deve governare consigliando, latita, e frattanto, come le cicale, continuiamo a fare pieni di benzina, a scaldare le case a 30° (beninteso tenendo le finestre aperte per ore) a lasciare luce e tivù accese.
Sapevate che… L’incidente, in Svizzera, di Marchionne sulla Ferrari, pone due interrogativi?
Primo interrogativo. Il Lìder Maximo della Fiat pagherà la multa “in base alle sue possibilità economiche” perché così prevede la Legge in Svizzera. Perché questa norma non è adottata anche nel Belpaese (quanto le frega a una damazza su un Suv da centomila euro pagare la stessa multa che paga un pover crist su un’utilitaria comprata a rate)? Secondo interrogativo. Che ci faceva Marchionne in Svizzera su una Ferrari (quando sulle autostrade elvetiche non si possono superare i centoventi orari)? A meno che per andare a tavoletta non aspettasse di arrivare nel giardino di casa (risiede infatti in Svizzera: strano, si pensava che alloggiasse nei caseggiati Fiat di Mirafiori). Ad ogni buon conto il secondo interrogativo (su una Ferrari “a meno di centoventi chilometri all’ora?) ne pone un terzo. Vedi sotto.