Erikoussa, Othoni, Mathrakì, Paxì, Andipaxì, Skorpios, Madourì, Meganìssi, Arkoudi, Kàlamos, Kàstos, Atokos, Petalas, Makrì, Oxia. Non è una litania in lingua greca. Sono i nomi meno noti degli isolotti del Mar Ionio. A questi si aggiungono un numero imprecisato di scogli. Molti dei quali disabitati. Disseminati fra le isole maggiori (queste si, note) e la costa continentale dell’Etolia-Akarnania. Forse la sola Skorpios gode di una certa popolarità per l’ormai lontano mito di Onassis e di Jacqueline Kennedy.
Ma quando si passa ad elencare le isole più grandi, non sono pochi coloro che ne conoscono il nome e le apprezzate bellezze naturali (verde e blu i colori dominanti). Se a ciò si aggiunge il fatto che sono luoghi dalle molteplici attrattive archeologiche e architettoniche, abitati da gente che possiede nel proprio DNA le sontuose tracce dei secoli, si può concludere che davvero la Grecia non potrebbe dare migliore benvenuto ai moltissimi turisti che ogni anno si insinuano, avidi di sole e di vacanza, fra queste acque e queste terre.
Isole greche dello Ionio: una storia antica e affascinante
Gli avvenimenti storici che riguardano le isole Ionie possono prendere avvio dal XIII secolo a.C.; è il tempo dei re Achei, della guerra di Troia e delle universalmente note peregrinazioni di Ulisse. Un secolo più tardi assistiamo al declino della civiltà micenea mentre, nell’VIII secolo, Corinto colonizza l’intera area ionica. Nel VII secolo si registra la crescita commerciale e marinara di Corfù, favorita in ciò dalla posizione geografica. Poi è la volta (V secolo a.C.) delle guerre del Peloponneso che vedono le isole schierate autonomamente, anche in virtù della generale instabilità politica comune a tutta la Grecia, prima della conquista macedone.
La successiva conquista romana avviene nel II secolo a.C. e con essa arriva un lungo periodo di pace e di sviluppo economico. Con la divisione dell’impero, le isole vengono assegnate al regno d’oriente e cadono sotto il dominio bizantino che fatica non poco (secoli V e VI d.C.) ad affermarsi, anche per le infiltrazioni delle popolazioni barbariche (Ostrogoti, anno 562). Passa il tempo e nel X secolo le isole respingono un’invasione slava mentre due secoli dopo, specie al sud, si insediano i Normanni, che meditano di conquistare la stessa Bisanzio.
I veneziani e la caduta di Bisanzio
In soccorso dell’impero arrivano i veneziani che approfittano però della confusione del momento, convogliando le forze della IV Crociata su Bisanzio, decretandone così la caduta. È l’anno 1204 e Venezia occupa i punti strategici del Mediterraneo orientale; le isole dello Ionio entrano a far parte della Serenissima. Segue un lungo periodo di stabilità con Venezia che costruisce porti, edifica fortezze, migliora il livello di vita della gente, contribuisce a diffondere la coltura della vite e dell’olivo.
Nel XVII secolo Creta cade in mani turche e molti esuli vengono accolti a Zante, Cefalonia, Corfù; fra loro vi sono diversi artisti che contribuiscono allo sviluppo culturale dell’arcipelago. Nell’anno 1797, con il trattato di Campoformido, le Ionie vengono assegnate alla Francia.
Nasce così la “Repubblica delle Sette Isole” che, durante le guerre napoleoniche, conosce diversi passaggi di mano. Nel 1814 è la volta della Gran Bretagna ad avere giurisdizione sulla zona; il governo è affidato a un delegato della Corona che si avvale della collaborazione del Senato Ionico. Eccoci infine all’ultimo periodo storico: dopo i moti nazionalisti di Cefalonia e dopo laboriose trattative diplomatiche, nel 1864 le isole vengono definitivamente assegnate alla madrepatria greca.
Isole greche dello Ionio: Corfù, l’isola di Nausicaa
È la più settentrionale e la più conosciuta delle isole greche dello Ionio, a un tiro di schioppo dalle coste albanesi e non molto lontana da quelle della Puglia. È l’isola dei Feaci e della bella Nausicaa, ultimo platonico amore di Ulisse prima del suo definitivo ritorno all’amata (e a lungo trascurata!) Penelope. Corfù (Kérkyra) è anche il nome del capoluogo costruito su una stretta lingua di terra che separa le due baie di Gouvia a nord e Garitsa a sud.
Ospita la vecchia fortezza veneziana, divisa dalla terraferma da un fossato artificiale che dà sulla bellissima spianata, superata la quale ci si addentra nel centro storico. Poco a nord, ecco il nuovo Forte Veneziano, costruito fra il 1576 e il 1588. Un altro notevole edificio in stile veneziano è il Municipio, edificato nel 1663, mentre fra le chiese spiccano quelle bizantine dei Santi Iason e Sosipatros del XII secolo, quella di San Spiridon ricca di preziose icone e di ex-voto d’oro e d’argento.
Mondouki e il Monastero della Platitera
Nel sobborgo di Mandouki c’è poi il Monastero della Platitera, con rare icone di arte post-bizantina. Ma è l’intera cittadina, con i suoi “cantoni”, con le case che recano i segni dell’influsso italiano, con i signorili palazzi inglesi in stile georgiano, i molti balconi e finestre con ringhiere e inferriate in ferro battuto, a rendere deliziosa la visita e gradevoli le soste.
Nel resto dell’isola non mancano altri luoghi interessanti: la fortezza bizantina del XIII secolo di Anghelokastro, prossima al centro di Paleokastritsa; Kanoni, quattro chilometri a sud di Corfù, col Monastero della Vlacherna; l’Achilleion di Gasturi, un tempo dimora dell’imperatrice d’Austria Elisabetta, oggi frequentato Casinò.
Corfù è isola moderna e cosmopolita; ciò non impedisce di incontrare, specie nei villaggi dell’interno, donne che indossano ancora il tradizionale vestito bruno dai mille ricami e richiami.
Isole greche dello Ionio: a Lèucade, l’addio alla vita di Saffo
Puntando a sud, superate le isole di Paxi e Andipaxi, si arriva all’isola che i veneziani chiamavano Santa Maura; si può definire con un gioco di parole un’isola-non-isola, un tempo penisola. I Lelegi (i primi abitanti) o, secondo altri, i Corinzi, avrebbero scavato il fossato che, attraverso un ponte di cinquanta metri, la collega alla terraferma. Altre due leggende fanno di Lefkada o Léukas un luogo privilegiato dalla storia. Il nome deriva infatti dalle bianche rocce del suo promontorio più meridionale, dal quale si sarebbe gettata la poetessa Saffo ponendo fine ai suoi giorni per una delusione d’amore.
Inoltre, la località di Nydrì, secondo l’archeologo Derpfeld, altro non sarebbe che l’Itaca di Omero.
L’aspetto fisico occidentale dell’isola è caratterizzato da alte scogliere che sovrastano spiagge di sabbia dorata; la costa orientale digrada al contrario più dolcemente ed è per tale motivo la più abitata. Arrivando a Lefkada dal continente, prima del ponte, c’è il castello di Santa Maura costruito nel 1300 da Giovanni Orsini, teatro nel tempo di cruente battaglie contro i turchi, i pirati, gli avventurieri.
Il regno di Ulisse
Il capoluogo dell’isola, caratteristico per le sue case costruite in legno con i tetti di tegole (per fronteggiare i disastrosi terremoti), vive oggi di turismo senza per questo rinunciare alle proprie tradizioni e a una sua spiccata personalità.
I molti caffè danno ristoro con la locale “soumada” (orzata) e la via Derpfeld (omaggio all’archeologo tedesco), brulica di negozi e di vita, sino alla piazza principale nella quale spicca la chiesa di San Spiridon. Di particolare interesse è poi la chiesa di Aghios Minas, del XVIII secolo, la più importante di Lefkada, nota per la sua iconostasi in legno scolpito e per i molti affreschi.
A tre chilometri dalla città troviamo il luogo di pellegrinaggio più importante dell’isola: il monastero di Faneromenis. Un particolare curioso degli edifici religiosi è dato dal fatto che si tratta di basiliche a una sola navata con l’abside a pianta semicircolare; questo per rendere più agevoli i lavori di ripristino dopo i danni del sisma.
Isole dello Ionio: Nudrì il regno di Ulisse
Nydrì non è solo la patria, secondo i locali, del lontano regno di Ulisse; è anche il maggior centro turistico, luogo di partenza per le isole minori dello Ionio. Altre località davvero deliziose sono Aghios Nikitas, a dodici chilometri da Lefkada; Lyghià e Nikiana, villaggi di pescatori; Vasilikì, alla sommità di un ampio golfo nella parte sud dell’isola, famoso per il surfing.
Due luoghi da non perdere di Lefkada, infine, sono il paese interno di Marantochori col suo lago di tre “stremma” (circa tremila metri quadrati) che ospita numerosi volatili, così come la laguna del capoluogo è ricca di aironi, cigni, anatre e oche selvatiche.
Isole greche dello Ionio: Cefalonia, isola madre dell’arcipelago
Da Nydrì, porto di Lèucade a Cefalonia (Kefalonia) il tragitto per mare è abbastanza breve. Con i suoi quasi mille chilometri quadrati di superficie, questa è la più estesa delle isole dello Ionio. Deve il proprio nome ai Kefallines, già citati nell’Iliade di Omero e più tardi da Erodoto.
Le bellezze naturali dell’isola non sono poche; nella zona del monte Enos (1628 metri, la cima più elevata) si trova il raro abete nero e l’intera isola conta oltre mille specie di piante diverse.
Un altro fenomeno geologico di notevole interesse è dato da un lungo cunicolo sotterraneo, un vero e proprio fiume, che da Katavothres, poco a nord del capoluogo Argostoli, attraversa l’intera isola per sbucare, dopo dodici chilometri, a Karavomylos, nella baia di Sami.
Le acque salmastre che scorrono nel ventre dei monti danno poi vita, nella parte terminale del loro corso, a numerosi laghetti, il più bello dei quali si trova nella grotta di Melisani. E’ una grotta che misura centosessanta metri e per oltre un terzo è occupata dal lago la cui superficie “scoperta”, vale a dire con vista verso il cielo, è a ventidue metri di profondità. Le acque, che cambiano colore secondo le ore del giorno, offrono una gamma infinita di verdi, azzurri, indaco e cobalto; uno spettacolo davvero unico.
Cosa visitare a Cefalonia
Il capoluogo, dopo il catastrofico terremoto del 12 agosto 1953, è stato completamente riedificato; interessanti sono il Palazzo del Governo, il Municipio, il Museo Archeologico e quello Storico e Folclorico Korgialeneio; bello anche il lungomare ricco di palme. Sopravvissuto al sisma è il lungo ponte-diga Drapanos costruito dagli inglesi nel 1813, con l’obelisco commemorativo; ponte che separa la baia di Argostoli dalla laguna Koutavos.
Fra le molte località interessanti di Cefalonia (le bellezze naturali sono ovunque!) si può ricordare il paese di Domata che conserva il sepolcro del Patriarca Gregorio V; la cittadina di Metaxata, che ha ospitato per quattro mesi le meditazioni di Lord Byron, prima del suo trasferimento a Missolungi nel 1823; poi il paese di Travliatata, antica capitale dell’isola (sino al 1757), col castello veneziano di San Giorgio, costruito nel 1504.
Oltre la baia di Argostoli c’è Lixouri, sede della ricca biblioteca Iakovatos; nella zona circostante vi sono poi i tre raccolti monasteri di Koronatu, Kekrionos e Kipureon.
Le rimanenti località notevoli di Cefalonia, sul lato est dell’isola, sono Skala, con i resti di una villa romana del III secolo d.C. ricca di mosaici ben conservati; Poros, porto di collegamento con Itaca e il Pelopponeso, nelle cui vicinanze si trovano importanti scavi archeologici (anche questi attribuiti dai locali all’antico palazzo di Ulisse) per finire, nell’estremo nord, con i piccoli e graziosi centri di Assos con la sua fortezza e Fiskardo, miracolosamente “risparmiato” dal sisma del ’53, paese situato dirimpetto alla parte nord di Itaca.
Isole greche dello Ionio: Itaca, la più famosa del mondo
Oltre lo stretto braccio di mare che la separa da Cefalonia, c’è la patria del leggendario Ulisse. È l’isola della memoria, del ritorno a casa; metafora dell’approdo finale, dopo le traversie della vita. Ogni pietra e luogo di Ithàki (Thiaki, come la chiamano i suoi abitanti) parla dell’eroe greco. Dal porto di Vathy, il capoluogo, i tragitti sono brevi.
Perachóri, due chilometri a sud di Vathy, col monastero di Taxiarchon, del XVII secolo; poi la fonte Aretousa e la grotta delle Ninfe (Marmarospilia), nella quale Ulisse nascose i doni dei Feaci. Sopra il porticciolo di Piso Aetos si trova la collina con le rovine dell’acropoli dell’antica città di Alkomenes dell’VIII secolo a.C., chiamata dai locali Kastro Odysseas (castello di Ulisse); Schliemann, lo scopritore di Troia, riteneva che fosse la Asty dell’eroe.
Il museo archeologico di Stavros
Superato lo strettissimo istmo che unisce il sud al nord dell’isola (largo solo seicento metri, con visioni da brivido sui due mari), si può salire al Monastero di Katharon, a un’altitudine di ottocento metri, dal quale si gode un panorama unico: le isole minori, la costa continentale della Grecia, Zante, Cefalonia e persino l’imbocco del golfo e di Patrasso.
Nella parte nord di Itaca, altre testimonianze della presenza di Ulisse: il porto di Polis con la grotta di Loizos nella quale sono stati rinvenuti cocci di vaso con iscrizioni dedicate al culto di Artemide, Era e Atena, oltre dodici tripodi, anch’essi dono dei Feaci a Ulisse. Quindi il paesino di Stavros, sede di un piccolo e significativo museo archeologico, la collina di Pilikati, con gli scavi che starebbero a testimoniare come il palazzo di Ulisse si trovasse in quest’area. Sulla costa nord orientale, infine, ecco i villaggi di Kioni e di Frikes, piccolo porto collegato con Fiskardo (Cefalonia) e Nydrì (Lèucade).
Isole greche dello Ionio: Zante, dove le arti sono di casa
Altro breve tragitto marino (i battelli sono numerosi e davvero accoglienti) ed eccoci nell’isola più meridionale del gruppo delle Ionie, detta in italiano anche Zacinto. Omero la ricorda come “iliessa” (boscosa) e ne indica l’origine del nome da Zàkynthos, figlio del re di Frigia, Dardano. Zante ha sempre avuto, nel tempo, uno stretto legame con la cultura e le arti, tanto da essere definita la Firenze del Levante. Qui sono nati il poeta nazionale greco Dionysis Solomos, autore dell’inno della Libertà Nazionale, e Ugo Foscolo.
Qui veniva venerato Apollo, il dio della musica e qui il canto greco, durante la dominazione veneziana, si è sviluppato in maniera autonoma con la celebre “kantada zakynthinì”. Sempre a Zante è stata fondata la prima scuola di musica della Grecia (1815). Anche il teatro, sotto l’influsso della cultura italiana, ha avuto grande successo sin dal XV secolo; la prima rappresentazione de “I Persiani” di Eschilo, è andata in scena a Zante nel 1571, mentre la prima Accademia greca è stata fondata nel XVI secolo.
Le due città
La città, dopo le distruzioni del terremoto del ’53, è stata ricostruita lungo la collina che dal Kastro, il castello veneziano con i suoi bastioni ancora visibili, scende verso il mare. Nella sottostante zona di Bochali, con le sue stradine piccole e tranquille, c’è la città vecchia. Quella nuova presenta invece ampie strade, belle piazze con edifici caratteristici, quali la Casa del Governo.
La chiesa di San Dionisio, protettore dell’isola, ha un alto campanile che richiama alla mente quello di San Marco a Venezia, mentre la chiesa rinascimentale di San Nicola del Molo possiede un campanile bizantino. Nel resto dell’isola, interessanti sono il castello veneziano di Volimes e alcune chiese con affreschi del XII e XIV secolo.
Le tartarughe Caretta Caretta
Da non trascurare, fra le bellezze naturali, la splendida Galazia Spilià (grotta azzurra), nella parte nord occidentale dell’isola, la spiaggia sabbiosa di Laganas luogo di riproduzione delle famose tartarughe di mare “Caretta Caretta” e le coste sud occidentali che ospitano alcuni esemplari di foca monaca. La grotta di Xighìa, al sud, è nota per avere una fonte di acqua sulfurea che, gettandosi in mare aperto, lo colora di bianco sino a cinquecento metri dalla costa.
Queste le isole maggiori dello Ionio. Ma chi va per mare sa perfettamente che ogni approdo, in una qualunque delle moltissime isole minori, riserba sorprese a non finire. Alcune aspre e rocciose, altre dai morbidi rilievi; tutte, indistintamente, ricche di verde e di calore umano. Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde. Le isole greche dello Ionio sono bagnate dallo stesso mare che ben conosciamo ma che qui, ad oriente, si è divertito a contornare lembi di terra di incredibile, esaltante bellezza.
Info:
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