Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Ronco Grinis Cossa Aronson, giocati dal “Parmafinanziere” appassionato di monopoli

Calisto Tanzi Da un’agenzia: “Secondo il tribunale di Parma le società turistiche del Gruppo Parmalat hanno oltre un miliardo di euro di debiti. Il giudice Pasquale Liccardo ha depositato nella Cancelleria fallimentare la lista definitiva dei creditori di Parmatour e Hit, con la prima ad accusare debiti per oltre 657 milioni e la seconda a più di 390 milioni. In tutto il passivo totale accertato è di un miliardo 47 milioni e 467.240 euro. Una voragine immensa, un crac nel crac che il giudice ha calcolato attraverso l’attento esame di 2.181 insinuazioni,1345 arrivate solo per Parmatour. Tra i crediti ammessi … Leggi tutto

Calisto Tanzi
Calisto Tanzi

Da un’agenzia: “Secondo il tribunale di Parma le società turistiche del Gruppo Parmalat hanno oltre un miliardo di euro di debiti. Il giudice Pasquale Liccardo ha depositato nella Cancelleria fallimentare la lista definitiva dei creditori di Parmatour e Hit, con la prima ad accusare debiti per oltre 657 milioni e la seconda a più di 390 milioni. In tutto il passivo totale accertato è di un miliardo 47 milioni e 467.240 euro. Una voragine immensa, un crac nel crac che il giudice ha calcolato attraverso l’attento esame di 2.181 insinuazioni,1345 arrivate solo per Parmatour. Tra i crediti ammessi anche quelli di numerose banche tra cui la Agricola Mantovana che aspetta più di 173 milioni, la Bipop 15 milion
i, Isitala 27 milioni, MPS Merchant 1 milione e 207 mila. Tra i crediti ammessi quelli di Trenitalia, Coca Cola, Telecom, dalle squadre di Calcio Bologna e Milan (bocciato il Napoli). Ammesso il credito di Clarissa Burt (Hit deve 12 mila euro). Il giudice ha escluso le richieste di rimborso di Francesca Tanzi (chiedeva 207 mila euro) e di Roberto Tedesco ex amministratore delegato di Parmatour (ne voleva più di 187 mila).

Ho conosciuto abbastanza bene Beppe Ronco, paìs (in quanto torinese, ancorché – per la precisione – la mia venuta al mondo sotto la Mole fu solo dovuta a uno zio ginecologo sulle rive del Po) nonché padrone della GOING. Aria un po’ svagata e poche parole, non era per certo il tour operator classico e tradizionale, tutto perbenino e rigidamente in giacca e cravatta (Chiunque, anche un agente di viaggi, con una camicia bianca e una cravatta di seta può sembrare una persona per bene; lo scrisse Oscar Wilde, e per la precisione l’agente era di borsa e non di viaggi, ma la variazione apportata non cambia la tagliente validità di questo aforisma). E la GOING non era un normale tour operator perché fin dalla nascita si era ritagliata un’immagine giovanile, allestiva belle feste con carne fresca e sodi chiappette in pista durante i primi Incontri organizzati a Stresa da un altro paìs, il Renzo Druetto. Fiore all’occhiello della GOING? I blitz charteristici sabato/domenica alle discoteche di Ibiza. Ovvio che della GOING non conoscevo le vicende economiche e pertanto non escludo che le possa essere capitato di trovarsi in difficoltà. Ma l’immagine e il prodotto erano buoni, eppertanto chi avesse rilevato la bottega da Ronco avrebbe potuto rabberciare anche una gestione deficitaria.

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Skopelos, Grecia
Skopelos, Grecia

Ancor meglio conoscevo Costantino Grinis, ateniese fintoincazzoso (e per grattare quella scorza di rude e severo che gli albergava intorno a occhi freddi e cerulei occorrevano unghie molto spesse, ma poi, alla fine, ci si riusciva). Il Costa fece la sua brava gavetta italiana dopodichè finì a Torino e mise su la COMITOURS. Si andò insieme in Grecia un paio di volte, ma mica la solita Atene con ciucche di Ouzo nella Plaka, no: con Grinis finii qualche giorno su un caicco nel bel mezzo delle Cicladi a cuccarmi un meltemi che entrava in un orecchio, attraversava il cerebro e usciva dall’altro.  Non solo dedito a sballottare sui flutti improbabili marinai padani, Grinis fece della COMITOURS un bel tour operator, ovviamente leader sui Mari Ellenici isole comprese.
Da ammirata la COMITOURS finì chiacchierata, nel senso che cominciarono i pissipissibaobao sulla situazione economica. Forse Costa aveva fatto il passo più lungo della gamba e si ritrovò così a dover mollare una bottega che, per quanti debiti potesse avere, contava per certo su un nome, una immagine e un know how che in mano a gente seria avrebbero potuto permetterne tempi migliori.

Con Roberto Cossa la mia non è una conoscenza ma una fratellanza. Ancora un po’ e (si Diòs quiere – In Chà Allah) festeggeremo le nozze d’oro (fermi tutti, dell’amicizia: il turismo, fortunatamente, almeno per come la penso io, non è la moda e i viaggi si organizzano ancora promiscuamente). Presa carta e matita si evince che di VACANZE ho conosciuto il padrone e fondatore prima che lui la tirasse su, giorno per giorno, un mazzo così, catene di charter a Londra, poi (insieme a quel monstruo della Ciacia Benati sua socia) altro mazzo così, cento andirivieni alle Maldive, VACANZE qui VACANZE là, tutti mi vogliono (in agosto le agenzie viaggi a chiedere per Capodanno l’elemosina di un bungalow in un Villaggio, tutto già pieno).
Poi la Ciacia scompare e Roberto si ritrova da solo a mandare avanti una baracca inventata da due teste, sorta dal niente e ormai divenuta una realtà del turismo: VACANZE non se la passa male – i suoi Villaggi sono ormai un prodotto consolidato – ma non è gestibile da una sola persona.  

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All’Alberto Aronson  mi legavano il mio indimenticabile Editorpadrone Bertagni (bei tempi Roberto, la tua disGuidaViaggi, che la terra ti sia lieve) e il tonno. Appena scoprivo un tonno giusto, quello da corsa, saporito e ben lavorato, eccomi da Aronson alla CHIARIVA, per una bella merenda. Eh sì, perché tra tanti tour operators più o meno falsamente (a volte il tempo l’hai, ma sei pigro, a volte ti piacerebbe ritagliarti mezz’ora di break ma il giansenismo manzoniano ti obbliga a lavràa) impegnati nel confezionare viaggi, c’era l’Alberto Aronson che a un assaggio di tonno, verso le 17, non ce la faceva a opporsi. Possibile? Sì. E due sono le spiegazioni. Uno: il sciur CHIARIVA era un inveterato gourmet (e pure un filino gourmand). Due: poteva permettersi una sana merenda perché la sua bottega era forte, potente, collaudata nel tempo, ben organizzata con magnifici collaboratori, bei clienti, ottime rappresentanze. Si può dire che la CHIARIVA era a prova di bomba?

Orbene, aver conosciuto Ronco, Grinis, Cossa, Aronson significa avere avuto quantomeno un’idea delle loro botteghe Going Comitours Vacanze Chiariva. Aziende beninteso diverse, soprattutto quanto alle fortune economiche. Ma sempre aziende con un’accettabile presenza sul mercato, più o meno sane o risanabili, con una immagine non sputtanata, una buona expertise e valida conoscenza del business.
E cosa ti fanno il Tanzi (e bambina)? Giusta il Gioco dell’Oca torni il gentile lettore all’inizio di queste righe. Dopodichè – non senza aver chiarito che c’è una Giustizia delle Leggi, ma ce n’è anche una della Logica, del Buon Gusto e del Buon Senso, e si conclude riferendoci a quest’ultima – giudichi il lettore che cosa pensare di gente (e fare) che nel giro di pochissimi anni è riuscito a sfasciare, distruggere, polverizzare quanto (più o meno bene) tirato su da Ronco Grinis Cossa Aronson.
Una volta si diceva mandare a vedere il sole a scacchi…

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