Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Racconto di viaggio da Milano verso il Baltico

Paesi Mar baltico

Gita di fine agosto alla scoperta delle Repubbliche Baltiche: Estonia, Lettonia, Lituania. Reportage di viaggio inizia tra ricordi giovanili e considerazioni geopolitiche

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Paesaggio tipico della Finlandia

Salvo un viaggio in dicembre in Lapponia una trentina d’anni fa (e Roberto Renzi presidente del milanese Circolo della Stampa mi aveva chiesto di organizzargli una gita sociale di Fine Anno al caldo ….) era da più di un cinquantennio che non andavo dalle parti del mar Baltico. O per meglio dire, a quei tempi ero quasi di casa in Danimarca e soprattutto (agognata mèta finale) in Svezia (e di lì ci scappava un salto in Finlandia, poche ore di ferry e imparai a godere e apprezzare l’importanza della sauna).
Le motivazioni di tanta aficiòn? Ebbene, sì, lo confesso, le trasferte nel nord Europa non contenevano un marcato ascendente turistico/viaggiatorio trattandosi bensì di (tentativi di appagamento di) voglie turistico/sessuali.
E tanto per giustificare e assolvere le diffusissime sessosmanie nordiche della mia generazione (in luglio le autostrade tedesche erano intasate di auto ricolme di giovinastri italiani diretti a settentrione, percorso inverso a fine agosto) aggiungo che – quanto a sesso – nel Belpaese si era ancora all’età della pietra.

Nel Nord Europa in cerca di belle ragazze
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Belle ragazze svedesi

Per noi, giovani, assatanati virgulti, l’era dura: i casini erano appena stati chiusi dalla legge Merlìn; Oscar Luigi Scalfaro prima di diventare presidente della Repubblica aveva schiaffeggiato la signora Toussan colpevole di esibire un eccessivamente generoso decolletè; e quanto alla apostolica censura cinematografica (se ben ricordo ispirata dal democristiano Gonella, il potente ras veronese che fece chiudere le balère sulla costa est del lago di Garda) di vedere come dio comanda un bel paio di tette manco a parlarne.
Una prova? Sempre a proposito di Svezia, giunse in Italia (1952) un film di Mattsson, Ha ballato una sola estate (Hon dansade en sommar, parlavo pure un po’ di svedese) in cui la splendida Ulla Jacobsson ballava (al suono della Rapsodia Svedese) col seno al vento per una benedettissima durata – nella versione originale – di almeno 40 secondi, divenuti però 2 dopo la folle italica sforbiciata di chi voleva a tutti i costi mandarci in paradiso. Ma beninteso anche in tanto importante frangente si riuscì a fregare la diccì e il Vaticano: all’apertura del cinema Faraggiana di Novara, proiettante il peccaminoso film, uno di noi, al termine di faticata colletta, pagava il biglietto di ingresso e correva ad aprire la porta dei cessi aperta su strada, dopodiché, orologio alla mano era un gioco da (appunto) ragazzi correre al Faraggiana e – sia pur per soli 2 brevissimi e fottuti secondi – per il resto della giornata ammirare le tette della Ulla.

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Svezia, paesaggio

Ho abusato della pazienza del cortese lettore – e mi scuso – narrando oltremisura le ansie che mi/ci spingevano al nord, almeno fin quando scoprimmo che nel frattempo anche le nostre italiche morose (ancorché in maggioranza prive delle tette della Ulla Jacobsson) erano modernamente divenute, se non generose come le svedesi, quantomeno più “aperte”. E se, ahinoi, non si trattava ancora di sesso a gogò (la disinibizione  – per la disperazione dei pastori delle nostre anime – giunse solo negli anni ’70) quantomeno si risparmiava un bel po’ andando a morose da Novara a Vercelli, 20 km, appetto ai più di 2000 da coprire per ballare a Skansen, epicentro notturno dei divertimenti estivi di Stoccolma).
Svezia, dunque, oltre a Danimarca e Finlandia, le mie frivole mete giovanili non soltanto galanti (mica si può pensare solo a quello) tant’è che poi organizzai anche serie gite a scoprire il loro alto livello di civiltà. Questi a me cari Paesi affacciati sul mar Baltico, ai quali andavano aggiunte la Germania e la Polonia nonché le cosiddette tre Repubbliche Baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania. Che però – e in questa congiunzione il malevolo pensi pure a pregiudizi politici  – “a quei tempi”, parimenti alle già citate Germania Est alias Ddr e Polonia, facevano parte del cosiddetto Blocco Sovietico, laddove, si sapeva ormai bene, col cavolo che fosse praticato il libero amore tanto decantato dalla intellighentsia comunista. In quei tre Paesi Baltici si stava compiendo un immane dramma storico – tra l’incudine e il martello –  che li vide a turno oppressi e occupati dagli espansionismi tedesco (antan più noti come Teutoni) e russo (prima gli Zar e poi i Soviet). Col risultato che nel corso dei secoli, le poco numerose ma civilissime genti di Estonia, Lettonia e Lituania conobbero pochi decenni di libertà (un paio, nella prima metà del secolo scorso di indipendenza), un po’ meglio stette la Lituania che per un paio di secoli condivise i destini – in quello scorcio di storia, felici – della Polonia).

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Estonia

Una mia recente gita (finalmente decisa dopo tanta attesa) nei tre sullodati Paesi Baltici mi permette di raccontare all’attento lettore quanto ho visto e pensato visitando Estonia, Lettonia e Lituania, da più di vent’anni finalmente liberi (e pure divenuti “Europei” con tanto di euro come unità monetaria).
E poiché la geografia politica è poco considerata (o studiata da persone disattente) anticipo la descrizione dei tre Paesi del Baltico con alcuni dati ricavati dal mai troppo lodato e da me sempre consultato Calendario Atlante De Agostini 2015.
L’Estonia (il più a nord dei 3 Paesi, ‘sopra’ la Finlandia, ‘a destra’ la Russia, leggasi San Pietroburgo) il Paese più piccolo del terzetto “è grande” 45.227 kmq (più di un settimo dell’Italia) per 1.294.455 abitanti (tanti i russi) e la capitale è Tallinn.
A sud dell’Estonia nei 64.573 kmq della Lettonia (capitale Riga) gli abitanti sono 2.070.341; importanti nelle vicende storiche non solo locali le regioni della Curlandia e della Livonia.
La Lituania, infine, la più grandicella, vanta 3.043.429 abitanti su una (mica piccola) superficie di 65.300 kmq (più di un quinto del Belpaese).

Leggi le puntate successive:
2. “Estonia. Storia e tradizioni anseatiche a Tallin
3. “Riga, capitale dell’art nouveau
4. “Lituania: dall’oppressione alla bella gioventù

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