Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Martinica, isola di fiori e Bucanieri

Sinuosa come le sue coste, disegnate da rocce e sabbie; intermittente come i cirri che popolano il suo cielo. Martinica, miscuglio etnico e culturale, luogo perfetto per rivivere le gesta dell’Olandese Volante, su un tappeto di notti stellate

Plage des Diamants
Plage des Diamants

Martinica, con le coste  disegnate da rocce e sabbia è l’isola desiderata, voluta, cercata e amata da bucanieri, pirati, conquistadores e mercenari. Amletici dubbi avvolgono il suo etimo. C’è chi dice che sia stata dedicata a San Martino e chi le attribuisce un’origine floreale.
Per tutti, è e sarà semplicemente Martinica; l’isola dei fiori, cinta dal morbido abbraccio del Mar dei Caraibi senza disdegnare, nella sua sezione orientale, le sferzate oceaniche. La foresta pluviale si affaccia su distese ininterrotte di sabbia e ha sedotto nel tempo pittori e poeti. Gauguin tradusse in pittura i colori dell’Anse Turin, mentre Josephine folleggiava, da adolescente, sulla spiaggia di Precheur, ignara che un giorno un Corso di Ajaccio le avrebbe cambiato la vita. 

Jack Sparrow e la maledizione della prima luna

Aspettando il pirata Johnny Depp
Aspettando il pirata Johnny Depp

Non saprei dire se la luna in Martinica sia maledetta, come nel primo atto del kolossal di Verbisky. Fatto sta che è perfetta nella sua sfericità e riluce tonda come una perla incastonata nel velluto blu. Complice il jet-lag, non riesco a prendere sonno e allora mi abbandono alla visione magica della “stellata” caraibica. L’acqua del mare è calda e il riflusso della risacca, mescolato all’intenso aroma del frangipane, mi stordisce e accompagna il sonno. Mi risveglio, colta da un’alba improvvisa e abbacinante. Purtroppo Johnny Depp non mi è accanto; ma non demordo. La settimana è lunga e la speranza, come da copione, è l’ultima a morire.
Al posto di Jack Sparrow, mitico pirata dei Caraibi, a condurmi alla scoperta della perla verde dai mille tesori naturali sarà Bernadette, il cui viso è segnato dai trascorsi coloniali. Prima tappa le spiaggia di Carbet, dove l’Atlantico si scontra con il mar dei Caraibi. Fu su questa distesa di sabbia lavica, resa ancora più scura dall’eruzione del Mont Pelèe nel 1902, che Cristoforo Colombo sbarcò, raggiungendo l’isola dei fiori. Intorno all’impronta ispano-italica si costruì un villaggio di abitazioni nere, introvabili nel resto dei Caraibi. Una sosta per un breve bagno e di nuovo in macchina; questa volta alla ricerca della pianta più discussa dell’isola.

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Zucchero amaro

Al mercato di Fort de France
Al mercato di Fort de France

Fortuna e insieme sventura dell’isola, la canna da zucchero.
Un itinerario completo, che racchiude i momenti salienti della sua storia, è racchiuso all’interno della “maison de la canne”. Ex distilleria Vatable, produttrice del marchio Le Soleil che chiuse i battenti nel 1962. Un plastico illustra quella che era la struttura della comunità produttrice del rhum. Ciò che emerge è uno spaccato della società schiavista dell’ottocento. Bernadette segue con grande interesse l’iter che, da una sala all’altra, pone il visitatore di fronte alle efferatezze dello schiavismo.
Ancora oggi, da parte della maggioranza delle creole (la società antillese è prettamente matriarcale) si percepisce un sottile disappunto nei confronti del viaggiatore bianco. Ho sperimentato la cosa in prima persona al mercato di Fort de France, capitale dell’isola. Come mio solito, ero intenta a rubare con la digitalina fotogrammi di vita quotidiana, quando sono stata aggredita verbalmente dalla proprietaria del banchetto che stavo filmando. Bernadette mi spiega che ciò che è ovvio per noi europei non lo è per la gente del luogo: è necessario chiedere sempre prima il permesso. A mio avviso è probabile abbia ricordato ai locali la figura antica di una “bekè”, viziata erede dei latifondisti dell’ottocento.

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