Difficile immaginare qualcosa di più esotico e nello stesso tempo famigliare.
In pieno Oceano Indiano, a diecimila chilometri di distanza da noi, Réunion è, a tutti gli effetti, una regione della Francia, dato che fa parte dei Domaines d’Oltremare.
Ai cittadini dell’Unione Europea non è richiesto documento e la moneta è l’Euro. La lingua ufficiale è il francese, anche se molti parlano il creolo. Per quanto l’isola abbia dimensioni ridotte, i paesaggi sono diversissimi, spesso in contrasto tra loro o tali da far dimenticare di essere in mezzo al mare.
Saint Denis, capitale d’oltremare
Il tour consigliato è quello che parte dalla capitale, Saint Denis. Con i suoi centocinquantamila abitanti, numerosissimi rispetto ai settecentomila dell’intera isola, è la più grande capitale dei Domaines.
Il centro vitale é Le Barachois, una piazza sul lungomare, mini versione della “promenade des Anglais” di Nizza, con un grande caffè primi del secolo e il monumento a Roland Garros, appoggiato non a una racchetta, ma a un’elica d’aereo. Contro ogni aspettativa, infatti, l’eroico pilota, nativo dell’isola e disperso nei cieli della prima guerra mondiale poco più che trentenne, non ebbe mai niente a che vedere con i campi da tennis.
Vale la pena compiere un giro nelle stradine dell’interno per vedere le vecchie case creole con decorazioni in legno che sembrano merletti oppure il Grand Marché, una struttura Art Nouveau circondata da una griglia in ferro battuto dove si vendono tutti i giorni, domenica compresa, prodotti artigianali provenienti soprattutto dal Madagascar.
Non lontano, la Moschea “Noor al Islam” con il suo alto minareto. Ma non è questo che attira l’attenzione quanto la vicinanza, a poche centinaia di metri, di un tempio Tamil, della cattedrale cattolica di Sainte Marie e della sinagoga. È lo spaccato della struttura sociale dell’isola, dove convivono in modo pacifico gente di etnie e religioni tra loro diversissime.
Mare nero
Da Saint Denis parte la Corniche, a picco sull’Oceano, che per un tratto costeggia l’isola su due livelli. I locali dicono che è la strada più costosa del mondo e non hanno torto. Non solo è rubata alla scogliera a prezzo di lavori ciclopici, ma è spesso soggetta a frane, per cui capita che funzioni solo a metà, con la conseguenza di catastrofici intasamenti.
Il traffico è uno dei problemi dell’isola dove non esiste ferrovia, i trasporti pubblici sono insufficienti o inesistenti e la gente è costretta a usare i mezzi privati, in preoccupante aumento. Si parla di un’automobile ogni tre persone, numero altissimo, non privo di pericoli per i numerosi bambini presenti dappertutto.