Pare sia stata fondata addirittura nel 2000 avanti Cristo! E di antico, Ceva, conserva non pochi tratti. A incominciare dalla sua storia, popolata da dominatori romani, invasioni barbare, marchesati medioevali. Una terra di conquiste, dominata infine dai Savoia.
La città ruota intorno agli antichi e freddi (o freschi d’estate) portici: le due file tagliano in due il centro e conducono al Duomo, il cui nucleo risale al 1200. I suoi negozi, anche i più recenti e modernamente ristrutturati, conservano l’atmosfera rustica e calda di tutta questa zona. Vi si possono acquistare autentiche e semplici prelibatezze gastronomiche: creme di castagne raccolte nei boschi dei dintorni, formaggi (come la famosa tuma) e carni di grande qualità, cioccolatini al rhum (i fortissimi “cevesi”) e, soprattutto, funghi.
Ceva capitale del fungo
Si può tranquillamente affermare che Ceva è una delle capitali mondiali del fungo, in particolare del porcino, il più prelibato e costoso. Ogni anno dal 1962, nella terza domenica di settembre, vi si tiene la Mostra del Fungo: un’occasione imperdibile per acquistare (funghi freschi, secchi, sott’olio) e per gustare piatti prelibati, ma anche per conoscere questo affascinante prodotto della natura. E un’esperienza davvero entusiasmante è “l’andar per funghi”, nei boschi, la mattina presto. Se si va nei posti giusti e si è fortunati, la festa è assicurata. Attenzione però! Se non conoscete la differenza tra funghi mangerecci e velenosi (e a volte la differenza è minima), lasciate perdere: le conseguenze potrebbero essere molto serie. Meglio puntare sulle castagne!
La zona di Ceva è anche popolata da migliaia di… cinghiali. La caccia ne è permessa e, anzi, incoraggiata, visto il costante aumento del numero di questi animali. La razza è ormai imbastardita con quella dei maiali: se prima un cinghiale femmina dava alla luce tre o quattro piccoli, ora ne fa il doppio. In branchi numerosi, questi danneggiano le coltivazioni dei contadini e possono costituire un pericolo per chi si avventura all’interno dei boschi.
Il fiume Tanaro
Ceva è attraversata dal fiume Tanaro, ottima risorsa per la pesca della trota. Purtroppo, dobbiamo ricordare la terribile inondazione del novembre 1994, quando, in seguito a piogge eccezionalmente abbondanti, il Tanaro raggiunse livelli di decine di metri,
causando danni immani. La città di Ceva fu una delle più colpite. E’ ancora possibile vedere le foto e le immagini videoregistrate di quel disastro presso le sale del comune. In conclusione: non aspettatevi una città elegante o raffinata. Ceva è come la sua popolazione: rude, schietta, difficile da conquistare. Ma – se saprete cercare – saprà offrirvi esperienze autentiche.
Chi desiderasse documentarsi approfonditamente sulla storia di Ceva potrà acquistare (solo nelle librerie della città) il bel libro di Padre Arcangelo Ferro, Ceva e la sua zona, edito a cura del Dipartimento Cultura del comune.