Sabato 23 Novembre 2024 - Anno XXII

Mestre, una ricerca sul turismo cinese

Secondo Ava, associazione veneziana albergatori, il fenomeno ha grandi potenzialità ma va ben gestito. Al via progetti per informare sulla cultura orientale

Claudio Scarpa (Foto:Gabriela Preda)
Claudio Scarpa (Foto:Gabriela Preda)

L’associazione veneziana albergatori ha annunciato l’ultimo studio condotto sul territorio dal titolo “I turisti cinesi nelle strutture alberghiere di Mestre”. La ricerca, condotta da Agnés Faudet, con un’analisi a campione del 30 per cento degli albergatori di Mestre e interviste formali e informali, ha delineato un quadro di ordine qualitativo del fenomeno e soprattutto, ha sondato gli animi dei responsabili delle strutture ricettive di Mestre. Risultato: tante ambivalenze e anche qualche malumore.  
I cinesi sono sempre di più in viaggio e in particolare all’estero, per percentuali stimate sui 31 milioni di persone nel 2005 e previsioni molto alte, 50 milioni di turisti per il 2010. Nel 2005, un milione di vacanzieri cinesi si è diretto verso l’Europa. Su Venezia, la quota ha raggiunto il 5 per cento degli arrivi stranieri, il 9,3 per cento se si guarda alla voce viaggiatori extracomunitari.
Il fenomeno inizia ad avere una certa influenza nel turismo incoming ma, per gli albergatori di Mestre, ha tanti aspetti difficili da gestire. È un turismo di gruppo, organizzato per la maggior parte da agenzie straniere, in apparenza chiuso da tappe prefissate: tour rapidissimi da una città all’altra, pasti in ristoranti rigorosamente cinesi e soprattutto..soggiorni negli alberghi a prezzi più bassi. Secondo la ricerca, viaggiando in comitiva, il 56 per cento dei viaggiatori dell’Estremo Oriente ricevono ospitalità in camere doppie con prezzi dai 25 ai 35 euro a persona. Secondo alcuni albergatori i cinesi avrebbero il valore di “turismo di riempimento”, secondo altri le loro richieste rischiano di abbassare la soglia dei prezzi sul mercato. 

Venezia, una delle città tappa dei turisti cinesi
Venezia, una delle città tappa dei turisti cinesi

“Le difficoltà sono soprattutto di carattere culturale”, spiega Claudio Scarpa, direttore associazione veneziana albergatori. Per Scarpa questa è insomma la prima fase “di un turismo che è una grande opportunità per il futuro, ma al quale dobbiamo essere preparati”. Ad esempio con il lavoro delle agenzie di viaggio italiane – oggi sono le tedesche a detenere grosse quote di mercato nel settore – e sul versante dei collegamenti. “L’Italia è per molti uno scalo secondario per la scarsità delle linee aeree”, continua Scarpa. A Mestre, in particolare si sente molto la mancanza di un turismo di qualità e per gli albergatori l’incoming cinese non sembra essere la soluzione. Ci sono però anche numeri in controtendenza: “Il Casinò di Venezia registra l’afflusso di cinesi che amano giocare. Dunque, si tratta di turisti che risparmiano su viaggi e soggiorni, ma si concedono poi spese aggiuntive, come lo shopping e l’acquisto di regali e souvenir”.
Turismo importante, quindi, ma tutto da costruire. Le lamentele degli albergatori sono soprattutto sulle abitudini degli orientali: rumorosi, abituati a sputare e ruttare, a fumare in camera, a presentarsi in anticipo sulla colazione. “Dobbiamo prepararci a comprendere una cultura con stili e comportamenti diversi da quelli europei”, osserva Scarpa. L’associazione ha redatto per questo motivo un volumetto apposito, “Sulle rotte d’Oriente”, a cura di Giovanni Savini, che include, oltre a usi e costumi cinesi, informazioni su India, Russia, Giappone. L’aspettativa del settore per il turismo dai paesi emergenti è molto alta, alto è anche il rischio di disillusione: “Abbiamo firmato anche una convenzione con l’Università di Venezia, per incentivare corsi di lingua e di cultura cinese”. La prossima sfida, conclude Scarpa, sarà l’arrivo di turisti provenienti dall’India e dei viaggiatori di cultura araba.

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