Eh sì, era ora che anche il Turismo italico potesse vantare il suo bravo scandaletto, quantomeno una notizia inquietante, da botto, intrigante, piccante, condita da un filino di malaffare economico, contabile, amministrativo: lira, schei, baiocchi, danée.
Era ora, perché il Turismo non sarà l’impero dei Latticini (Tanzi) né quello delle passate di pomodoro (Cirio) né può emettere Bond (Argentina) e tantomeno possiede menti sopraffine da mettere in piedi “trampetti” tipo quello perpetrato da Moggi & C.
A ciascuno il suo “Gate”
Ma si tratta pur sempre di un settore dell’economia del Belpaese, non importantissimo ma di un certo peso, eppertanto titolato pure lui a poter vantare un minimo di chiacchiericcio, vicende poco belle, condannabili.
In assenza di gossip, sulle pagine di Economia & Finanza avrebbe invece fatto una figura barbina, da sfigato. In effetti la faccenda stava preoccupando non poco gli addetti ai lavori: ma come, c’è chi può vantare una onorata milizia nei processi di Tangentopoli; il Pallone sta godendo intere pagine di cronache grazie all’affaire Piedi Puliti mentre tra i Facenti Viaggiare, Alberghi & C., nemmeno lo straccio di un “…Gate…”, manco una sia pur modesta presenza nella Cronaca Nera o in quella Giudiziaria, sempre il solito tran tran?
Ma ecco il riscatto del Turismo, un grande recupero che ha permesso l’annullamento di tanti Anni Puliti mediante non una, ma financo “due-Turistgate-due”, descritte pressoché contestualmente dal Corriere della Sera – grazie alle quali il comparto del Tempo Libero raggiunge altri settori produttivi in una ideale classifica di presenze nella aule dei Tribunali e/o delle relative Sezioni Fallimentari.
Le due Grandi Vicende Peccaminose alias miniGates del TurismoMadeInItaly? Calma, gesso ed eccole contate qui d’appresso.
TurismoGate n. 1
Una è titolata (Corriere Economia, 22 maggio, pag. 10) “Dopo il crac il capo di Finpart arrestato era tornato in affari con società-schermo: turismo – Facchini e la gita a Venezia – L’amicizia coi Boscolo, il peso in Rallo Viaggi. E tanti “passeggeri” nel fatturato”. Dopodiché (Mario Gerevini) racconta che “la Guardia di Finanza ha bloccato un aereo in pista di decollo, è salita a bordo e ha prelevato il distinto signore con la faccia da ragazzo che sedeva in Business Class e voleva scappare a Hong Kong (Gian Luigi Facchini) principale responsabile del crac della Finpart”.
“Dove è andato Facchini dopo Finpart (lasciata nell’estate 2004) e dove ha messo i suoi soldi?” prosegue il giornale, e aggiunge “si diceva che da un po’ di tempo frequentasse gli uffici del Gruppo Boscolo in via Manzoni a Milano, controllato dall’omonima famiglia veneziana, uno dei più importanti e quotati operatori del turismo”. E avanti: “Si arriva a ipotizzare che Facchini e la moglie Paola del Curto abbiano trovato non solo “asilo” nel gruppo Boscolo (è legittimo del resto) ma abbiano investito i soldi in una società che era dello stesso Boscolo”.
E si passa ai viaggi, di cui a intercettazioni telefoniche (sennò che ”Gate” del Turismo sarebbe mai, senza le sue brave intercettazioni?) nelle quali si parla di “Cinquemila passeggeri … oggi ne facciamo cinquecento negli Stati Uniti … vuol dire fare dieci milioni solo con gli Stati Uniti”.
Passeggeri uguale viaggi, guarda caso la moglie Paola è direttore generale di Rallo Worldwide, che fino a pochi mesi fa apparteneva al Gruppo Boscolo. Nel frattempo la Rallo Viaggi passa di mano, esce Boscolo ed entra lo sconosciuto Fondo americano Italian Luxury Lifestyle che compra le quote del Gruppo e della Hrd.
E chi ci lavora nella Hrd? La segretaria di Facchini e dello stesso manager. Dopo aver informato che “la Rallo Worldwide ha comprato il 52% del ristorante bergamasco Taverna del Colleoni” il Corriere conclude così: “La complessità della rete di professionisti e società-schermo è proporzionale all’esigenza di copertura. Ma pian piano l’edificio sta crollando”.