Preziosa per gli amanti dell’arte antica, per i devoti, gli appassionati di storia e anche per chi crede agli incontri transconfessionali è la mostra che si è aperta a Bari, al castello svevo, in omaggio a San Nicola. Quindici secoli di storia legata all’immagine del santo si rivedono a tappe nell’esposizione curata da Michele Bacci per l’università di Siena con Fabio Marcelli per l’università di Perugia. San Nicola, vescovo di Myra, in Asia minore, all’epoca di Costantino, amato nel Mediterraneo, in Russia, divenuto figura tradizionale nell’Europa del Nord e lontanamente accostato al Santa Claus, odierno Babbo Natale, ha una storia lunghissima e complicata da raccontare, che si dipana tra fonti antiche e sovrapposizioni di miti. Al castello svevo viene esposta un’ampia scelta di opere e testimonianze, dal periodo bizantino sino ai giorni nostri.
Tre sigilli asiatici del VII e VIII secolo dopo Cristo aprono la
mostra; vengono poi otto dipinti su tavola del monastero di Santa
Caterina al Monte Sinai. Le tavole, inedite per l’Europa e ben
conservate grazie alla bassa umidità del deserto, sono le più antiche
icone del santo oggi conosciute. La prima risale al secolo VIII, le
altre al periodo tra il IX e il XV secolo e vengono presentate insieme
ad avori, cammei, oggetti di oreficeria di stile bizantino. Una sezione
è dedicata al culto di San Nicola in Russia con effigi e immagini
“sacre”, venerate perché considerate miracolose.
Nel 1087 il corpo del vescovo viene trasferito a Bari e la città
divenne nuovo centro di culto del santo. Insegne di pellegrinaggio e
icone documentano il progressivo diffondersi della devozione per San
Nicola in Italia e in Europa. Anche in pittura, con la pala Gloria di
San Nicola, di Lorenzo Lotto, data in prestito al castello svevo dalla
chiesa dei carmelitani a Venezia e dipinti di Corrado Giaquinto, Andrea
Orcagna e Pietro Alemanno, Sebastian Dayg, Paolo Veneziano, Lorenzo
Monaco.
Vescovo generoso, vicino alla popolazione, San Nicola venne ricordato per gesti miracolosi che, si racconta, salvarono in extremis diverse vite e per il liquido portentoso che fuoriusciva dal suo sepolcro. Pare che la devozione a Nicola fosse presente anche in alcune comunità islamiche del Mediterranneo orientale, che identificarono il santo con il derviscio Sari Saltik.
Nicola entra poi nelle tradizioni popolari dell’Europa del Nord, dal Seicento circa, e diventa portatore di doni ai bambini alla vigilia della sua festa, il 6 dicembre. Col tempo la sua figura si intreccerà all’immagine di Santa Claus, nata in realtà come simbolo della stagione fredda e antecedente del Babbo Natale che si festeggia ancora oggi. La mostra chiude questo intreccio di religione e folclore in una piccola sezione apposita, presentando, fra l’altro, un’opera di Andy Warhol, Miths, in cui Santa Claus appare tra i simboli del postmoderno.
San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente
Bari, castello svevo, piazza Federico II di Svevia. Dal 7 dicembre al 6 maggio 2007
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30.
Per informazioni: www.mostrasannicola.it, tel 800 961 993