Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Nel Wyoming di Buffalo Bill

Per gli “under Quaranta” è possibile che l’America sia la “Grande Mela”, il “chewing-gum del ponte di Brooklyn” (fatto a Lainate, e vabbé) e Bill Gates, inventore di tutte quelle recenti diavolerìe sconvolgenti gli “over Sessanta”

Grand Teton
Grand Teton

Ma per questi (per gli “over Sessanta”, appunto) invece l’America è – e continuerà ad essere, non ci sono “cicche americane” che tengano – John Wayne e Fort Apache, Buffalo Bill e le Rocky Mountains, James Stewart (con quella sua andatura dinoccolata) e Fort Laramie.
Per farla breve, l’America è il Far West, sono gli Indiani, laddove per Far West Doc si intende Arizona, New Mexico, Utah, Colorado, Wyoming, tant’è che è nato pure un consorzio turistico degli Stati “autentici”, il “Foremost West”, a difesa dell’integrità dei paesaggi immortalati da John Ford.

Nel “favoloso” West

Buffalo Bill Museum
Buffalo Bill Museum

Si avvicina la stagione delle vacanze e una rispolverata su cosa sia qualche Stato del West, può essere utile a chi si appresta a percorrerlo sulle orme del Pony Express; evitare comunque il Coast to Coast in auto: è una noiosissima sfacchinata, con poco meno di duemila chilometri del Midwest “sciupati” in un mare di granoturco.
Una scampagnata tra Canyons e foreste, Parchi Nazionali e Saloons affollati di Yankees veraci, può essere davvero una buona idea; oltretutto nemmeno così cara come si teme, con il dollaro meno “prezioso” dell’Euro; il biglietto per volarvi, poi, costa meno di un Milano-Palermo, un’auto a nolo ha costi ragionevoli e per un pernottamento in un Motel o un Lodge – con cucinotto per cuocersi una bella “fiorentina” nemmeno minacciata dalla mucca pazza, oltreché non cara – si spende meno che in tante parti d’Europa, “impoverita” dall’Euro, malgrado il cambio favorevole. Cominciamo dallo Stato forse più importante, quanto a tribù di pellerossa, almeno quelle vive nei ricordi dei “sopra i Cinquanta” in trepida attesa, davanti allo schermo, dell’ “arrivano i nostri”, a liberare il Settimo Cavalleggeri da Sioux, Cheyennes, Shoshone e Crow.

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E’ qui, la vera America

Passeggiata a cavallo nella Jackson Hole
Passeggiata a cavallo nella Jackson Hole

Si parta quindi per il Wyoming; per inciso, si legge “Uaiòmin”, se mai leggesse questa precisazione qualche mezzobusto dei Tiggì, romaneggiante fino al punto di violentare il bel Friuli sparandogli l’accento sulla “i”. Esplorato dai Francesi nel Settecento, colonizzato negli anni Venti dell’Ottocento, costituito in Territorio nel 1868 ed entrato nell’Unione nel 1890, lo Stato, capitale Cheyenne, è grande un sesto meno del Belpaese (253.000 chilometri quadrati) ma conta solamente poco più di cinque milioni di abitanti; da questi dati si evince facilmente che una vacanza nel Wyoming garantisce spazi e verde a volontà, soprattutto fuori dai confini del meraviglioso Parco Nazionale di Yellowstone.
Che si tratti di uno Stato Western che più Western non si può, non vi sono dubbi; bastano i nomi degli Stati confinanti (Montana, Idaho, Colorado, Nebraska, Utah e South Dakota) dei rilievi che lo attraversano (le mitiche Montagne Rocciose) e dei fiumi che lo bagnano, il Green e soprattutto – e ridagli con John Ford e le imboscate di Cavallo Pazzo – lo Snake River i cui pericoli, nel percorrerlo oggidì, sono circoscritti al ribaltamento dei gommoni del rafting.
Bellezze naturali a perdita d’occhio. Poco prima dello Yellowstone si ammirerà il maestoso gruppo del Grand Teton, cime oltre i quattromila, sovrastanti un’immensa valle, la Jackson Hole.

William Frederick Cody e gli “altri” eroi

La statua di Buffalo Bill davanti al museo a lui dedicato
La statua di Buffalo Bill davanti al museo a lui dedicato

“Indians” a volontà; oltre ai più noti e già citati Sioux e Cheyenne si vede quel che resta di altre tribù dai buffi nomi: Nasi Bucati, Gros Ventre, Piedi Neri e personaggi famosi (Calamity Jane, il generale Custer, Butch Cassidy).
Ma tra i miti del Wyoming, sovrasta tutti (sul personaggio sono stati scritti più di ottocento libri) quello di William Frederick Cody. Nato nel 1846 nel paese che gli ha dato il cognome, morto nel 1911 dopo un’esistenza che lo vide, negli ultimi anni di vita, alla testa di un circo equestre esibente indiani e cowboys; in Italia, il nostro eroe sfidò persino un buttero su chi era più bravo a cavallo e la leggenda dice che Cody risultò sconfitto.
Si parla di un Carneade del Wyoming, sconosciuto al lettore? No, se si aggiunge che si tratta di Buffalo Bill. A Cody, visitare il “Buffalo Bill Historical Center”; in estate si assiste anche a un “rodeo”, mangiando una “steak” da “Irma”, il ristorante aperto, ci mancherebbe, dalla sorella di Buffalo Bill.

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